Maestre e Refezione nel Comune di Napoli

Leggo ancora oggi (14.11.2012) su la Repubblica di Napoli un’ampia pagina sul problema delle maestre che ogni anno si trovano a rinnovare il contratto di lavoro con il Comune di Napoli per far fronte a servizi scolastici delle scuole comunali. Le dipendenti in bilico sono circa 350 e comprendo l’angoscia nella quale vivono. Per far fronte al problema del superamento del patto di stabilità interno, che impedisce ogni assunzione seppure a termine, la Giunta ha adottato la  delibera 673 del 31/08/2012 (clikka) con la quale si sarebbe impegnata all’assunzione delle maestre per far fronte ad un servizio essenziale quale quello scolastico. Sta di fatto che non si è proceduto all’integrale assorbimento delle maestre che ieri hanno manifestato innanzi al Comune. Io stesso ho discusso della questione in commissione scuola e con il presidente della stessa Prof. Salvatore Pace riuscendo a capire che il problema della assunzione delle maestre è legato oltre che al patto di stabilità anche a quello della refezione scolastica che pure ha subito una battuta di arresto dovuta: i) al ritardo del bando pubblicato ad agosto scorso (mentre altri comuni già ad inizio luglio avevano provveduta); ii) alla necessità di ripubblicarlo per un errore del bando e quindi con ulteriore ritardo; iii) alla necessità per i dirigenti delle municipalità di attestare sui provvedimenti di erogazione delle somme che il pagamento sarebbe avvenuto entro 60 giorni. In poche parole una serie di inghippi burocratici che ai cittadini hanno creato non pochi disagi anche perché è a rischio il servizio e la continuità dell’istruzione. La cosa che mi ha colpito non poco è il titolo del giornale “Raccontano Bugie e ci prendono in Giro”. Al fine di fare chiarezza credo che il nocciolo del problema è la delibera 673 che ho indicato sopra nella quale si legge che il comune delibera: “Di procedere al reclutamento di personale a tempo determinato nella misura strettamente necessaria a soddisfare le esigenze di continuità dei servizi educativi della scuola dell’infanzia e degli asili nido comunali, in occasione di fattispecie caratterizzate da somma urgenza e temporaneità, nel rispetto delle risorse finanziarie disponibili e dei limiti generali di contenimento della spesa del personale…. I contratti di cui al punto 5, dovranno essere stipulati nel rispetto del principio della progressiva riduzione della spesa, ai sensi del comma 557 art. 1 della legge 296/2006 e comunque con una corrispondente riduzione proporzionale della spesa del personale in relazione ai contratti stipulati, per l’anno 2012.”  Ora confesso che la delibera l’ho studiata con un po’ di ritardo, ma comprendo che ovviamente i dirigenti, per come è scritta la delibera, avranno qualche perplessità ad assumersi la responsabilità di autorizzare la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato che possano sfondare il limite di legge mentre la delibera stessa per come era stata presentata e raccontata pareva che avesse proprio questa funzione (rassicurare i dirigenti e sollevarli dalla responsabilità) tenuto conto della natura essenziale del servizio. Spero di aver chiarito un punto e che si ponga rimedio. Io stesso che, spesso vengo indicato come un formalista ed intransigente su alcune questioni, ritengo che per questa, tenuto conto della natura del servizio e degli interessi pubblici in gioco, non avrei alcun dubbio a votare un atto che determini anche lo sfondamento di un patto di stabilità economico/finanziaria che dal punto di vista sociale non ha nulla della stabilità di cui una comunità ha bisogno!

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