Capodanno a Napoli: tra fuochi e sicurezza pubblica

Il 31 dicembre scorso nel pieno centro storico di Napoli abbiamo assistito a tre incendi di abitazioni poste agli ultimi piani, raggiunti dai petardi sparati dal suolo. Per fortuna l’incendio ha riguardato i soli terrazzi, per l’intervento immediato degli abitanti le case e dei Vigili del Fuoco. La prima reazione delle persone che hanno iniziato senza dubbio male il Capodanno è stata quella di dire che per fortuna erano in casa e sono potuti intervenire, con l’amara riflessione che la loro abitazione il 31 dicembre, per la frequenza di queste esplosioni, non potrebbe mai essere lasciata disabitata. In buona sostanza, impossibile pensare di trascorrere il Capodanno fuori casa. Una sorta di prigione, non unica, cui ci costringe la nostra amata città. Che l’incidente fosse dietro l’angolo e che possa ripetersi ancora una volta in occasione del Capodanno o di altre mille occasioni che si registrano in città, non c’è il minimo dubbio, atteso che da qualche anno si sono commercializzate batterie di fuochi che hanno una potenza ed una gittata prima inimmaginabile e riservata solo ai cd. “fuochisti”, persone esperte munite di patentino rilasciato dall’Autorità. Oggi da quello che vedo chiunque può procurarsi una batteria di quelle che fanno spettacoli pirotecnici in cielo, piazzarla in un vicolo stretto di Napoli, come spesso capita, e provocare la tragedia, più che annunciata, tanto che numerose sono le lamentele dei cittadini per le esplosioni che si eseguono anche in tarda notte in tutti i mesi dell’anno. Fino a qualche tempo fa c’era l’opinione diffusa che tali botti, a Napoli, erano per annunciare l’arrivo di un carico di droga o per festeggiare la scarcerazione di qualche “personcina perbene”. Non so se sia vera l’una o l’altra ipotesi, ma posso dire con certezza che ai sensi dell’art. 57 del TULPS “Senza licenza della autorità locale di pubblica sicurezza non possono spararsi armi da fuoco nè lanciarsi razzi, accendersi fuochi di artificio, innalzarsi aerostati con fiamme, o in genere farsi esplosioni o accensioni pericolose in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una via pubblica o in direzione di essa. È vietato sparare mortaletti e simili apparecchi. Il sindaco deve essere, comunque, sentito per gli aspetti di competenza dell’ente locale, quando non è lo stesso a rilasciare la licenza”. A fronte di tale chiaro dettato normativo, che non sembra essere stato abrogato, credo si possa dire che ciò che accade tutti i giorni sotto i nostri occhi e sotto gli occhi di Prefetto, Sindaco, Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Municipale, Guardia di Finanza, Esercito e Procura della Repubblica, non solo non è legale, non solo costituisce un illecito, ma è anche causa di grave pericolo per la pubblica e privata incolumità! Occorre, senz’altro, una campagna di informazione, costante, che faccia capire bene ai Napoletani che queste esplosioni possono provocare morti ed incendi di abitazioni ma occorre, altresì che le Forze dell’Ordine e le Istituzioni non si girino dall’altra parte pensando che queste esplosioni siano dei peccati veniali, tutto sommato tollerabili perché ci sono cose ben più gravi di cui occuparsi; non è in questo modo che si instilla nei cittadini il senso civico e la fiducia nelle Istituzioni!

Avv. Gennaro Esposito Presidente Comitato Vivibilità Cittadina e Consigliere Comunale di Napoli

2 pensieri riguardo “Capodanno a Napoli: tra fuochi e sicurezza pubblica

Aggiungi il tuo

  1. Proposta concreta: occorre un’opera di sensibilizzazione molto forte, efficace, mostrando ad esempio in televisione, per tutto il mese di dicembre, le immagini dei disastri e dei feriti dell’anno prima, che costituiscono il tributo di sangue a questa scellerata ed imbecille usanza di mandare i soldi in fumo per festeggiare non si sa bene cosa.

    Piace a 1 persona

  2. Pur condividendo quando già detto, sarei dell’ avviso di intervenire con una petizione indirizzata agli organi governativi, affinché si possa giungere ad una legge, come quella sulla restrizione del fumo attivo e passivo.

    La sensibilizzazione non ha dato i risultati auspicabili. Bisogna intervenire con urgenza per la difesa ed il rispetto della salute e del bene comune.

    Piace a 1 persona

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑