Apriamo lo Zoo ma senza tante domande!

ienaOggi (24.07.2013) ho partecipato ad una assemblea pubblica che aveva ad oggetto lo Zoo di Napoli e la proposta dell’imprenditore Francesco Floro Flores. L’assemblea si è tenuta su iniziativa meritoria degli esponenti di SEL, c’erano, infatti, gli ottimi Marcello Cadavero e Roberto Braibanti nonché l’imprenditore proponente che ha avuto il merito di venire nel palazzo del Consiglio Comunale ad illustrare la sua idea. Purtroppo, mi sono reso conto che quando c’è l’unico imprenditore che si fa avanti è meglio non fare domande e stendergli i tappeti rossi, altrimenti, si potrebbe offendere e tirarsi indietro! Hanno partecipato anche i lavoratori dello Zoo verso i quali esprimo la mia solidarietà e dei quali sono preoccupato, solo che anche loro hanno ritenuto che era meglio non fare domande ! Io ovviamente le domande le ho fatte ed ho ricevuto un coro di contestazioni proprio da parte dei lavoratori che volevo in realtà tutelare. Si potrebbe dire che non mi hanno capito o che a Napoli stiamo così “inguaiati” che è meglio accontentarsi; che tutto sommato se andiamo al terzo fallimento “c’avimma fa!”. Come sempre cerco di capire come stanno veramente le cose ed allora, dopo tante parole su laghetti, gabbie all’ultima generazione, ristoranti etc etc ho chiesto all’imprenditore: “si vabbè, ma dal punto di vista economico/finanziario quali sono i numeri? Dovremmo valutare le proiezioni per capire se il progetto è fattibile e si regge in piedi”. Ho anche chiesto quale era l’offerta per il contratto di locazione con la mostra. Per non sembrare di essere troppo “sgarbato” ho giustificato queste mie domande col fatto che la situazione è gravissima e ciò lo dimostra il fatto che c’è stata una sola proposta imprenditoriale, senza la possibilità di scelta né una reale concorrenza. Ovviamente, ciò dimostra anche la incapacità della imprenditoria napoletana che non è in grado di mettere in campo una sana concorrenza per l’assenza di Imprenditori. Per carità non faccio una colpa a Floro Flores sia ben chiaro, ma non si può negare che per il mercato, la mancanza di imprenditori concorrenti, è un vulnus. Mi sarei aspettato un reazione diversa con una discussione che fosse entrata nei particolari economici per comprendere come meglio fare il bene e l’interesse pubblico. Si è sollevato, a queste mie domande, un coro di proteste, in particolare dei lavoratori, che hanno ritenuto troppo invasive le mie richieste quasi che avessi fatto uno sgarbo. Ho cercato di spiegare che le domande le facevo proprio per capire, anche nell’interesse dei lavoratori, se la proposta era buona e percorribile. E’ stato tutto inutile! Niente da fare! Abbiamo avuto una proposta e dobbiamo starci nonostante l’imprenditore ad un certo punto avesse iniziato a rispondermi. Mi hanno detto che avrei dovuto avere già tutti i dati e che gli stessi sarebbero reperibili sul web che ormai era tardi e che si doveva solo firmare! Sennonché stasera ho cercato i dati che avrebbero dovuto essere sul web ma nulla! Nessun business plan niente di niente neppure sul blog di francecso floro flores (clikka)! Un coro di sindacalisti e lavoratori indispettiti dalla mia “arroganza” fino a giungere ad un intervento strappappalusi di un non meglio specificato collaboratore della commissione ambiente del comune (?). Per questi i dati li avrei dovuti già avere ed in mancanza li avrei dovuti chiedere all’amministrazione che ne è in possesso. Sinceramente non ho capito questa chiusura e se un imprenditore coraggioso viene in consiglio comunale non vedo perché non debba dire lui stesso ai cittadini ed agli amministratori quale è la sua proposta anche economica. Per me vale il binomio: bene pubblico/discissione pubblica. Alla fine alcuni dati sono usciti, il resto li chiederò con una lettera all’amministratore della Mostra che spero mi risponda. Orbene, senza mezzi termini, i dati appresi sarebbero, sempre se ho capito bene: Acquisto della azienda dal fallimento con il pagamento della somma di 50.000,00 €. (pari ai tfr dei lavoratori maturati nell’esercizio provvisorio), promessa di investimento di 6.000.000,00 €., un contratto di affitto trentennale con la mostra, con diritto di prelazione alla scadenza dei trena anni (non so se è possibile trattandosi di una società pubblica), canone gratuito per i primi cinque anni (e non ho capito bene qualcosa di agevolato per altri dieci anni), promessa di dare una percentuale del 5 % (mi sembra) sugli incassi superiori ai 200.000 visitatori all’anno, con la precisazione che se non si dovessero raggiungere i 200.000 visitatori (con biglietto a 6 €.) l’operazione non si potrebbe economicamente sostenere, tenuto conto che  lo Zoo ha un costo mensile di 100.000 €. Ovviamente, l’imprenditore ci ha tenuto a precisare che l’operazione deve essere bancabile. Il che significa che i 6.000.000,00 li mette la banca che prenderà le dovute garanzie. Tutto normale, sia ben chiaro, ho bisogno di altri dati per capire, ma se le cose stanno così ci potremmo trovare innanzi ad un’altra operazione dove l’imprenditore col pubblico non mette nulla sul tavolo. Spero che almeno la mostra si faccia dare delle garanzie assicurative o bancarie … ma forse sarebbe chiedere troppo! Si dovesse offendere l’imprenditore? Da questa storia ho capito che non sono un politico avrei, invece, dovuto dire è bellissimo tutto ok assumete i lavoratori andrò dal Sindaco a chiedere di sbrigarsi! Che tristezza, noi Napoletani aspettiamo sempre il salvatore della patria affidandoci anima e corpo! Di questo passo non so se riusciremo mai a cambiare qualche virgola a questo libro che si scrive da solo usando sempre le stesse parole… che tristezza!

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Zoo/Edenlandia/Bagnoli/Fuorigrotta. Una piccola Las Vegas napoletana

edenlandiaPossibile che per gli italiani ed in particolare per i napoletani le occasioni di sviluppo che la storia e la natura ci offrono finiscono sempre per essere un danno alla collettività ed un privilegio temporaneo per pochi? Credo che la questione ZOO/Edenlandia/Cinodromo sia una chiara manifestazione di questo mio pensiero. L’iter è iniziato col fallimento della Società Parks and Leisure S.r.l., di proprietà di Cesare Falchero dichiarato dal Tribunale di Napoli l’11.10.2011. Compito, istituzionale, della procedura fallimentare è quello di tutelare gli interessi dei creditori attraverso la liquidazione del patrimonio del fallito. Ebbene, il Tribunale ha, in quest’ottica, spinto il curatore a cercare un accordo con la Mostra D’Oltremare (società partecipata dal Comune di Napoli, Regione Campania, Provincia di Napoli e Camera di Commercio) affinché rinunciasse allo sfratto del complesso ZOO/Edenlandia/Cinodromo chiedendo anche, per certi versi in modo paradossale, il rinnovo del contratto di locazione. Sono in attesa degli atti che, nella mia qualità di consigliere comunale, ho chiesto all’ente mostra, ma c’è un dato che si legge dal decreto del Tribunale  (clikka) che mi lascia molto perplesso: Il contratto che prima prevedeva un canone di locazione di €. 840.000,00, è stato di colpo ed in ragione di una perizia, ridotto a 400.000,00 €. Una perdita annua di 440.000,00 per la partecipata e quindi per la collettività! Posso pure capire che c’è la crisi ma vincolarsi, pare, per 30 anni ad un canone dimezzato credo sia troppo e mi ricorda un film già visto per lo stadio San Paolo che ugualmente fu dato ad un canone ridicolo per aiutare il calcio napoli. Essere amministratore pubblico è difficile ma uno dei compiti fondamentali è quello di ricercare sempre e comunque l’interesse pubblico. In questo caso, invece, sull’onda emotiva della questione dei lavoratori e degli animali dello ZOO si è persa la lucidità per ottenere il miglior prezzo o comunque la migliore collocazione. La cosa assurda è, inoltre, che tutta l’operazione che ha dei risvolti assolutamente pubblicistici è stata gestita dalla procedura fallimentare a questo punto, credo, per la incapacità degli amministratori pubblici di fare loro ciò che ha fatto il Giudice Delegato che, seppure si è posto il problema degli animali e dei lavoratori, non ha ovviamente tenuto conto di quello che poteva essere il miglior prezzo di locazione per il pubblico interesse. Manco a dirlo, per l’acquisto del ramo d’azienda c’è stata un’unica offerta, quella, della Clear Leisure plc (già Brainspark) con sede in Londra UK 1 Grosvenor Crescent (ecco i dati della proponente clikka) dietro la quale c’è un nome italiano, quello di Alfredo Maria Villa, che, pare essere non un imprenditore ma un finanziere, che proprio con la Brainspark non è stato accolto bene in Piemonte, per una operazione simile a quella Napoletana, non da illustri sconosciuti ma dal  FAI, Italia Nostra, Pro Natura e WWF per operazioni speculative ed opache (clikka). In Piemonte Villa con la sua Brainspark è stato definito una minaccia, a Napoli, invece, lo accoglieremo come il salvatore! Tutto ciò trovo che sia il risultato della assenza ed incompetenza sia della classe politica che di quella imprenditoriale. Mancano le menti perché l’intreccio tra politica e l’imprenditoria delle bustarelle e del malaffare alla fine ha distrutto l’imprenditoria sana costringendoci a rivolgerci non ad imprenditori ma a “finanzieri” più abituati a ragionare con i numeri che non con la carne ed il sangue dei lavoratori e dei cittadini. Manca, inoltre, una visione di insieme. Non c’è stata una sana concorrenza per la gestione di una area di circa 17 ettari (170.000 mq) che dovrebbe servire al tempo libero dell’intera città. Un polo unico che comprende oltre allo ZOO/Edenlandia e Cinodromo anche lo Stadio San Paolo, il Mario Argento, l’ippodromo di agnano, il Parco dello Sport di Bagnoli, il complesso Porta del Parco, il Turtle Point, le Terme di Agnano e per finire l’area NATO in dismissione o meglio indicata come Collegio Ciano. Queste aree dovrebbero rappresentare una vera e propria miniera d’oro per tutta la città ed, invece, per la scadente classe politica e per l’altrettante scadente classe imprenditoriale sono da considerare assurdamente un peso per la collettività che da decenni ci rimette in tutti i termini! Come Italiano ed ancor di più come Napoletano devo dire che mi vergogno. Non riusciamo a mettere in campo nulla che non sia saccheggio del bene comune e dell’interesse pubblico. A volte penso che una condizione del genere in Germania avrebbe creato sviluppo economico, centinaia di posti di lavoro e benessere per la cittadinanza! Faccio sempre l’esempio del distretto minerario della Ruhr in Germania bonificato in appena dieci anni! A Bagnoli siamo a 20 anni e non si vede la via. Alla fine spero non ci ritroveremo una piccola Las Vegas. Di seguito il Video del Giudice Delegato del Tribunale di Napoli che spiega come ha trattato la questione del fallimento:

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