La discussione è aperta con il patron del Napoli che propone un nuovo stadio a Bagnoli e l’indirizzo del Sindaco di ristrutturare il Maradona. E’ molto probabile che la scelta sia la terza via: un nuovo stadio ma non a Bagnoli area già molto congestionata.
LADRI DI SPIAGGE
Diciamolo chiaramente tutte le concessioni balneari italiane sono tutte illegali ed i cd. lidi sono un sopruso alla popolazione e le istituzioni che non intervengono per far rispettare la legge sono illegali anche loro. Mi riferisco alle Autorità Portuali, Capitanerie di Porto e Comuni che hanno esercitato la cd. sdemanializzazione. A dirlo non sono io (quivis de populo) ma è la ormai costante giurisprudenza del massimo Consesso della Giustizia Amministrativa, di cui trascriviamo un passo importante dell’ultima sentenza del 28.08.2023 che, in ogni caso, incolliamo in calce. Lo dico qui, la mia prospettiva è non dare le concessioni balneari per l’uso esclusivo, ma concessioni per renedere servizi sulle spiaggie che sono e devono essere di accesso pubblico sul modello Spagnolo e Greco! A Napoli poi c’è una ulteriore anomalia sul lungomare di Bagnoli si sono installate delle attività che sotto le mentite spoglie di concessionari balneari fanno vera e propria impresa di discoteca ed attività di ristorazione e somministrazione, pagando canoni concessori irrisori a fronte di guadagni milionari! Faccio una ulteriore considerazione i ladri di spiagge (altrimenti detti concessioniari balneari) sono molto convincenti ed hanno l’amicizia di molti parlamentari tra tutti gli schieramenti politici, un po’ come i concessionari del gioco d’azzardo, ed ottegono proroghe di concessioni a quattro lire che per fortuna la Giustizia Amministrativa Italiana e l’Europa hanno sempre bocciato!
Consiglio Di Stato n. 7992 del 28.08.2023, secondo cui: “La circostanza per cui gli atti di proroga eventualmente adottati da una amministrazione (come è avvenuto nel caso di specie) in violazione del diritto eurounitario, segnatamente in contrasto con l’art. 49 TFUE e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE, non producono alcun effetto giuridico. Essi, infatti, debbono ritenersi tamquam non esset (senza neppure necessità o obbligo di impugnazione) (cfr. sul punto, tra le più recenti, Cons. Stato, Sez. VII, 7 luglio 2023 n. 6675 nonché Sez. VI 19 aprile 2023 n. 3964 che ha riassunto la questione come segue i “principi enunciati dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, con le sentenze del 9 novembre 2021, n. 17 e n. 18, secondo le quali: i) le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative – compresa la moratoria introdotta in correlazione con l’emergenza epidemiologica da Covid-19 dall’art. 182, comma 2, D.L. n. 34/2020, convertito in legge n. 77/2020 – sono in contrasto con il diritto eurounitario, segnatamente con l’art. 49 TFUE e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE; tali norme, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione; ii) ancorché siano intervenuti atti di proroga rilasciati dalla P.A. deve escludersi la sussistenza di un diritto alla prosecuzione del rapporto in capo gli attuali concessionari; non vengono al riguardo in rilievo i poteri di autotutela decisoria della P.A. in quanto l’effetto di cui si discute è direttamente disposto dalla legge, che ha nella sostanza legificato i provvedimenti di concessione prorogandone i termini di durata; la non applicazione della legge implica, quindi, che gli effetti da essa prodotti sulle concessioni già rilasciate debbano parimenti ritenersi tamquam non esset, senza che rilevi la presenza o meno di un atto dichiarativo dell’effetto legale di proroga adottato dalla P.A. o l’esistenza di un giudicato”).
Le Proposte per il Bilancio del Comune di Napoli
Il 4 luglio scorso abbiamo approvato il Bilancio Previsionale del Comune di Napoli, io, insieme al Gruppo Manfredi Sindaco, ho portato dieci ordini del giorno, che rappresentano un indirizzo all’amministrazione. Lo dico in premessa, il vero problema del Bilancio Comunale sono le tasse ed imposte che non si riesce a riscuotere, tutti ne parlano, tutti lo sanno, ma poi cosa si fa per riscuotere? Ebbene, di questi ordini del giorno, 9 sono volti ad incrementare le entrate e la riscossione ed uno solo la spesa, prevedendo, quest’ultimo, la realizzazione degli ascensori necessari per i nostri concittadini gravemente disabili che abitano nelle case ERP del Comune, prive di ascensori e, quindi, costretti a non poter scendere dalle loro case da anni! Devo dire che tutta la maratona delle 18 ore del Bilancio previsionale 2023/2025, come accade in parlamento, è una sorta di assalto alla diligenza, tutti fanno proposte per spendere e risolvere qualche problemino ai cittadini, semmai del proprio bacino elettorale; quando poi si parla di riscuotere, cade il silenzio, perché ciò vuol dire farsi dei nemici e perdere elettori; ma senza la riscossione delle tasse e delle imposte, non c’è miglioramento dei servizi possibile e non c’è città che possa sopravvivere! Basti pensare che la TARI (la tassa sulla spazzatura) la pagano solo il 37% dei Napoletani, l’altro 63% pensa di essere più furbo degli altri! C’è poi un’altra considerazione, forse i politici proprio sulla riscossione sono più propensi a girarsi all’altra parte, per non inimicarsi il 63% di evasori propabili/possibili elettori. Per mia formazione e cultura non sono abituato a girarmi dall’altra parte e, pertanto, con questi provvedimenti ho voluto affrontare il problema di petto, solo che la sensazione di solitudine era palpabile, mi sono quasi sentito un marziano …. seppure i provvedimenti proposti sono stati pressoché tutti approvati in larga misura all’unanimità qualcono a maggioranza. Vi consiglio la visione del video per comprendere ciò che voglio dire. In calce Vi posto anche i documenti approvati nell’ordine in cui sono stati discussi!
Amministrare Napoli
Il Documento Unico di Programmazione
Al Consiglio Comunale del 15 maggio scorso sono intervenuto sul Documento Unico di Programmazione, un atto amministrativo importante con il quale si sono tracciate le linee di indirizzo amministrativo della città. Un documento corposo di ben 1417 pagine di cui ovviamente ho dato conto solo in parte, altrimenti ci sarebbero voluti diversi giorni ….:) in questo articolo vi posto l’intero documento che potrete leggere e studiare per conoscere un po’ di più il programma della Città
Il Palazzo di San Giuseppe Moscati Una residenza per gli Studenti di Medicina
Questa è una proposta che ho discusso con il Prof. Gennaro Rispoli, ottimo medico ed altrettanto ottimo Collega Consigliere Comunale. E’ un piccolo/grande inizio per la devozione verso il Santo Medico dei Poveri e per gli studenti che da qualche tempo sono ormai stati espulsi dalla Città, per effetto della gentrificazione che stiamo subendo supinamente ad una velocità raccapricciante. Due azioni in una! La proposta è stata formalizzata ieri alla Segreteria del Consiglio Comunale di Napoli, firmata da tutto il Gruppo Manfredi Sindaco (Fulvio Fucito, Walter Savarese d’Atri, Sergio Colella, Luigi Musto, Demterio Gennaro Paipais) e dal Presidente dell’Osservatorio Centro storico di Napoli Prof. Gennaro Rispoli. Una piccola goccia nel mare della buona amministrazione che tento di navigare guardando l’orizzonte di una Napoli che amo visceralmente.
L’Occupazione di Napoli a Mi Manda Rai Tre
Il tema della occupazione di suolo pubblico a scopo commerciale è una questione di uso democratico degli spazi pubblici. Consiglio la visione del servizio che descrive bene la situazione napoletana. Le cose che dico nel servizio le dico anche in Consiglio Comunale e nelle commissioni competenti, avendo ricevuto tale mandato dai miei elettori a cui sono legato da un rapporto di lealtà politica.
La Festa del Lavoro con Giuseppe Di Vittorio

Giuseppe Di Vittorio un gigante della Politica e del Sindacalismo Italiano. Egli partì da Cerignola per la difesa dei braccianti agricoli. Oggi in parlamento una forza di sinistra (si per dire), ha portato Aboubakar Soumahoro, individuato come rappresentante dei braccianti agricoli extracomunitari sfruttati, con tutte le polemiche scatenatesi dopo la sua elezione che l’hanno fatto sparire nell’ignoto nonostante la drammatica condizione di questi lavoratori e lavoratrici che meritano di essere rappresentati, ancora oggi, da Giuseppe Di Vittorio! Ci ho pensato molto a questo accostamento ma il baratro che passa tra le due figure è tale che mi ha scioccato e mi sono convinto a pubblicarlo affinché si sappia quali sono gli uomini che devono ispirarci è da cui trarre l’esempio.
Buona festa della Liberazione
Buon 25 Aprile: Alla memoria partigiana è dedicato questo giorno nel quale si “festeggia” la liberazione dell’Italia dall’oppressione Fascista. E’ il momento del ricordo per rinsaldare le nostre radici, a cui, da Napoletano, non posso non aggiungere il ricordo per la “mancata” liberazione del 1799. 122 martiri giustiziati per aver immaginato la Repubblica Napoletana secondo gli ideali della Rivoluzione Francese di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Cosa sarebbe diventata Napoli e l’Italia se gli ideali repubblicani avessero prevalso sulla monarchia borbonica? I nomi dei martiri napoletani sono su due lapidi all’interno di Palazzo San Giacomo, a loro ed ai partigiani va dedicata questa giornata di riflessione, per aver avuto il coraggio di anteporre i loro ideali alle loro stesse vite. Viva La Repubblica Napoletana Viva l’Italia Antifascista!
Il Diritto dei Disabili a vedere le partite del Napoli
In quest’intervento al Consiglio Comunale del 18 aprile 2023 ho voluto sottolineare alcuni aspetti circa il diritto dei diversamente abili ad accedere allo Stadio Maradona per assistere alle partite. La Civiltà di un paese si misura dalla sua capacità di essere solidali con chi ha più difficoltà.
La tutela dei Bambini delle Famiglie Arcobaleno
I bambini in qualsiasi maniera siano venuti al mondo sono tutti uguali ed occorre che la tutela sia piena è questo il senso dell’Ordine del Giorno che in Commissione Pari Opportunutà abbiamo avuto modo di discutere e scrivere.
L’occupazione della Città
E’ ormai opinione comune che il centro storico di Napoli sia in una fase spinta di trasformazione urbana, a tal punto che si rischia di pregiudicarne la composizione sociale. Sul tema il dibattito sui giornali cittadini è acceso e da più parti è stato lanciato il grido di allarme contro la città “fast food” interamente “tavolinizzata”, tanto che è ormai chiaro che si debba introdurre una limitazione al rilascio delle licenze come accaduto a Firenze. In più occasioni ho avuto modo di sottolineare come questo fenomeno debba essere responsabilmente guidato affinché non si consumi un vero e proprio “assalto alla diligenza”, indicando quali sono gli organi della Pubblica Amministrazione che, proprio in questo momento, non devono far mancare la loro azione. Come Consigliere Comunale, si può dire che ho una interlocuzione quotidiana con lo sportello attività produttive, lo sportello edilizia privata e la Polizia Municipale, ivi compresi gli assessorati al Commercio ed alla Legalità del Comune di Napoli, segnalando e sollecitando interventi su indicazione dei cittadini che si vedono progressivamente erosi gli spazi pubblici, spesso in violazione di norme statali e locali. In alcuni quartieri l’impatto, non ho timore a dire, è stato un vero e proprio “tsunami commerciale” che ha coinvolto non solo i piani terra dei palazzi storici, quasi tutti trasformati in “baretti, spritzerie, pizzetterie e panzarotterie”, di vario genere e natura, ma anche i piani superiori, con il proliferare di B&B che erodono spazi abitativi ai cittadini ed agli studenti “fuori sede” che sono ormai stati cacciati dal quartiere universitario. Già qualche mese fa, ebbi modo di richiamare l’attenzione sulla competente Unità Operativa di Prevenzione Collettiva dell’ASL la quale, nelle due tre occasioni che è scesa in campo, trovando risalto sulla stampa cittadina, ha confiscato chili e chili di alimenti, non ben tenuti e chiuso alcune attività di somministrazione per la violazione di norme igienico/sanitarie. E’ bene chiarire che le norme ci sono e devono solo essere fatte rispettare a tutti i livelli se si vogliono proteggere i cittadini e si vuole conservare il tessuto storico, architettonico e monumentale napoletano. Il che non significa limitare lo sviluppo economico ma, semmai, indirizzarlo verso una direzione compatibile con i cittadini e l’uso democratico degli spazi pubblici. Ebbene, ciò che balza agli occhi dopo “il caso” di piazzetta Rodinò, nel salotto buono di Napoli, con la quasi completa occupazione di suolo pubblico, con i cd. dehors, sono da un lato la valutazione positiva espressa dalla competente Soprintendenza, dall’altro la completa assenza di qualsivoglia valutazione edilizia. Ebbene, non sfuggirà ad un attento osservatore della città che, se da un lato, una verandina su un balcone, giustamente, viene perseguita penalmente con sequestri giudiziari ed anni di causa, con tanto di ordine di abbattimento, dall’altro assistiamo alla realizzazione di vere e proprie “stanze” su suolo pubblico che, invece, non destano, da questo punto di vista, in città, alcun allarme o considerazione da parte delle competenti istituzioni amministrative e giudiziarie. Eppure, il Consiglio di Stato, con una nota recente sentenza del 13.02.2023, n. 1489, estensore Manzione, Presidente Forlenza, in linea con un ormai consolidato orientamento, fa il punto della situazione proprio sui cd. Dehors precisando, in modo cristallino, che quando il manufatto è permanente esso è da considerare un vero e proprio aumento di volumetria che richiede il permesso di costruire. Ebbene, nei casi che possiamo, ad ogni piè sospinto osservare a Napoli, senza timori di essere smentiti, si notano moltissimi manufatti realizzati con basamenti in ferro ancorati al suolo e con pilastri che si ergono, in genere di alluminio o altro materiale, che poi reggono una copertura e le pareti che per le loro fattezza è impossibile considerare precari e temporanei, sicché sorge spontanea la domanda come sia possibile che una verandina in abitazione privata, provochi un “cataclisima giuzidiario”, mentre intere stanze realizzate su suolo pubblico, sono tollerate senza alcuna considerazione dell’impatto urbano che con il loro proliferare oggi mostrano. Volendo fare tesoro delle esperienze altrui è il caso di osservare che il Comune di Milano, nel 2021 ha redatto le linee guida di progettazione dello spazio urbano, un lavoro interdisciplinare, che vede al centro il cittadino. Certo si potrà anche dire che tra teoria e pratica poi ci scorre il mare ma è sicuro che senza la teoria, una buona teoria, non ci può essere sicuramente una buona pratica.