Mi trovo ad essere un esponente della società civile che, per un caso assolutamente fortuito, si trova nell’istituzione e, dopo oltre tre anni di esperienza, mi sorgono spontanee alcune domande:
1) Qual è il ruolo della società civile che entra nell’istituzione attraverso una lista civica?
2) che differenza c’è tra un esponente della società civile ed un esponente di partito?
3) vale per gli esponenti della società civile il linguaggio proprio dei partiti?
4) vale per gli esponenti della società civile la semplificazione tanto cara ai “giornalai” di maggioranza/opposizione?
5) a cosa è vincolata la società civile rappresentata nelle istituzioni?
Ora vi posso assicurare che se a queste domande farete rispondere un esponete di partito o uno che è stato “drogato” dalla politica o che cerca di scimmiottare i partiti avrete delle risposte diametralmente opposte a quelle che potrebbe dare un libero cittadino/amministratore che è entrato, diciamo in un consiglio comunale, perché si era scocciato dei soliti riti, della solita solfa, non avendo trovato nessuno in grado di rappresentarlo. Parrebbe logico, allora, che il cittadino/amministratore pubblico di certo non imiterà il comportamento di quelli di cui non si fidava.
Chi viene dalla società civile “dovrebbe” portare con se uno spirito libero scevro dalle logiche di partito, senza piegarsi al binomio maggioranza/opposizione e sfuggire ad un linguaggio che fino ad un minuto prima di entrare nell’istituzione gli era, se non sconosciuto, sicuramente negletto. E’, altresì, chiaro che per fare questo il cittadino/amministratore dovrà, gioco forza, lavorare il triplo perché avrà il dovere di valutare atto per atto e, quindi, studiare anche molto, per capire se viene perseguito l’interesse pubblico. L’esponente di partito, o il cittadino che cerca di scimmiottare l’esponente di partito, per sentirsi pari o più affidabile, invece, deciderà secondo la logica maggioranza/opposizion: Senza studiare nulla, voto contro o a favore perché mi sento di opposizione o di maggioranza.
La cosa triste è che anche i pennivendoli, “giornalai” venditori di carta straccia (salvo rarissime eccezioni) per semplificarsi il lavoro sono legati a questa logica maggioranza/opposizione proprio perché è comoda e non impone né di seguire un consiglio comunale (che può durare anche un intero giorno) né di studiarsi le carte.
Il cittadino/amministratore, in sostanza, pensa che le cose si debbano fare nell’interesse dei cittadini, sempre e comunque, a prescindere da chi le fa e sulla base di questo principio dovrebbe tracciare la linea del suo comportamento istituzionale improntato solo ed esclusivamente sul programma elettorale unico vincolo a cui ancorarsi proprio perché non di partito.
Questa considerazione, ad esempio, rende inconcepibile la sorta di “quadriglia” che spesso si mette in scena nelle assemblee consiliari, uscendo dall’aula per far cadere il numero legale, al solo scopo di dimostrare che la maggioranza non ha i numeri, anche quando ci sono da votare delibere importanti e da discutere nell’interesse pubblico. Questo è, infatti, un comportamento barbaro mutuato dalla peggiore politica dei partiti dal quale l’esponente della società civile dovrebbe stare lontano, perché ha l’obbligo, più degli altri, di entrare sempre nel merito. Basti pensare che nel parlamento tedesco se un componente della maggioranza è assente per giustificati motivi, dall’aula, esce anche un componete dell’opposizione al fine di lasciare immutati gli equilibri dovendo vertere lo scontro politico sulle cose concrete da fare e non sulla mera strategia di posizionamento.
L’apporto dell’esponente della società civile nell’istituzione, quindi, deve essere quello di sottrarsi alla logica ed al linguaggio strettamente partitico, con l’obbligo di migliorare il comportamento istituzionale, senza piegarsi alla barbarie dei partiti ma, anzi, ponendosi l’alto compito di migliorarli, dando l’esempio e dimostrando che molti riti e categorie della politica sono sbagliati e non nell’interesse dei cittadini perché improntati ad una logica strettamente partitica e non nell’interesse pubblico. Ma questo ovviamente lo dico perché sono un idealista politico (clikka).
vedi anche:
l’esperienza de magistris e la società civile (clikka)
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