L’occupazione dello Stadio Collana

collanaStamane i Giornali cittadini danno conto della sentenza del Consiglio di Stato con la quale è stata annullata l’aggiudicazione alla CESPORT dello Stadio Collana, su ricorso di un altro raggruppamento di imprese ed associazioni che fanno capo ai giocatori Ferrara e Cannavaro ed all’imprenditore Pagliara. Come dire un intrigo giuridico, amministrativo e politico che, per quanto mi è dato sapere dura da oltre 20 anni, con un Comune di Napoli incapace di gestirlo come dovrebbe e la Regione (Giunta Caldoro) che ad un certo punto ha approfittato della incapacità del Comune per assegnarlo ai privati. Un ragionamento tutto politico, fatto proprio anche dal Presidente De Luca, fondato sul fatto che i rappresentanti del Comune di Napoli sono ormai avversari politici di quelli che siedono (e sedevano) in Regione Campania; il tutto a scapito dei cittadini. Il risultato è che dal 25 gennaio scorso il Collana è chiuso!

Ovviamente la mia solidarietà va agli OTTOMILA cittadini e cittadine Napoletane ed alle tante associazioni sportive che allo stato sono fuori i cancelli dello Stadio pagando un prezzo altissimo per evidenti incapacità politiche, amministrative e civili … altrettanto ovviamente i responsabili, per come la vedo io, dovrebbero essere cacciati a calci dalle istituzioni, solo che difficilmente questi si accerteranno, anche per il disinteresse generale verso la politica (termine ormai divenuto sinonimo di nefandezze ed incapacità)…

A questo punto e provocatoriamente, mi aspetto che il Sindaco di Napoli ed i movimenti che svolgono il cd. controllo popolare, in un impeto rivoluzionario, prendano in mano la situazione ed occupino lo Stadio Collana, trasformandolo in un grande Centro Sociale aperto al Popolo ed alla Popolazione ….

La storia dello Stadio Collana su questo Blog (clikka)

Il Mattino (clikka)

La Repubblica Napoli (clikka)

Corriere del Mezzogiorno (clikka)

Chiuse 6 Sale da Gioco Illegali

salagiochiIl regolamento sulle sale da gioco (clikka) che proposi e feci approvare al Consiglio Comunale di Napoli nel dicembre 2015, mantiene la sua validità ed efficacia. Tra l’altro sia il TAR Campania, sia il Consiglio di Stato, nelle numerose procedure cautelari intentate dagli esercenti ne hanno confermato l’impianto che, occorre ricordare, è unicamente volto a limitare quella che ormai è da considerare una vera e propria piaga sociale, tanto che la ludopatia è stata di recente inserita tra i cd. LEA (livelli essenziali di assistenza) dal Ministero della Salute.

Devo dire che mi giungono molte segnalazioni di sale da gioco, punti scommesse ed altri esercizi commerciali, muniti delle cd. slot e vlt, che non rispettano l’orario di funzionamento, tal volta addirittura espongono un orario diverso come accade nella frequentatissima galleria commerciale della Stazione Garibaldi. E’ chiaro occorre attenzione, controllo e collaborazione istituzionale. Difatti, per le SLOT e le VLT collegate telematicamente all’Amministrazione dei Monopoli di Stato, si potrebbe semplicemente inviare, da parte del Comune una richiesta di disattivazione negli orari non consenstiti, di modo che il problema del controllo sarebbe risolto alla radice. Lo farà mai il Sindaco o qualche zelante Amministratore del Comune di Napoli, io spero di si, perché così si alleggerirebbe il lavoro alla Polizia Municipale. Ad ogni buon conto colgo con piacere i provvedimenti emessi dalla dirigente del SUAP di Napoli con i quali sono state chiuse le Sale Gioco che non rispettavano il regolamento site in:  Via Arenaccia (clikka),  Corso V. Eamanuele (clikka),  Corso San Giovanni (clikka)Piazza Garibaldi (clikka), Via A. Poerio (clikka) e di nuovo un altra in  Via Arenaccia (clikka).

Vi consiglio di dare una lettura, ai citati provvedimenti, per capire come un atto regolamentare possa incidere così tanto nel tessuto sociale. Un vero e proprio atto di amministrazione con il quale si sceglie da che parte stare; cosa rara per una politica che sempre troppo interessata a raccattare consenso a destra ed a manca. Quello che voglio dire è che la cd. buona amministrazione vale molto di più di qualsivoglia provvedimento giurisdizionale che, ovviamente, per sua natura non è rivolto alla comunità.

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