Chi decide su Bagnoli: il braccio di ferro tra Comune e Governo

bagnoliIeri (16.03.2015) nel consiglio comunale si è parlato di Bagnoli e dopo una lunga discussione durata oltre otto ore si è approvata a maggioranza una mozione (clikka) il cui nucleo centrale è stata la rivendicazione per il Comune di Napoli del ruolo che devono avere le istituzioni cittadine che di fatto sono state espropriate dal decreto sblocca italia (clikka).

Voglio sottolineare che questa posizione di opposizione all’esproprio delle funzioni urbanistiche del Consiglio Comunale, era assolutamente comune a tutte le forze politiche (comprese quelle di Governo presenti in consiglio) che, però credo per miopia e per ragioni tutte politiche e poco amministrative, hanno pensato di non votare il documento nonostante tutti erano ben consapevoli che anche il minimo riferimento alle cd. linee guida (ivi compresa la portualità leggera) espresse dall’Assessore all’Urbanistica Piscopo, non erano assolutamente vincolanti perché devono essere oggetto di successivi atti (varianti al PRG) che richiederanno, semmai, nuove discussioni e procedimenti assolutamente più articolati.

Il mio contributo alla mozione, che ho firmato e votato, si è incentrato principalmente sul fatto che l’intera area di Bagnoli è stata oggetto di riperimetrazione della Zona Rossa, giusta delibera della giunta regionale della Campania n._669_del_23-12-2014 (clikka), che è stata redatta in virtù di espressa indicazione del comune di Napoli che ha fornito l’allegato n. 1 alla delibera di giunta regionale stessa (clikka). Nella mozione, infatti, troverete un espresso riferimento a questo dato relativo alle volumetrie che, peraltro, è oggetto del tavolo costituito dalla Regione in virtù della delibera sempre della giunta regione campania n_27_del_09-02-2015 (clikka). Tavolo che dovrà stabilire cosa, quanto e come si potrà costruire a Bagnoli.

Ovviamente spero che la politica (quella volta all’interesse pubblico) applichi il cd. principio di precauzione, per la sicurezza dei cittadini e pertanto ripensi, ovviamente riducendole, le volumetrie, stabilendo che non sono consentite volumetrie destinate a residenza (se non in minima parte) atteso che vie di fuga non mi pare che abbondino nell’area di Bagnoli.

L’atto che abbiamo approvato in sostanza non dice ancora nulla di concreto (né poteva) ed ha avuto un prevalente contenuto politico circa il commissariamento. Ora se il Governo manterrà la posizione intrapresa deciderà da solo tutto, sperando che non superi i limiti di sicurezza di cui ho detto, se, invece, avrà un ripensamento, allora il Consiglio Comunale dovrà adottare gli atti urbanistici necessari seguendo le relative procedure.

Su Bagnoli troverete molti miei interventi clikkando qui.

Il mio intervento al 51:40

Mediazione obbligatoria: Il governo Letta a servizio delle lobby

enrico-gianni-letta-233359_tnIl Governo letta ha nella sua agenda il ripristino della conciliazione obbligatoria. Io ho già ho scritto sul tema avvalendomi della mia esperienza di avvocato del Foro di Napoli e dicendo chiaramente che è una ulteriore tassa che viene caricata sui cittadini a favore di lobby di potere che si sono organizzate investendo denaro a danno della collettività. L’idea della mediazione obbligatoria (che resta una contraddizione in termini) viene contrabbandata come un mezzo deflattivo della giustizia. Io, nella mia esperienza, per quel poco che è durata, prima del sacrosanto intervento della Corte Costituzionale, che l’ha dichiarata illegittima, ho potuto constatare che la mediazione obbligatoria è stata solo una tassa perché il cd. verbale negativo necessario per poi “fare causa” è costato al cittadino semplicemente come un ulteriore spesa che si aggiunge a quelle paurosamente decuplicate previste per accedere alla giustizia. Solo che il cd. contributo unificato che si paga va allo stato, mentre i cd. diritti di segreteria ed i compensi per la mediazione obbligatoria vanno nelle tasche dei privati organizzatisi in vere e propri lobby a cui anche questo governo è sensibile. Qualche tempo fa ho anche scritto sul tema segnalando come esso era ben accolto in modo trasversale dai precedenti parlamentari  (ricordiamoci di questi parlamentari clikka), oggi spero che i nuovi parlamentari abbiano la forza per mandare a quel paese questo assurdo progetto che finisce anche per avvilire il lavoro degli avvocati. Per dirla tutta, io prima di proporre un giudizio per un mio cliente cerco ogni modo per evitare la causa. Bene allora, proporrei al nuovo governo di coalizione, anziché aggiungere queste spese a carico dei cittadini, perché non istituzionalizzare ciò che ogni avvocato già fa in ossequio al noto brocardo “meglio nu male accordo che na causa vinta” (meglio un cattivo accordo che una causa vinta). Invece no! Il nostro governo di compromesso ha già stipulato una bella cambiale con le forze oscure del paese mostrandosi sensibile ad accogliere questa istanza a danno dei cittadini e di coloro che essendo giovani e poveri in canna si avvicinano alla professione di avvocato. Solo per capire il senso nel quale stiamo andando: io da figlio di operaio sono riuscito a mettere in piedi uno studio legale e praticare la professione da oltre quindici anni traendo un reddito per me e la mia famiglia, oggi un giovane avvocato figlio di operaio non avrebbe la possibilità di fare la stessa cosa per la paurosa decuplicazione delle tasse! Complimenti gianni ed enrico letta state andando nel verso giusto che schifo!

usate l’hastag #nomediazioneobbligatoria per far valere ul vostro dissenso!

Voglio sapere cosa ne pensano i nostri parlamentari ed in particolare quelli della mia regione (Campania). Voglio sapere come ci rappresentano i nostri rappresentanti devono dichiararlo ed avere il coraggio di sostenere le loro tesi!

ROMA. Il Presidente del consiglio, Enrico Letta, ha presentato i punti sui quali fondare il programma di governo. Punti che  non potranno prescindere da quanto raccomandato dai saggi nominati dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Per quanto riguarda la giustizia civile, nell’ottica della riduzione dei tempi della giustizia e al fine di snellire il carico del contenzioso civile, sarà necessario promuovere l’utilizzo di misure alternative di risoluzione delle cause, mediante il ripristino di forme obbligatorie di mediazione.

Contestualmente il neo premier abbraccia anche la politica di potenziamento delle strutture giudiziarie, e, soprattutto, la promozione del principio di moralizzazione della vita pubblica.

Secondo Letta bisogna dunque primariamente combattere la corruzione. Anche sul fronte emergenza-carceri il recente programma ripercorre le indicazioni tracciate dai saggi, e cioè la depenalizzazione e l’utilizzo costante, ove possibile, di misure alternative alla detenzione.

Il governo della disperazione

gasparriL’episodio di stamani lascia sgomenti. L’atto va condannato senza mezzi termini ma non si può tacere il malessere e la disperazione che c’è nel paese e che forse ha armato la mano del “povero” Luigi Preiti l’attentatore che ha esploso sei colpi di pistola contro due carabinieri ed una donna e che dopo ha gridato sparatemi. I Cittadini che hanno ancora qualche speranza si sentono traditi dall’agire politico che vede ancora una volta entrare nei palazzi dell’amministrazione l’antipolitica degli interessi particolari e dell’economia. Quali riforme potrà mai fare un governo come quello che è nato oggi e che finirà per condizionare il lavoro del parlamento, che finirà ancora una volta, gioco forza, privato del suo ruolo centrale. Mi chiedo, infatti, quale riforma elettorale, quale legge sul conflitto di interessi, quale legge sulla corruzione, quale legge sul lavoro potrà mai fare un tale miscuglio di individualismi. Non credo ci voglia molta arguzia per capire che questo è un governo del compromesso, che in Italia è pesantemente condizionato da un partito di pseudodestra  berlusconicentrica. Per questo motivo, come in tanti, non condivido le parole pronunciate qualche giorno fa del presidente della repubblica. Non si può fare un governo di salvataggio destra/sinistra in Italia perché la destra italiana non rappresenta alcuna ideologia ma solo interessi personali si è ormai perso ogni visione ideale della politica. Il governo letta è, infatti, la dimostrazione che le ideologie non c’entrano più nulla con la politica. Ormai da anni nella lotta politica a scontrarsi non sono diverse visioni del mondo ma semplici questioni di interesse dove l’economia la fa da padrona indirizzando le scelte e rendendo insignificanti i politici. I partiti sono morti nel momento in cui hanno abbandonato gli ideali ed hanno iniziato ad arruolare individui senza scrupoli che hanno avuto – ed hanno – come unico obiettivo l’accrescimento della ricchezza e del potere personale. Contrariamente a ciò che pensano in molti occorrerebbe un ritorno delle ideologie portate da uomini onesti che hanno una visione del mondo e della economia globale che, purtroppo, sempre più va verso una finanza astratta sganciata da quella reale che anzi ne risulta compromessa. Occorre che la politica si riappropri del suo ruolo di laboratorio di idee ed abbia una visione del mondo in grado di coinvolgere  il popolo, ovviamente no alla violenza ma questo andrebbe spiegato a gasparri, che qualche giorno fa mostrava il dito medio alla folla di cittadini radunatasi per l’elezione del Presidente della Repubblica, ma anche a quelle persone che non hanno alcuna dignità per sedere su uno scranno parlamentare.

Pare che valga ancora questo video preveggente di Guzzanti: il paese non è né di destra né di sinistra è di berlusconi:

Blog su WordPress.com.

Su ↑