Inizio dalla fine: Napoli 49, è il numero della volante della Polizia Municipale, che è intervenuta sabato sera in Piazza Monteoliveto, a tutela della nostra cara Fontana del Fanzago del ‘600, i cui agenti, ai quali va il mio apprezzamento, hanno identificato e denunciato un giovane “imbrattatore” appena diciottenne. Intervento assolutamente significativo per il valore educativo verso i tantissimi giovani che si radunano intorno al famoso monumento napoletano. Ritengo importante descrivere i fatti per capire le dinamiche sociali che si innescano introno ad un monumento tanto bello quanto martoriato. Ebbene, mentre passeggiavo per Piazza Monteoliveto ho visto un giovane, credo appena maggiorenne, che con un pennarello nero era intento ad imbrattare il bordo, su cui era seduto, della Fontana; l’ho guardato, ho avuto l’impulso di andare via per non rovinarmi il sabato sera, poi ho capito che andando via, senza dire niente, sarebbe stato peggio, quindi, mi sono avvicinato ed ho detto all’improvvisato “disegnatore” che stava facendo una cosa non giusta, non corretta, che stava commettendo un reato e che la fontana era un monumento di tutta l’umanità. Il Giovane anziché mortificarsi e scusarsi (forse mi sarebbe bastato), prima ha iniziato ad inventarsi scuse dicendo che lui era il primo a tutelare i monumenti della nostra città e che si riservava la libertà, quasi lo sfizio, di scrivere solo sulla fontana del Fanzago; scusa che, ovviamente, ha fatto crescere il livello del mio risentimento, per cui rivolgendomi ai tanti ragazzi presenti ho fatto notare loro che era assurdo non occuparsi di un monumento tanto prezioso e che era un privilegio godere di tanta bellezza, cosicché il giovane “scrittore di fontane” rincarando la dose ed a mo’ di sfida ha iniziato ad insultarmi pesantemente. Notando un accento straniero gli ho chiesto se fosse italiano e lui mi ha risposto che era brasiliano, cosicché, credendo che fosse un turista, gli ho fatto notare che ancora di più avrebbe dovuto rispettare il monumento chiedendo scusa e mortificandosi. Ebbene, come ultimo tentativo, il “giovane graffitaro”, continuando negli insulti ha tentato di affibbiarmi l’etichetta di razzista, cercando di buttarla in politica per crearsi il consenso degli altri giovani presenti, cosicché ho dovuto dichiarare pubblicamente che non c’entrava nulla il razzismo ed in ogni caso che per me Salvini era il “diavolo”! Non sapendo più come uscirmene l’ho sfidato a mia volta chiedendogli di attendere l’arrivo dei Carabinieri che avrei chiamato, ottenendo, come ulteriore atto di spavalderia giovanile, l’invito a rivolgermi alla vicinissima caserma Pastrengo. Sono, pertanto, trascorsi minuti interminabili durante i quali ho chiamato due volte il 112 e 6 volte il 113, con tanti giovani che seguivano l’accaduto e verso i quali ho sentito tutta la responsabilità di aver innescato una serie di eventi che adesso, proprio per loro, non potevo abbandonare. L’operatore del 112 a cui ho raccontato l’accaduto mi ha detto che i carabinieri non erano di turno e che avrei dovuto chiamare la polizia, cosa che ovviamente mi ha gettato nello sconforto poiché è materialmente inconcepibile che in prossimità di una caserma dei carabinieri possa accadere qualunque cosa senza che la Benemerita intervenga con la scusa che di turno è la polizia. Ho, pertanto, insistito ottenendo una sorta di risposta che ho percepito come pronunciata solo per liberarsi dello scocciatore, cosicché ho chiamato senza successo per sei volte il 113 con un telefono che squillava a vuoto; minuti interminabili che hanno contribuito ad accrescere un senso di impotenza e di sconforto. Nel mentre passavano due motociclette ed una volante dei carabinieri che non si fermavano, quindi, ho detto al “giovane scrittore di fontane” di non allontanarsi, sperando nella sua spavalderia e mi sono piazzato sulla carreggiata fermando materialmente la Volante n. 49 della Polizia Municipale che, a quel punto, mi sono sembrati due angeli caduti dal celo ed a cui ho spiegato l’accaduto accompagnandoli verso il “disegnatore di fontane” a cui, in presenza degli agenti, ho chiesto se fosse stato lui a scrivere il graffito che indicavo. Il giovane, fortunatamente, “inesperto”, sentendosi punto nell’onore, ha ammesso l’atto vandalico in presenza dei due Agenti i quali hanno provveduto ad identificarlo e denunciarlo all’Autorità Giudiziaria. Nel mentre mi si è aperto il cuore perché un ragazzo mi ha dichiarato a bassa voce il suo appoggio, ed un giovane ha addirittura pubblicamente e davanti alla Polizia Municipale manifestato la sua indignazione per l’atto compiuto dal suo coetaneo. Penso che questa città, i nostri giovani, hanno bisogno di esempi che solo noi adulti possiamo dare. Il merito, ovviamente va agli agenti intervenuti ed anche a Gaetano, il mio cane, che ha assistito credo divertito e forse impedendo inconsapevolmente con la sua presenza sorniona, al giovane “scrittore di fontane”, di passare alle vie di fatto. Bravo Gaetano!
Avv. Gennaro Esposito
Presidente Comitato Vivibilità Cittadina
Gentile Avv. Esposito, la ringrazio della sua testimonianza e spero che infonda nelle persone il coraggio di denunciare atti vandalici nei confronti del nostro patrimonio artistico e culturale apprezzato in tutto il mondo, tranne dalla ignoranza di Alcuni …
Cordiali Saluti
Annamaria Rosso
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complimenti e grazie per quello che ha fatto. Spero che molti leggendo l’accaduto prendano coraggio e denuncino questi imbrattatori ignoranti che tanto male fanno a questa città
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