Oggi (26.01.2017) su Repubblica Napoli un caso tipico della movida Napoletana (clikka) da cui si comprende che i cd. bar, baretti e locali di varia natura, spesso esercitano la loro attività a spese dei malcapitati cittadini Napoletani. Il Tribunale di Napoli è intervenuto per l’ennesima volta dando ragione ai residenti. E’ emerso, infatti, chiaramente che l’immobile utilizzato per la tipica attività della movida era sprovvisto dei necessari presidi a tutela della salute pubblica e privata, sia per quanto concerne le immissioni sonore, sia per quelle dovute agli schiamazzi. Fenomeno, purtroppo, comune a molti baretti che accolgono migliaia di giovani e meno giovani che si assiepano in locali e strade tal volta non idonee ad accoglierli.
La conseguenza è che il mancato adeguamento strutturale si trasforma in un costo e sofferenza sociale. Ancora una volta il Tribunale ha dovuto supplire ad una mancanza dell’Amministrazione locale. Eppure, in Italia ci sono esempi di buone prassi come quella del Comune di Verona, che ha adottato un vero e proprio regolamento che disciplina le attività rumorose con l’obbligo dei gestori di chiedere, sempre, alla Direzione Ambiente, il nulla osta di impatto acustico seppure l’attività musicale non sia quella principale. A Napoli, invece, nonostante la situazione sia gravissima chiunque può permettersi di aprire un locale e fare quello che vuole senza dover chiedere nulla a nessuno beneficiando di una incontrollata semplificazione amministrativa che in alcuni casi determina più danni che benefici.
Quiete Pubblica: Un’altra vittoria in Tribunale
Dopo l’Ordinanza del Tribunale di Napoli del 27.04.2015(clikka), il Tribunale torna a pronunciarsi sul disturbo alla quiete dei cittadini con una nuova ordinanza del 26.01.2016 (clikka) con la quale ha riaffermato che il sonno e la tranquillità dei residenti è sacro e va protetto anche facendo ricorso allo speciale procedimento di urgenza di cui all’art. 700 c.p.c., in quanto, ogni ritardo potrebbe essere di danno alla salute dei cittadini. Il Tribunale ha stabilito che il locale dovrà insonorizzare immediatamente per non incorrere nella misura più drastica della chiusura.
Nello stesso senso è interessante leggere le Ordinanze del Tribunale di Trieste del 14.01.2016 (clikka) che ha confermato quella emessa dal medesimo Tribunale il 02.10.2015 (clikka), in quest’ultimo caso i Giudici Triestini non hanno esitato a ritenere responsabile anche il proprietario del locale. In tal senso, peraltro, è la Giurisprudenza della Suprema Corte, anche perché come spesso capita i conduttori di questi locali cambiano facilmente e, quindi, è più che opportuno affermare anche la responsabilità anche dei proprietari che spesso incassano canoni di locazione elevati senza neppure curarsi di verificare se il locale è idoneo ad ospitare un’attività così invasiva.
La battaglia per la affermazione del diritto alla vivibilità della propria casa ed alla salute continua ed è di ieri la notizia che in Vico della Quercia c’è stata l’ennesima lite per la quale sono dovuti intervenire le Forze dell’Ordine.
Nella completa indifferenza delle istituzioni ai cittadini non resta altro mezzo che ricorrere alla Magistratura Civile per ottenere Giustizia, quella penale, infatti, seppure tal volta investita spesso si arena e non giunge ad alcun risultato se non ad una condanna del titolare che poi non sarà mai eseguita per la concessione automatica della sospensione condizionale della pena.
Resta poi la strada aperta per la nomina di un commissario dopo la notifica dell’Atto di Significazione Invito e Diffida (clikka) notificato dai Comitati spontanea dei cittadini.
Una Quiete Pubblica Disturbata
Come era prevedibile la quiete pubblica napoletana è un tema assolutamente caldo e quando se ne parla gli animi non sono affatto quieti anche perché chi ne parla, quasi sempre, non dorme la notte. La dimensione del fenomeno e della esasperazione dei cittadini è stata chiara alla assemblea pubblica che si è tenuta il 29 gennaio scorso nel palazzo del Consiglio Comunale. E’ stato difficile, infatti, portare avanti un discorso con la serenità necessaria a trovare una soluzione al problema. Ciò ovviamente è accaduto ed accade perché i cittadini sono scoraggiati, sconfitti e sopratutto giustamente diffidenti verso le amministrazioni della città che si sono succedute nel tempo e che hanno, in un certo qual modo, risolto il problema, semplicemente ignorandolo o adottando provvedimenti che poi non hanno fatto rispettare. Ciò è, infatti, accaduto con l’amministrazione Iervolino che aveva limitato gli orari di apertura senza farli rispettare e poi con l’attuale amministrazione che ha, invece, eliminato ogni vincolo.
I problemi della cd. movida sono simili in ogni città e sono molte quelle che hanno adottato dei rimedi come a Milano, Parma, Firenze e Ravenna per restare a casa nostra, ma anche a Siviglia e nella città di Strasburgo per andare in europa. Le soluzioni sono varie, si va dalla limitazione degli orari, talvolta accompagnata da un meccanismo di premialità per gli esercenti che rispettano le regole (assenza di contravvenzioni per un periodo di almeno 6 mesi), fino alla adozione di mediatori sociali, nella città di Strasburgo, che, mischiandosi alle folle nelle notti della movida, cercano di sensibilizzare i cittadini notturni a non far rumore ed a rispettare i residenti. A Siviglia si è addirittura assegnato alla polizia il potere di far chiudere i locali rumorosi senza neppure ritenere necessaria la verifica con i fonometri che, effettivamente tal volta, non sono neppure necessari vista l’evidenza del trambusto. A Ravenna, invece, hanno adottato dei fonometri collegati WiFi alla centrale della Polizia Locale con un controllo h24.
All’assemblea del 29 scorso erano presenti cittadini, comitati, consiglieri comunali, dirigenti del servizio ambiente e l’assessore alle attività Produttive Enrico Panini e questa volta credo che si è capito bene la dimensione di un problema che, purtroppo, spesso viene assolutamente sottovalutato anche dalle forze dell’ordine che, chiamate più volte e ripetutamente da cittadini insonni attraverso il 112 ed il 113, nella quasi totalità dei casi non intervengono mai, ritenendo l’insonnia forzata, tutto sommato un problema minore. Cittadini, quindi, lasciati soli e senza tutela, spesso anche minacciati e malmenati da qualche titolare di attività rumorosa, pervasi dalla sfiducia verso le istituzioni e dalla sensazione che le imposte e le tasse sono un furto del Comune e dello Stato che non li proteggono.
A questo punto la soluzione deve essere ricercata ad ogni costo attraverso l’intervento delle istituzioni preposte ed innanzitutto del Sindaco sia con il suo potere di limitare gli orari, sia nella sua duplice funzione di ufficiale di governo ed Autorità Sanitaria!
A margine dell’assemblea, come detto partecipata ed infuocata, l’assessore Panini ha promesso di reincontrare i cittadini e sopratutto di allestire un tavolo di concertazione tra comitati, esercenti commerciali, ufficio ambiente e polizia locale al fine di ricercare soluzioni efficaci che evitino il tormento dei malcapitati residenti.
Ad ogni buon conto al fine di affrontare il problema occorre essere organizzati e, quindi, costituire dei comitati cittadini per i quali metto a disposizione i modelli che Vi saranno sicuramente utili sia per interloquire con l’amministrazione sia per avere una legittimazione maggiore a parlare con le istituzioni: modelloComitatoCittadino (clikka) Modello Denuncia (clikka) Modello comunicazione ufficio ambiente (clikka)
Invito, infine, a compilare il QUESTIONARIO (clikka) ed andare alla pagina Facebook Comitato Quiete Pubblica Napoletana (clikka)
vedi anche:
Quiete pubblica e movida cittadina (clikka)
adotta una strada per la movida cittadina (clikka)
Studio sul problema della movida (clikka)
Ringrazio i cittadini del centro storico, quelli del Vomero, di Via Aniello Falcone, di Bagnoli che sono intervenuti all’assemblea nonché l’Associazione AFIDA, il Comitato Chiaia Viva e Vivibile, Il Comitato Bellini, Il Comitato Quiete Pubblica Napoletana.