Il destino dello Stadio Collana

In questi giorni si sta discutendo dell’uso dello stadio collana ed ho una seria difficoltà a comprendere bene come far conciliare tutti gli sport che da anni si praticano all’interno della struttura. E’ chiaro che le potenzialità dell’impianto, per come è collocato, sono enormi e si deve anche trovare la soluzione che consente il recupero delle aree interdette. Diciamo che io ho un rapporto nostalgico col collana perché è il luogo dove, da poco più che ragazzino vinsi nel 1981 il mio primo campionato italiano di lotta stile libero classe esordienti. Oggi l’assessore con delega allo sport, con un provvedimento che non ho ancora avuto modo di leggere, ha riservato il campo alla carpisa, squadra di calcio femminile ed al campania calcio, con l’effetto che sul campo non possono più praticarsi le discipline di atletica. Per ragioni sentimentali diciamo che mi ribolle il sangue nelle vene perché credo che il comune dovrebbe promuovere quelle discipline sportive che da sempre sono dilettantistiche ed in ogni caso non si può pensare che si aggiunga una disciplina in sostituzione di un’altra per il solo fatto che quella subentrata ha dato una “mano” al comune rifacendo il manto erboso. Ad ogni modo credo che la cittadinanza dovrebbe avere la possibilità di pronunciarsi, sia perché riservare il campo al solo gioco del calcio riduce di molto il numero degli utenti, sia perché in campagna elettorale ricordo bene che si è parlato molto della promozione degli sport diversi dal calcio che ormai ha connotazioni più di spettacolo che non si sport.

Di seguito lo sfogo di Corrado Grasso presidente provinciale della FIDAL da il Mattino di Napoli del 6 ottobre 2012 Vincenzo Di Guida

Non si tratta di sfratto, ma l’atletica al Collana si sente in pericolo, paradossalmente proprio in virtù del nuovo manto erboso. Vietati i lanci e proprio per quelli il Comune «suggerirebbe» il trasferimento dell’attività al Virgiliano. «Capisco il martello – sottolinea il presidente provinciale Fidal, Corrado Grasso – ma come si fa a negare disco e giavellotto? Non fanno danni e avviano alla disciplina. Sarebbe un’atletica dimezzata su una pista in pessimo stato che non permette la disputa di gare in un impianto i cui, tra l’altro, i canoni di concessione sono anche aumentati».
Un migliaio gli atleti che utilizzano il campo vomerese. Per Grasso: «Il Virgiliano sarebbe una costrizione per un’area a grande vocazione sportiva quale è il Vomero. Non vogliamo fare la fine di basket e pallavolo che sono spariti. Rugby, calcio, football sono valori aggiunti per l’impianto, non sostitutivi dei nostri. Al Collana atletica e calcio vanno a braccetto dagli anni ’50 quando i valori sportivi erano evidentemente più forti. L’atletica non è il footing, è molto più complessa e portatrice di cultura sportiva: quella che spesso si sbandiera senza applicarla realmente».
Il paradosso raccontato i dirigenti dell’atletica è il timore che lanci e salti possano sparire poi anche dal Virgiliano. «Si sta studiando la possibilità di far giocare football e rugby sul nostro campo – racconta Enzo Miceli, storico dirigente dell’atletica posillipina – passi per il primo che non ha bisogno di grandi spazi, ma per il rugby significherebbero l’eliminazione delle pedane in una struttura che in cui sono stati spesi tanti soldi per dedicarla all’atletica. Vogliamo convivere con tutti ma se il terreno è occupato da allenamenti di altre discipline come potremmo effettuare i nostri?».
Preoccupato anche il presidente della Fidal regionale Sandro Del Naia: «Consideriamo la politica del Comune miope in un momento in cui l’impiantistica sportiva resta deficitaria».

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