La Crisi della Giustizia

Il terremoto giudiziario in corso al CSM non accenna a ridursi nella sua dimensione, giungendo a colpire la massima espressione del suo vertice, nella persona del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, componente di diritto del CSM, titolare (ironia della sorte) del potere disciplinare sui magistrati ed egli stesso coinvolto nelle vicende che colpiscono al cuore il sistema giudiziario, costretto al prepensionamento e, purtroppo, anch’egli oggetto di indagine. Lo spaccato di questi giorni, rivela una innaturale osmosi tra politici ed alti Magistrati, in cerca di protezione i primi, di incarichi i secondi, il tutto condito, sembrerebbe, da un “prosaico” scambio di danaro e favori di vario genere e natura. Allo scandalo Nazionale si accompagna, per una sorta di congiunzione astrale, quello Napoletano, con un magistrato, in buona compagnia (si fa per dire), di un consigliere della decima municipalità, un avvocato ed un personaggio vicino ad un clan camorristico, intenti, sembrerebbe, a comprare sentenze di assoluzione e ad influenzare l’esito di concorsi pubblici fino a quello in Magistratura. Come dire, a Napoli non ci facciamo mancare niente! Cala, purtroppo, il sentimento di fiducia nella Magistratura, poco compresa dai Cittadini, primi utenti del sistema e, nella stragrande maggioranza dei casi, poco avvezzi a codici e codicilli. Sfiducia che registriamo noi avvocati, che per il ruolo sociale che svolgiamo, abbiamo un osservatorio privilegiato sulla cittadinanza. Alla naturale sfiducia in una giustizia che arriva fuori tempo massimo, o avvolta in cavillose questioni processuali non comprensibili ai normali utenti, si aggiunge il sospetto, già strisciante tra i cittadini, di una magistratura permeabile alle “pressioni”. Una sorta di credenza popolare, rafforzata dagli ultimi eventi, che si manifesta, purtroppo, fin dal primo approccio con il mondo della giustizia e con la quale, noi avvocati, dobbiamo fare i conti, tentando di rassicurare cittadini circa la tenuta del sistema. Una Magistratura non indipendente e non imparziale, infatti, mina alla base il lavoro dell’avvocato che verrebbe relegato a ruolo di “faccendiere”. Il Guardasigilli per correre ai ripari annuncia, in modo avventato e forse poco credibile, per la dimensione dell’impegno che richiederebbe, riforme da varare in dieci giorni del processo civile, del processo penale e del sistema di elezione del CSM. A mio sommesso avviso e per esperienza maturata tra “legulei”, il problema non è tanto di regole (fatta la legge scoperto l’inganno), ma di donne ed uomini. Occorre un cambiamento culturale che innalzi il livello di moralità, che può avvenire rapidamente solo se coloro che, essendo (si spera) la stragrande maggioranza, si decidano a scendere in campo, rifiutando di delegare la loro rappresentanza a scatola chiusa e senza alcuna verifica o, peggio ancora, dietro promessa di protezione o di qualsivoglia altra forma di ricompensa. Ne va del bene del Paese!

Gennaro Esposito

Avvocato del Foro di Napoli

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: