De Laurentiis paghi i Canoni al Comune di Napoli

Il mio intervento al Consiglio Comunale del 26.07.2022

Gaetano Manfredi non “tentenni” sullo Stadio: Ritengo assolutamente ingiustificato il comportamento del Patron del Napoli che non paga il canone al comune. La somma con gli importi dovuti per questa stagione ormai si aggira intorno ai 4 milioni di euro. Il Sindaco, che tra l’altro ha la delega sullo Stadio, ha il dovere di pretendere il pagamento a tutela degli interessi pubblici. Penso che proprio sullo stadio sia necessario dare un segno di discontinuità con la passata giunta, non possiamo tollerare un simile grave inadempimento quando poi dalle famiglie napoletane imponiamo un incremento dell’addizionale IRPEF.

Chi guadagna con lo Stadio San Paolo

San PaoloCome era prevedibile è scoppiata la polemica sullo stadio con il flop del consiglio comunale del 30 settembre scorso e la discussione rinviata al 7 ottobre. Ovviamente a Napoli non ci poteva essere nulla di normale, sicché siamo arrivati alla terza proroga con il Patron del Napoli che usa un linguaggio da cinepanettone ed una discussione tutta incentrata sul “chi sono io e chi sei tu” che sinceramente non credo interessi poi tanto i cittadini che vorrebbero un impianto sportivo innanzitutto sicuro ed al livello della terza Città del Paese. In ogni altra parte del mondo occidentale si parlerebbe di progetti con politici ben attenti a far comprendere ai cittadini che le casse pubbliche avranno un beneficio dalla riqualificazione dello Stadio Cittadino e non ci rimetteranno. E’ stata, infatti, di questo tenore la discussione per la ristrutturazione dell’Olimpiastadion di Berlino nel 2004. Ma per restare in Italia, anche a Milano la discussione è tutta economica, con una ristrutturazione del San Siro per la finale della Champions, per la quale le squadre cittadine contribuiscono con 40 milioni di euro oltre ad una parte messa dal Comune a scomputo parziale dei canoni. Anche qui si prospetta un beneficio economico per i cittadini. Difatti, si calcola che la remunerazione dall’indotto sarà di circa 300 milioni di euro e di questi, ben 50 andranno nelle casse del Comune di Milano. A Napoli è il caso di dire che dal 2005 abbiamo caricato tutti i costi dello Stadio sul Comune, quindi, pulizia dopo le partite, manutenzione ordinaria e straordinaria (seppure quella ordinaria per le parti in uso esclusivo è a carico del Calcio Napoli), consumi idrici, elettrici e da riscaldamento, tutti a carico dei cittadini napoletani, tifosi e non. A Milano, ovviamente tutti questi costi sono a carico delle squadre. Inoltre, nella convenzione del 2005 c’è una espressa rinuncia del Comune ai crediti pregressi verso la Società e solo nel 2014 il Comune ha potuto incassare quello che era dovuto dal 2006. Come dire il Comune sostiene, sia pure in modo sgangherato, costi diretti per circa 1,5 milioni di euro all’anno (a cui vanno aggiunti i costi per gli interventi urgenti per altri 2,5 milioni di euro) ed il Calcio Napoli marginalizza l’utile versando al comune circa 800 mila euro, che ora, con la proposta ponte si vogliono ridurre ad €. 651.249,00. Ebbene, credo che uno degli elementi per capire quanto valga lo Stadio San Paolo sia sicuramente il suo rendimento di cui stranamente nessuno parla. Ebbene, da uno studio del CONI Servizi (invocato spesso dal Patron) si apprende facilmente che il Calcio Napoli per la sola stagione 2012/2013, ha avuto ricavi totali, di 120,3 milioni di euro e di questi, 15,1 milioni sono imputabili al solo uso dello Stadio San Paolo. A questi ricavi ovviamente occorre aggiungere quelli da sfruttamento della Buvette, da pubblicità, sponsorizzazione e diritti televisivi. Lo stesso studio CONI dimostra che con non grossi sforzi, dal San Paolo si potrebbero tirare fuori altri 12,97 milioni di euro. E’ evidente, allora, che le colorite espressioni da cinepanettone del patron, difronte a questi numeri, sono semplici armi di “distrazione di massa” peraltro di cattivo gusto e, seppure condivisibile l’amarezza per le cattive condizioni dello stadio, non vorrei che De Laurentiis si sia convinto che il Comune sia una Gallina dalle Uova d’oro, ovvero, visto lo stato delle casse pubbliche, da spennare.

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I regali del Comune a spese dei cittadini: Convenzione calcio napoli Stadio San Paolo:
1) Art. 12 comma 11 Convenzione 2005: … il Comune … espressamente rinuncia ai corrispettivi che fino alla data di sottoscrizione risulteranno dovuti a qualsiasi titolo dalla Napoli Soccer SpA per l’utilizzo dell’impianto nella stagione 2004/2005″. NON SI CAPISCE A QUANTO ABBIAMO RINUNCIATO. Oltre a tale rinuncia il Comune nel 2005 regalò anche 225.000,00 €. in moneta contante (mediante uno scomputo dal dovuto) nonché tutti i lavori di adeguamento dello stadio alla normativa di sicurezza che sarebbero spettati alla concessionaria. Anche in questo caso non si capisce quanto ci è costato. Se consideriamo che il Calcio Napoli solo nel 2014 ha pagato quanto dovuto dal 2006 al 2014 e dopo tale pagamento non ha pagato più per il 2015, allora è evidente che non solo il Patron pretende di non pagare niente per lo stadio ma vuole pure che la città di Napoli lo finanzi a fondo perduto.

Stadio San Paolo: Napoli non è in Europa

22nd European Athletics Championships - Day FourZurigo è una città con appena 366.000 abitanti ed ha ospitato gli EUROPEI di atletica leggera 2014 con la dignità che merita una città europea. A confronto Napoli col suo milione di abitanti è una periferia non in grado di assumere il ruolo di capitale del mezzogiorno. Lo si vede chiaramente dalle vicende che stanno riguardano il San Paolo e la querelle tra l’Amministrazione e l’imprenditore de laurentis su cui ho scritto molto e del quale ormai credo di conoscere bene le vicende.

Guardando le finali degli europei confesso mi è venuta un po’ di invidia verso i cittadini di Zurigo che evidentemente, seppure meno della metà dei napoletani, hanno a disposizione una classe politica che non si piega ai voleri di un qualunque patron del calcio che pretende di fare di un bene pubblico un bene privato.

Non capisco, infatti, perché Napoli con un 1.000.000 di abitanti non possa avere l’aspirazione di ospitare un evento simile. Con il calcio, infatti, tutte le amministrazioni hanno avuto un atteggiamento prono ai voleri del patron, giungendo persino a non chiedergli neppure i canoni, da ultimo pagati, solo grazie ad una nostra denuncia presso l’Autorità Giudiziaria Contabile.

Abbiamo sempre avuto, infatti, amministrazioni pronte a rispondere ad ogni schiocco di dita del patron, pronte a rifondere milioni di euro per ristrutturare seggiolini, bagni, spalti, impianti elettrici etc etc. giungendo persino a fornire la scorta personale al figlio del produttore cinematrografico con i nostri agenti del VV.UU. e quindi pagati da noi.

Ebbene, in tutto questo fiume di risorse pubbliche che se ne vanno per lo Stadio San Paolo e per compiacere de laurentiis non c’è stato un euro speso per la pista di atletica che anzi, pare, sia apposta danneggiata per scoraggiarne l’uso.

In tutto questo ci vedo una assoluta mancanza di autorevolezza della classe politica e dei politici che finiscono, pertanto, preda dei capricci di qualunque personaggio che abbia un po’ di seguito, ovvero, che si creda abbia un po’ di seguito.

Con rammarico posso dire che da quando è cambiata la presidenza della commissione sport non si è tenuta più alcuna riunione … che tristezza!

Che dire mi rincuorano le medaglie dei nostri atleti azzurri agli europei di nuoto (clikka) e di atletica (clikka). Nessun oro napoletano ….

Per un’ampia rassegna di notizie e documenti sullo Stadio San Paolo (clikka)

Allo Stadio San Paolo c’è chi gioca e c’è chi paga

sanpaoloLo Stadio San Paolo è diventato un esempio di come vengono gestiti male i beni pubblici per il forte condizionamento della politica.

Eppure le parole d’ordine della campagna elettorale del 2011 sono state Bene Comune e Democrazia Partecipata, parole che si sono rivelate, purtroppo, frutto di una speculazione sia dottrinaria che politica e che hanno prodotto solo la trasformazione dell’ARIN in ABC con implicazioni di regime giuridico che non vi sto qui a raccontare.

Il vigente ordinamento, infatti, conosce solo la distinzione tra beni pubblici e beni privati e l’esperienza, purtroppo, ci ha insegnato che la solita tiritera della incapacità a gestire i beni pubblici è servita solo a s-vendere il patrimonio pubblico e ad esternalizzare i servizi pubblici che restano l’unica fonte sicura di reddito per gli imprenditore in cerca di affari.

Ebbene, anche il San Paolo non si sottrae a questa tesi se, l’unica proposta pervenuta qualche tempo fa dal Patron del Napoli, è stata quella di acquistarlo per 1 €. (il cd. nummo uno di romana memoria).

Devo dire però che di fronte al Calcio tutte le amministrazioni cittadine sono state supine al volere del Patron del Napoli, nessun politico, infatti, ha mai avuto il coraggio di chiedere neppure il pagamento del dovuto a De Laurentiis e da quanto mi dicono questo valeva anche per Ferlaino e gli altri Patron che si sono succeduti nel tempo.

Abbiamo, purtroppo, avuto tutti politici con la paura di inimicarsi i tifosi, come se questi non fossero pure cittadini che pagano le tasse ed il biglietto per andare a vedere la partita! Solo grazie ad un esposto proposto da noi alla Corte dei Conti, infatti, si è giunti a far pagare al Calcio Napoli la somma di 6.230.000,00 €. dovuti dal 2006 al febbraio 2014 per canoni di concessione.

Oggi (03.08.2014) da quello che leggo su Repubblica Napoli ci risiamo poiché il Patron del Napoli, a convenzione scaduta, pretenderebbe dal Comune e, quindi, dai cittadini napoletani, tifosi e non, che sostituisca un “momento momento” i 60.000 seggiolini del San Paolo per adeguarlo alle prescrizioni UEFA e, quindi, sborsi di tasca NOSTRA “appena appena” 6.000.000 di €., minacciando, come al solito di andarsene a giocare altrove o di non giocare proprio la Champions.

Ora mi chiedo è possibile che colui che incassa milioni di euro sfruttando un bene pubblico, ivi compresa, acqua, luce e gas per diversi milioni all’anno a carico NOSTRO, arrivi a pretendere anche un ulteriore esborso quando le condizioni della città sono sotto gli occhi di tutti? E’ possibile che un imprenditore importante come De Laurentiis non capisca che le vacche sono talmente magre che sono morte?

Eppure, tutte le volte che ho sentito il Patron del Napoli parlare è sempre stato molto duro con la politica anche se poi quando capita l’occasione, come in questo caso, è egli stesso a pretendere un comportamento politicamente scorretto.

Il fatto è che la scarsa considerazione della politica e dei politici indebolisce l’autorevolezza delle donne e degli uomini alla guida delle istituzioni e consente ai cd. poteri forti di sopraffare il bene e l’interesse pubblico ed è per questo motivo che è sempre più urgente arruolare una classe dirigente autorevole che non faccia sconti a nessuno quando si tratta di tutelare gli interessi dei cittadini!

Ovviamente la mia proposta di fare qualche soldo con lo stadio vendendo il nome (clikka) giace nei cassetti del Consiglio Comunale perché evidentemente potrebbe disturbare i manovratori! Allo Stadio San Paolo c’è chi gioca e c’è chi paga solo che a pagare siamo sempre noi cittadini.

La mia proposta: Caro De Laurentiis mi dispiace ma non possiamo pagare i seggiolini faremmo un torto ai cittadini. Le consiglio di mettere mano alla tasca; compri i seggiolini e li doni al Comune. Credo che anche Lei comprende benissimo che non si possono spendere dei soldi per comprare dei seggiolini quando si devono aggiustare le buche per strada, i cornicioni che cadono, si devono potare gli alberi che cadono, si deve pagare la mensa scolastica, la case famiglia, i dipendenti, i semiconvitti, il trasporto pubblico etc etc etc etc …. forza faccia uno sforzo che tutto sommato il calcio rende …

Vedi anche:

Il sequestro della Corte dei Conti (clikka)

la mia intervista sullo Stadio San Paolo (clikka)

Stadio San Paolo più politica e meno gossip (clikka)

per lo stadio san paolo occorre che si rispettino i ruoli (clikka)

Il destino dello stadio san paolo (clikka)

Da Repubblica Napoli di oggi 03.08.2014

Seggiolini nuovi o addio champions

ALESSIO GEMMA

I SEGGIOLINI dello stadio San Paolo non sono a norma. Devono essere sostituiti per la stagione calcistica 2015/2016. Lo ha deciso la Uefa, pena l’esclusione del Calcio Napoli dalle coppe europee. Il club di Aurelio De Laurentiis lo ha comunicato un mese fa al Comune. Si tratta di 60 mila posti a sedere: la spesa per cambiarli si aggirerebbe sui 6 milioni di euro. Per quest’anno è scattata una deroga, ma per il prossimo anno bisogna completare l’intervento. Chi pagherà? “Il proprietario dell’impianto”, fanno sapere dalla società azzurra. A Palazzo San Giacomo si è aperta la querelle. Per gli uffici tecnici deve essere il patron a finanziare l’opera. Non la pensano allo stesso modo i collaboratori del sindaco. È l’ultima grana che si incrocia con la scadenza, il 30 giugno scorso, del rapporto tra Comune e società sportiva sulla concessione dello stadio. La giunta ha dato l’ok ad una proroga di due mesi. La soluzione per continuare a giocare a Fuorigrotta da settembre sarebbe un accordoponte di due anni. Con alcuni termini da rivedere rispetto all’attuale convenzione: De Laurentiis pagherebbe un canone fisso e non più una percentuale sull’incasso; le utenze, acqua e luce, sarebbero a carico del club e non più del Comune. Ma soprattutto il patron dovrà presentare entro un anno un progetto di riqualificazione dell’impianto. «Credo che i seggiolini spettino al Calcio Napoli — dichiara Gennaro Esposito, già presidente della commissione sport —. Non si può chiederlo ai cittadini, visto quanto ricava il Napoli dal San Paolo».

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