La Voce che Non C’è

È quando c’è fermento che occorre una maggiore partecipazione democratica, per evitare che sull’altare delle scelte economiche siano sacrificati i diritti dei cittadini e dei lavoratori. Proprio in questi momenti il “regolatore pubblico”, le Istituzioni, devono intervenire per evitare che l’economia diventi esclusivamente speculativa, priva di visione e di responsabilità sociale.

Si approssimano le elezioni regionali, eppure sento e percepisco la sfiducia crescere man mano che passano i giorni, proprio in chi ha sempre discusso, riflettuto, creduto nella politica come strumento di riscatto e di trasformazione sociale. Una contraddizione bruciante, in un momento in cui Napoli e la Campania celebrano successi sportivi e turistici e si percepisce una spinta economica apparentemente forte, ma che rischia di essere effimera se non accompagnata da una visione inclusiva e partecipata.

Si parla dell’America’s Cup, dello Stadio Maradona, di Bagnoli, di Napoli Est. Ma dov’è la voce dei cittadini? Dove sono gli spazi del confronto pubblico?

Manca la cultura democratica e del confronto, sempre più spesso, le decisioni che riguardano il futuro della città vengono affidate a commissari straordinari, in nome dell’efficienza e della rapidità. Il Consiglio Comunale, e più in generale gli organi democratici, vengono relegati a un ruolo notarile, chiamati solo a ratificare decisioni prese altrove. Si consolida così una logica tecnocratica che svuota la democrazia, rimuovendo i cittadini dal processo decisionale e spegnendo ogni possibilità di reale partecipazione. Il vero leader non è colui che colleziona commissariamenti, all’esito di mediazioni tra poteri, ma chi sa alimentare il confronto democratico, arricchendo il dibattito politico e convincendo con la forza delle idee, restando sempre disposto a rimettere in discussione le proprie posizioni, riconoscendo il valore del suo interlocutore.

Nel frattempo, Napoli vive una profonda trasformazione urbana dettata da logiche turistico-commerciali che, invece di generare benessere diffuso, stanno compromettendo la vivibilità quotidiana. Interi quartieri vengono svuotati dei propri abitanti, spinti fuori da dinamiche speculative ed invivibilità; il tessuto sociale si sgretola sotto la pressione di interessi economici che non conoscono vincoli, limiti e controlli.

A tutto questo si aggiunge il paradosso di una politica incapace di garantire i diritti costituzionali basilari. Oggi, per vedere riconosciuti il diritto alla salute, all’ambiente salubre, alla mobilità, i cittadini sono costretti a rivolgersi alla magistratura che non sempre risponde adeguatamente. Una politica che abdica alla sua funzione più alta — quella di tutela dell’interesse collettivo — delega sistematicamente alla giustizia ciò che dovrebbe essere garantito dalle istituzioni. È il segno più evidente del fallimento di un sistema amministrativo e politico che ha smarrito la sua direzione.

La sanità pubblica si sta trasformando in un sistema di accesso a pagamento: chi vuole essere curato in tempi ragionevoli è spesso costretto a rivolgersi al privato, mentre le fasce più fragili restano indietro, schiacciate da liste d’attesa infinite e servizi inadeguati. I trasporti regionali e cittadini non reggono il peso della domanda, mostrando il volto logoro di una città che non riesce a rispondere alle esigenze dei suoi abitanti. Il mare, bene comune per eccellenza, è stato privatizzato e recintato, negato a chi non può permettersi un ingresso a pagamento.

Eppure, su questi temi, la politica tace. Il dibattito si riduce a un confronto tra nomi e cordate, tra candidati preconfezionati e coalizioni logorate, senza che si discuta seriamente del modello di sviluppo da perseguire, del ruolo delle istituzioni, della dignità delle persone.

E così cresce l’astensione. Non per apatia, ma per esclusione. Perché la voce dei cittadini è stata silenziata, relegata ai margini, sostituita da decisioni calate dall’alto. Ma senza partecipazione, la democrazia è solo un involucro formale. Senza confronto, non c’è legittimità. Senza cittadinanza attiva, ogni progresso è una finzione.

È tempo di rimettere al centro il diritto alla città, il diritto alla cura, alla casa, all’ambiente, alla parola pubblica. Di ridare significato alla politica come strumento di trasformazione e non di gestione. Perché la voce che non c’è non è scomparsa: è stata messa a tacere. Ma può e deve tornare a farsi sentire.

Gennaro Esposito

Presidente Comitato Vivibilità Cittadina e Consigliere Comunale di Napoli

Da Napoli una Chiamata al Rinnovamento Urbano

Per migliorare la Qualità della Vita è necessario un maggiore impegno!

Centoseiesima su centosette città esaminate. Per il Sole 24 Ore, Napoli è al penultimo posto nella classifica annuale della qualità della vita. Insieme a Reggio Calabria, è il fanalino di coda della vivibilità. Per me è una mortificazione ed una convalida di ciò che da anni dico in tutti i consessi, prima come presidente del Comitato Vivibilità Cittadina e, dal 2021, come consigliere comunale eletto proprio in quanto alfiere – purtroppo senza successo – della vivibilità. È vero che il peggioramento della classifica è generalizzato per tutte le città metropolitane: Milano si piazza al dodicesimo posto, perdendo 4 posizioni rispetto al 2023, Roma, invece, è cinquantanovesima in classifica, perdendo 24 posizioni. Per Napoli cambia l’amministrazione, ma il trend, purtroppo, non cambia e, per come la vedo io, non cambierà facilmente, perché la vivibilità ha un costo che si deve pagare in termini di efficientamento della macchina amministrativa e servizi al cittadino, di legalità e di controllo dello sviluppo economico, che oggi richiede il rispetto delle regole e dei diritti dei cittadini. Non parlo della camorra, ma di quella illegalità che condiziona negativamente la crescita sana della città, che richiede impegno, dedizione e, per come la vedo io, anche un vero e proprio mutamento culturale. Il procuratore della Repubblica Gratteri parla di un nuovo patto civico e il sindaco Manfredi apprezza le sue parole e conferma la validità dell’impostazione, ma poi come si debba tradurre in concreto questo nuovo patto è tutto da vedere. Anche il Sole 24 Ore riferisce di una crescita economica del Sud e, in particolare, della Campania, per lo più legata al turismo, ma quanto questa crescita rispetti i diritti umani e la vivibilità della città, a mio avviso, deve essere oggetto di analisi. Che vivibilità ci può essere: se i cittadini residenti vengono espulsi dal centro storico perché gli immobili servono per i turisti? Se è impossibile attraversare i decumani in tempi ragionevoli perché c’è una folla ingovernabile ed ingovernata? Se la notte è impossibile chiudere occhio perché vi è un inquinamento acustico che supera di gran lunga i limiti di legge? Se i prezzi al consumo sono schizzati alle stelle anche perché i turisti acquistano a prezzi più alti? Se le occupazioni di suolo pubblico sono ormai talmente pervasive da impedire la processione di San Gennaro? Se il lavoro nero e quello sottopagato non consentono la creazione di nuove famiglie? Se nel porto di Napoli stazionano permanentemente navi da crociera che impediscono addirittura la visuale del Vesuvio ed emettono gas in atmosfera? Se interi quartieri della città subiscono il sorvolo di aerei dalle prime ore dell’alba, come se fossero adiacenti ad un aeroporto? Se le periferie mancano di cura e dei servizi essenziali? Per non parlare di manutenzione delle strade, di centro e periferie, di spazzamento e raccolta dei rifiuti, di verde pubblico e di trasporti che possano consentire una reale mobilità cittadina alternativa al mezzo privato. Senza considerare il fatto che per i disabili tutti i disagi e le difficoltà sono moltiplicate per cento se non di più. Certo, un lavoro immane che richiede un impegno esclusivo h 24, di Sindaco e Giunta Comunale, volto ad accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni da porre a fondamento del patto civico di cui parlano Procuratore e Sindaco. Da anni osservo che la vivibilità è inversamente proporzionale all’astensionismo dal voto: più alta è la vivibilità, più basso è l’astensionismo ed a Napoli, nel 2021, alle elezioni comunali, hanno votato solo il 47% degli aventi diritto al voto. Eppure, per mia esperienza, nonostante le classifiche che ci devono vedere tutti impegnati ad accrescere la vivibilità della città, nel Comune di Napoli è difficile parlarne. È, difatti, in discussione, in questi giorni, la riforma del regolamento sulle occupazioni di suolo pubblico, per la quale, facendo tesoro di una recente pronuncia del TAR Lombardia (Sent. N. 1457/2023), ho chiesto che nei primi articoli della riforma in discussione si enunci il principio della vivibilità come termine per la valutazione delle concessioni di occupazioni di suolo pubblico, atteso che, per il Giudice Amministrativo, “è legittimo negare il provvedimento di occupazione di suolo pubblico se il suo rilascio compromette l’interesse pubblico alla vivibilità dei cittadini o alla circolazione stradale”. Ebbene, ad oggi non sono ancora riuscito a convincere maggioranza ed opposizione, ma confido nel fatto che questa classifica spinga a fare una profonda riflessione in chi deve decidere le sorti della Città. Siamo tutti impegnati per la vivibilità; spero solo che non si risvegli l’intellettuale di turno che, sentendosi ferito nell’orgoglio, anziché rimboccarsi le maniche e sollecitare un maggiore impegno civico e politico si appelli al sole, al mare, al golfo ed alla tarantella al solo fine di “mettere la polvere sotto il tappeto”. I Napoletani meritano di vivere in una Città Europea con al centro Cittadini ed Ambiente.

Non ci sono soluzioni parziali per il crollo della Vela Azzurra di Scampia

Il crollo della passerella della vela celeste di Scampia, con tre morti e 12 feriti, di cui 7 bambini, ha scosso le coscienze dei cittadini Italiani e delle istituzioni ed un minuto dopo il cordoglio, per le tre vittime ed i feriti occorre che il decisore pubblico, a tutti i livelli, faccia una profonda riflessione sui numerosi temi che l’edilizia residenziale pubblica pone, in particolare a Napoli, ma il discorso potrebbe valere anche per le altre periferie italiane, come lo Zen di Palermo e forse anche per le banlieue francesi. L’abitazione non c’è dubbio è un diritto costituzionale che consente alle famiglie, in tutte le loro forme ed articolazioni, di esistere ed “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che … impediscono il pieno sviluppo della persona umana …” (art. 3 Cost.) e non c’è dubbio che non c’è sviluppo della persona umana senza abitazione. A fronte di una così chiara enunciazione di principio emergono, in tutta la loro gravità, le problematiche che l’edilizia residenziale pubblica napoletana pone, quali: 1) la cronica mancanza di alloggi residenziali pubblici; 2) la vetustà degli immobili; 3) la pressoché totale mancanza di manutenzione; 4) la gestione da parte della criminalità, a dispetto delle graduatorie; 5) gli occupanti abusivi di necessità; 6) il sistematico furto di energia elettrica, acqua e gas che si realizza nelle case occupate abusivamente; 7) l’evasione della tassa sui rifiuti TARI. In poche parole, contesti sociali abbandonati a loro stessi, i cui cittadini forse conoscono lo Stato solo al momento dell’esercizio del diritto di voto, in quanto, sollecitati a sostenere questa o quella parte politica, semmai con promesse di Pinocchio. Ebbene, la vela celeste di Scampia è il concentrato di tutte queste problematiche, tutte di pari importanza e rilievo che non possono nel modo più assoluto essere trascurate o risolte singolarmente. Dare la casa agli sfollati della vela celeste e di tutte le case che versano in uno stato di dissesto e di pericolo, pertanto, non basta, è solo il primo passo e neppure semplice da attuare poiché occorre prima verificare se, chi occupava, nel caso di specie, la vela celeste, lo faceva in modo legittimo, ovvero, abusivo, poiché dare la casa a chi non è in graduatoria, significa toglierla ad un’altra famiglia che, semmai, è nella medesima condizione socioeconomica o anche peggiore. Dare la casa, non basta perché occorre anche verificare, con i dovuti controlli visto il dilagare della piaga del lavoro nero, se chi la riceve ha poi la possibilità di pagare il canone sociale (anche simbolico) nonché le cd. bollette di acqua, luce, gas e semmai anche la TARI, poiché se ciò non fosse occorrerà adottare delle misure ad hoc per tentare di accompagnare queste famiglie all’indipendenza. In buona sostanza occorrono più azioni di politica sociale affinché le istituzioni democratiche non si girino dall’altra parte, come accaduto e come accade tuttora, alimentando il senso di illegalità diffuso che genera di fatto una emarginazione sociale, civica e politica di cittadini che vengono relegati in una condizione dove tutti gli obblighi, sia quelli pubblici da una parte, che quelli privati dall’altra, sono inadempiuti e dove la camorra ne approfitta per occupare spazi vitali e reclutare “soldati”. E’, altresì, chiaro che il tema nella sua complessità ed enormità, circa 65.000 case di ERP, non lo può affrontare solo il Comune di Napoli, tra l’altro in predissesto finanziario, ma occorre uno sforzo di tutte le istituzioni Regionali e Statali affinché si reperiscano i fondi necessari alla ristrutturazione urgente di una edilizia pubblica, realizzata in cemento armato o anche in prefabbricati, che ormai è giunta a “scadenza”. Il Paradosso è che tutto ciò accade in un momento di drammatico calo demografico con ampie aree, anche della Campania, in via di desertificazione frutto di una politica che ha una visione ristretta che non porta sviluppo e crescita sociale.

Gennaro Esposito Consigliere Comunale di Napoli Azione

Le Spiagge Pubbliche Napoletane

Il 24 gennaio scorso il Consiglio Comunale ha approvato, su mia proposta, a maggioranza questo emendamento al Documento Unico di Programmazione, firmato da tutto il gruppo Manfredi Sindaco, con il quale, per le spiagge pubbliche, si dovrà prevedere che siano innanzitutto fatti i bandi di assegnazione e poi che si daranno in concessione non gli arenili ma i soli servizi, atteso che le spiagge sono un bene pubblico e l’accesso al mare deve essere garantito a tutti. Una scelta sul modello Greco o Spagnolo che va contro la tendenza di privatizzazione delle spiagge!

Consiglio Comunale

Gruppo Consiliare “Manfredi Sindaco”

CONSIGLIO COMUNALE DI NAPOLI

del 24 gennaio 2024

PROPOSTA DI EMENDAMENTO ADDITIVO

ALLA DELIBERA DI GIUNTA DI PROPOSTA AL CONSIGLIO N. 476 del 07.12.2023

APPROVAZIONE DEL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

PREMESSO CHE:

I.- Con la delibera di giunta indicata in epigrafe, l’Amministrazione ha proposto l’adozione del documento unico di programmazione ai sensi del Decreto Legislativo 118/2011 e successive integrazioni e modifiche che si compone della delibera oltre che di 4 allegati denominati DUP sez. Oper. Parte I, DUP sez. oper. Parte II, DUP sez. strategica e DUP All. 3C P.A.V.I. 2024 – 2026;

II.- Napoli nell’ultima classifica per la qualità della vita 2023 del Sole 24h è al terz’ultimo posto, pertanto, è essenziale intraprendere delle azioni volte al miglioramento della vivibilità della città anche al fine di contenere l’emigrazione dei cittadini.

III.- La vigente disciplina garantisce il libero accesso al mare quale risorsa costituente vero e proprio bene comune ed, inoltre, la vicenda delle concessioni balneari è oggetto di particolare attenzione da parte del Consiglio Europeo per la violazione dei principi di concorrenza sanciti dalla Direttiva Bolkenstein. Il Presidente della Repubblica sul decreto mille proroghe proprio sul punto delle concessioni balneari ha inviato una lettera al Governo con la quale ha sottolineato che “è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento“. E’ necessario, dunque, che vengano corrette le norme sui balneari che in ogni caso si presterebbero a contenziosi e probabili impugnazioni con l’Unione europea, il Consiglio di Stato, enti locali e non solo. I tecnici del Quirinale, infatti, hanno ravvisato nel provvedimento due criticità: in primo luogo il rinvio striderebbe con l’indicazione europea – la direttiva Bolkenstein – di mettere a gara gli spazi demaniali, pena il rischio d’una procedura d’infrazione; e con una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021 che fissava la scadenza delle proroghe delle concessioni esistenti al 31 dicembre 2023.

IV.- A pagina 426 del DUP Sezione operativa parte I, Programma 06 Tutela e valorizzazione delle risorse idriche si legge: “Istituzione di un confronto stabile tra Amministrazione Comunale e Autorità di Sistema Portuale Mar Tirreno Centrale, soggetto gestore del demanio marittimo, anche con la stesura di nuovi Protocolli d’Intesa e/o Accordi, mirati anche alla ridefinizione delle competenze sui tratti di costa cittadina ed il graduale passaggio delle funzioni tecnico-amministrative-legali dall’Autorità di Sistema Portuale Mar Tirreno Centrale al Comune di Napoli, al fine di assicurare la libera fruizione alla cittadinanza delle spiagge libere ubicate lungo il litorale cittadino, l’ottimizzazione del rapporto terra – mare e la migliore programmazione urbanistica e turistico ricreativa della linea costa. Al riguardo, è prevista l’istituzione di un ufficio con competenze trasversali che coinvolgano altre strutture dell’Ente, oltre all’area Gabinetto del Sindaco, dedicato alla gestione del passaggio di competenze sulle aree demaniali marittime cittadine, esterne all’area del Porto.

° ° °

Tanto premesso letta la delibera emarginata in epigrafe e l’allegato DUP Sezione Operativa Parte I a mente dell’art. 44 del vigente Regolamento Consiliare si propone l’adozione del seguente emendamento additivo:

426 del DUP Sezione operativa parte I, Programma 06 Tutela e valorizzazione delle risorse idriche, dopo la parola “Porto” dopo il segno di punteggiatura, aggiungere il seguente teso: “Ciò anche in attuazione dei principi sanciti dal Consiglio di Stato sulla necessità di mettere a bando le concessioni balneari, richiamati anche dal Presidente della Repubblica in più occasioni, al fine di garantire il giusto equilibrio tra lo sfruttamento degli arenili ed il reddito che questi producono adottando, il modello di gestione mediante la concessioni di servizi e non degli arenili che devono restare sempre di accesso e godimento pubblico anche ai sensi del comma 251, lett. E) del D.L. n. 296 del 27.12.2006, a mente del quale è sancito l’”obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione”   

I proponenti

Cons. Gennaro EspositoF.to Cons. Fulvio FucitoF.to Cons. Sergio Colella
F.to Cons. Luigi MustoF.to Cons. Walter Savarese d’AtriF.to Cons. Gennaro Demetrio Paipais

Azioni concrete per fronteggiare la violenza minorile

Non sia inutile la morte di Giovanbattista Cutolo. Poche parole, ma doverose nel Consiglio Comunale di Napoli del 7 settembre 2023, il giorno dopo i funerali del povero Giovanbattista Cutolo giovane musicista Napoletano. Una morte che segue quella di Francesco Pio Maimone accaduta sempre a Napoli nel medesimo contesto urbano e notturno. La causa è sicuramente da ricercare in un problema sociale ed educativo ma ciò non toglie che occorrono delle misure anche di prevenzione. L’azione delle Istituzioni deve però essere concreta, basta con il solito cerimoniale che segue questi tristi eventi ….

LADRI DI SPIAGGE

Diciamolo chiaramente tutte le concessioni balneari italiane sono tutte illegali ed i cd. lidi sono un sopruso alla popolazione e le istituzioni che non intervengono per far rispettare la legge sono illegali anche loro. Mi riferisco alle Autorità Portuali, Capitanerie di Porto e Comuni che hanno esercitato la cd. sdemanializzazione. A dirlo non sono io (quivis de populo) ma è la ormai costante giurisprudenza del massimo Consesso della Giustizia Amministrativa, di cui trascriviamo un passo importante dell’ultima sentenza del 28.08.2023 che, in ogni caso, incolliamo in calce. Lo dico qui, la mia prospettiva è non dare le concessioni balneari per l’uso esclusivo, ma concessioni per renedere servizi sulle spiaggie che sono e devono essere di accesso pubblico sul modello Spagnolo e Greco! A Napoli poi c’è una ulteriore anomalia sul lungomare di Bagnoli si sono installate delle attività che sotto le mentite spoglie di concessionari balneari fanno vera e propria impresa di discoteca ed attività di ristorazione e somministrazione, pagando canoni concessori irrisori a fronte di guadagni milionari! Faccio una ulteriore considerazione i ladri di spiagge (altrimenti detti concessioniari balneari) sono molto convincenti ed hanno l’amicizia di molti parlamentari tra tutti gli schieramenti politici, un po’ come i concessionari del gioco d’azzardo, ed ottegono proroghe di concessioni a quattro lire che per fortuna la Giustizia Amministrativa Italiana e l’Europa hanno sempre bocciato!

Consiglio Di Stato n. 7992 del 28.08.2023, secondo cui: “La circostanza per cui gli atti di proroga eventualmente adottati da una amministrazione (come è avvenuto nel caso di specie) in violazione del diritto eurounitario, segnatamente in contrasto con l’art. 49 TFUE e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE, non producono alcun effetto giuridico. Essi, infatti, debbono ritenersi tamquam non esset (senza neppure necessità o obbligo di impugnazione) (cfr. sul punto, tra le più recenti, Cons. Stato, Sez. VII, 7 luglio 2023 n. 6675 nonché Sez. VI 19 aprile 2023 n. 3964 che ha riassunto la questione come segue i “principi enunciati dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, con le sentenze del 9 novembre 2021, n. 17 e n. 18, secondo le quali: i) le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative – compresa la moratoria introdotta in correlazione con l’emergenza epidemiologica da Covid-19 dall’art. 182, comma 2, D.L. n. 34/2020, convertito in legge n. 77/2020 – sono in contrasto con il diritto eurounitario, segnatamente con l’art. 49 TFUE e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE; tali norme, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione; ii) ancorché siano intervenuti atti di proroga rilasciati dalla P.A. deve escludersi la sussistenza di un diritto alla prosecuzione del rapporto in capo gli attuali concessionari; non vengono al riguardo in rilievo i poteri di autotutela decisoria della P.A. in quanto l’effetto di cui si discute è direttamente disposto dalla legge, che ha nella sostanza legificato i provvedimenti di concessione prorogandone i termini di durata; la non applicazione della legge implica, quindi, che gli effetti da essa prodotti sulle concessioni già rilasciate debbano parimenti ritenersi tamquam non esset, senza che rilevi la presenza o meno di un atto dichiarativo dell’effetto legale di proroga adottato dalla P.A. o l’esistenza di un giudicato”).

Le Proposte per il Bilancio del Comune di Napoli

Il 4 luglio scorso abbiamo approvato il Bilancio Previsionale del Comune di Napoli, io, insieme al Gruppo Manfredi Sindaco, ho portato dieci ordini del giorno, che rappresentano un indirizzo all’amministrazione. Lo dico in premessa, il vero problema del Bilancio Comunale sono le tasse ed imposte che non si riesce a riscuotere, tutti ne parlano, tutti lo sanno, ma poi cosa si fa per riscuotere? Ebbene, di questi ordini del giorno, 9 sono volti ad incrementare le entrate e la riscossione ed uno solo la spesa, prevedendo, quest’ultimo, la realizzazione degli ascensori necessari per i nostri concittadini gravemente disabili che abitano nelle case ERP del Comune, prive di ascensori e, quindi, costretti a non poter scendere dalle loro case da anni! Devo dire che tutta la maratona delle 18 ore del Bilancio previsionale 2023/2025, come accade in parlamento, è una sorta di assalto alla diligenza, tutti fanno proposte per spendere e risolvere qualche problemino ai cittadini, semmai del proprio bacino elettorale; quando poi si parla di riscuotere, cade il silenzio, perché ciò vuol dire farsi dei nemici e perdere elettori; ma senza la riscossione delle tasse e delle imposte, non c’è miglioramento dei servizi possibile e non c’è città che possa sopravvivere! Basti pensare che la TARI (la tassa sulla spazzatura) la pagano solo il 37% dei Napoletani, l’altro 63% pensa di essere più furbo degli altri! C’è poi un’altra considerazione, forse i politici proprio sulla riscossione sono più propensi a girarsi all’altra parte, per non inimicarsi il 63% di evasori propabili/possibili elettori. Per mia formazione e cultura non sono abituato a girarmi dall’altra parte e, pertanto, con questi provvedimenti ho voluto affrontare il problema di petto, solo che la sensazione di solitudine era palpabile, mi sono quasi sentito un marziano …. seppure i provvedimenti proposti sono stati pressoché tutti approvati in larga misura all’unanimità qualcono a maggioranza. Vi consiglio la visione del video per comprendere ciò che voglio dire. In calce Vi posto anche i documenti approvati nell’ordine in cui sono stati discussi!

Il Costo del Servizio di Nettezza Urbana a Napoli

Nel Consiglio Comunale del 30 maggio 2023, sono intervenuto sulle delibere relative alla tariffa TARI ed al PIano economico Finanziario dell’ASIA. L’aumento era stato rinviato da anni ed è dovuto alla necessità di coprire con le tariffe i costi del servizio di gestione dei rifiuti. Poiché c’era una proposta, della consigliera Sorrentino (gruppo Napoli Solidale-Verde-Difendi la Città) di agevolazione per le sole attività di somministrazioni di elimenti e bevade (leggi baretti), sono dovuto intervenire più volte ed a muso duro per evitare questo “privilegio”. Ho, quindi, portato l’aula ad allargare a dismisura la platea dei destinatari in modo da sterilizzare la richiesta che a me sembrava un po’ eccessiva.

Il Quartiere Nord di Napoli

Marianella, Nord di Napoli, è stato il quartiere ove ho vissuto i miei primi 30 anni. Un periodo lungo ed intenso di crescita culturale ed umana. In questo intervento, determinato dalla approvazione di un atto consiliare, ho ricordato il passato per avere uno sguardo sul futuro.

L’Atletica allo Stadio Maradona

Nel Consiglio Comunale del 25 maggio 2023 ho voluto sottolineare due cose: 1) che dello Stadio Maradona Decide il Consiglio Comunale; 2) che la pista di atletica non è in programma che sia rimossa

Amministrare Napoli

Il Documento Unico di Programmazione

Al Consiglio Comunale del 15 maggio scorso sono intervenuto sul Documento Unico di Programmazione, un atto amministrativo importante con il quale si sono tracciate le linee di indirizzo amministrativo della città. Un documento corposo di ben 1417 pagine di cui ovviamente ho dato conto solo in parte, altrimenti ci sarebbero voluti diversi giorni ….:) in questo articolo vi posto l’intero documento che potrete leggere e studiare per conoscere un po’ di più il programma della Città

Il Palazzo di San Giuseppe Moscati Una residenza per gli Studenti di Medicina

Questa è una proposta che ho discusso con il Prof. Gennaro Rispoli, ottimo medico ed altrettanto ottimo Collega Consigliere Comunale. E’ un piccolo/grande inizio per la devozione verso il Santo Medico dei Poveri e per gli studenti che da qualche tempo sono ormai stati espulsi dalla Città, per effetto della gentrificazione che stiamo subendo supinamente ad una velocità raccapricciante. Due azioni in una! La proposta è stata formalizzata ieri alla Segreteria del Consiglio Comunale di Napoli, firmata da tutto il Gruppo Manfredi Sindaco (Fulvio Fucito, Walter Savarese d’Atri, Sergio Colella, Luigi Musto, Demterio Gennaro Paipais) e dal Presidente dell’Osservatorio Centro storico di Napoli Prof. Gennaro Rispoli. Una piccola goccia nel mare della buona amministrazione che tento di navigare guardando l’orizzonte di una Napoli che amo visceralmente.

Napoli non è un Aeroporto: La Tutela della Salute dei Cittadini Napoletani

Buona festa della Liberazione

Buon 25 Aprile: Alla memoria partigiana è dedicato questo giorno nel quale si “festeggia” la liberazione dell’Italia dall’oppressione Fascista. E’ il momento del ricordo per rinsaldare le nostre radici, a cui, da Napoletano, non posso non aggiungere il ricordo per la “mancata” liberazione del 1799. 122 martiri giustiziati per aver immaginato la Repubblica Napoletana secondo gli ideali della Rivoluzione Francese di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Cosa sarebbe diventata Napoli e l’Italia se gli ideali repubblicani avessero prevalso sulla monarchia borbonica? I nomi dei martiri napoletani sono su due lapidi all’interno di Palazzo San Giacomo, a loro ed ai partigiani va dedicata questa giornata di riflessione, per aver avuto il coraggio di anteporre i loro ideali alle loro stesse vite. Viva La Repubblica Napoletana Viva l’Italia Antifascista!

Il Quartiere Ponticelli

Nel consiglio comunale del 18 aprile 2023 si è discusso del quartiere Ponticelli di Napoli, unq periferia che come quella occidentale ha subito la desertificazione industriale. Queste sono alcune riflessioni sul tema

Il Diritto dei Disabili a vedere le partite del Napoli

In quest’intervento al Consiglio Comunale del 18 aprile 2023 ho voluto sottolineare alcuni aspetti circa il diritto dei diversamente abili ad accedere allo Stadio Maradona per assistere alle partite. La Civiltà di un paese si misura dalla sua capacità di essere solidali con chi ha più difficoltà.

La tutela dei Bambini delle Famiglie Arcobaleno

I bambini in qualsiasi maniera siano venuti al mondo sono tutti uguali ed occorre che la tutela sia piena è questo il senso dell’Ordine del Giorno che in Commissione Pari Opportunutà abbiamo avuto modo di discutere e scrivere.

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