Allarme per gli animali dello Zoo

208937_10200790566196317_1282480663_nOggi 24.03.2013 continuo a leggere sui giornali del problema dello Zoo ed in particolare della necessità che vengano alimentati gli animali. Devo dire che non mi piace il gioco del “te l’avevo detto” ma credo che occorra avere la capacità di leggere gli eventi che sulla vicenda si sono susseguiti e si susseguono. Ieri ho raccontato l’esito della commissione Bilancio  sulla Mostra d’Oltre Mare e sulla necessità che questa assumesse un ruolo da protagonista nella vicenda Zoo/Edenlandia/Cinodromo (commissione bilancio del 21.03.2013 clikka). Oggi, leggo sui giornali l’avallo di questa tesi e cioè che per gli animali, a parere del Tribunale, debba essere il Sindaco ad occuparsene, anche attraverso la nomina di un commissario e che la delibera con la quale si è affidato il compito al curatore fallimentare di spendere 50.000,00 €. in cibo per animali non è idonea per la diversa funzione che il curatore stesso svolge (sic!). Nel mio post citato, infatti, ho sottolineato che la funzione del Fallimento è quella di recuperare soldi per i creditori e che proprio per questo l’amministratore della Mostra d’Oltre Mare avrebbe dovuto assumersi la responsabilità della gestione della concessione delle aree di cui è proprietaria, non subendo supinamente le decisioni del Tribunale Fallimentare che, seppure guidato da un Giudice Delegato (Nicola Graziano) armato di buone intenzioni, non è l’organo giusto a tutelare gli interessi pubblici della gestione di quelle aree. Ora si è in cerca di un commissario che spenda i 50.000,00 €. in cibo per gli animali. Ebbene, a rischio di sgolarmi, secondo voi chi dovrebbe essere? Secondo me l’amministratore della Mostra D’Oltre Mare, proprietaria dei 17 ettari dell’intero parco che, a questo punto, dovrebbe cercare anche il modo di sciogliere il contratto stipulato con il fallimento (e non è detto che sia possibile) per fare egli stesso il bando europeo di concessione delle aree! E’ in gioco l’interesse pubblico. A breve, con i compagni di Ricostruzione Democratica e di quelli che ci stanno, penserei di lanciare una assemblea pubblica per raccogliere un po’ le idee sulla vicenda, sempreché l’Amministratore mi onori di darmi le carte che ho più volte chiesto. Ancora una volta registro la superficialità dei giornali che parlano dei soli effetti e non delle cause, quasi che i giornalisti credano che i cittadini non siano in grado di capirle. Come Carlo Iannello ha detto in un recente intervento in Consiglio Comunale, credo che la responsabilità della condizione nella quale ci troviamo non è solo determinata da una politica superficiale e sprecona ma anche da una altrettanta superficialità dei giornalisti che corrono dietro la notizia spot. Nel caso di specie “gli animali muoiono di fame” senza spiegare che, invece, la causa è l’assenza della politica, dell’amministrazione e di una imprenditoria degna di questo nome! Penso sempre più che questo paese vada ricostruito dalle fondamenta!

Da il Corriere del Mezzogiorno di oggi 24.03.2013

Il giudice bacchetta il sindaco: «Sullo zoo delibera sbagliata»

Gli animali ora hanno cibo solo fino a martedì

    NAPOLI — Nuovo colpo di scena nella vicenda dello zoo. La boccata d’ossigeno rappresentata dai 50.000 euro stanziati venerdì dal Comune rischia di saltare: la somma, infatti, non può essere affidata, come la delibera prevede, al curatore fallimentare della società Parks and Leisure srl, che gestiva la struttura: il curatore, infatti, ha il solo compito di liquidare la società. Di conseguenza il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, deve nominare una persona che sia responsabile della gestione della crisi del giardino zoologico. Lo ha stabilito il giudice delegato alla gestione fallimentare, Nicola Graziano, in un’ordinanza notificata a Palazzo San Giacomo. Nel provvedimento il giudice sottolinea che nelle celle frigorifere e nei magazzini dello zoo c’è cibo sufficiente per circa quattro giorni: se il sindaco non interverrà ad horas, i 50.000 euro non saranno spendibili e agli animali, a partire da mercoledì, non sarà garantita l’alimentazione. Nell’ordinanza, il giudice Graziano — che si è molto speso per salvare lo zoo assieme al pm Giovanni Corona — premette di aver ricevuto dal curatore fallimentare, Salvatore Lauria, una mail con «un file contenente la deliberazione della giunta comunale di Napoli n. 190 del 22 marzo 2013, con esecuzione immediata, con la quale si autorizzava il trasferimento della somma di euro 50.000 in favore del curatore fallimentare della società Parks and Leisure srl che dovrà essere specificamente autorizzato dal giudice delegato all’espletamento di tutte le attività necessarie ad assicurare il mantenimento degli animali». Tuttavia «non vi è luogo a provvedere in ordine alla richiesta di autorizzazione posta come condizione nella delibera»: «Appare evidente — si legge ancora nel provvedimento — che, per effetto della essazione dell’esercizio provvisorio, non la giunta comunale ma il sindaco di Napoli, pure sollecitato dal prefetto ed ancora prima dal procuratore della Repubblica, era chiamato ad esercitare ogni potere riconosciutogli dalla legge per scongiurare pericoli per l’igiene, la salute e l’incolumità pubblica, nell’ambito di quanto previsto rispettivamente dall’art. 50 del Testo unico degli enti locali, come prerogativa di sua esclusiva competenza, e dall’art. 54 del medesimo Testo Unico, nella veste di ufficiale di Governo. L’estrema urgenza in cui si versa induce il sottoscritto a ritenere, sia pure in modo del tutto atecnico, la deliberazione di giunta comunale alla stregua di un’ordinanza contingibile ed urgente dalla quale può ricavarsi che la previsione di somma di euro 50.000 appare una prima risposta operativa per affrontare da parte del Comune di Napoli il problema derivante dalle attuali condizioni dello Zoo di Napoli così come sopra descritto, potendosi individuare nella persona del dott. Salvatore Lauria una sorta di commissario ad acta. In tale ultimo (immaginato) caso appare chiaro che il dott. Lauria si porrebbe in una situazione di evidente incompatibilità se dovesse trovarsi a rivestire, nello stesso tempo, sia il ruolo di curatore fallimentare sia quello di longa manus del sindaco quale ufficiale di Governo, per cui si invita il sig. sindaco di Napoli ad individuare un funzionario che possa essere il responsabile del procedimento “gestione della crisi Zoo di Napoli”». La patata bollente torna dunque nelle mani di de Magistris. Intanto, il tempo stringe.

Zoo/Edenlandia/Cinodromo: Mostra d’Oltre Mare Assente

zooGià mi sono occupato in un precedente post della questione Zoo/Edenlandia/Cinodromo (clikka) ed alla luce dell’esame degli atti fondato essenzialmente sui provvedimenti del Tribunale di Napoli Sez.ne Fallimentare, mi ero ripromesso di chiedere degli approfondimenti all’amministratore della Mostra D’Oltre Mare, Dott. Rea, tanto che con una nota chiesi, in ragione delle mie prerogative di consigliere, di avere la perizia di stima ed il contratto di locazione stipulato con il fallimento, in ragione dei quali il canone di locazione da 840.000,00 €. era stato ridotto a 400.000,00 €. per trent’anni. Per tutta risposta ebbi un invito dell’amministratore presso la Mostra che ovviamente non compresi tanto, ripromettendomi di invitare l’amministratore stesso alla commissione che presiedo con delega alle politiche giovanili per chiarire anche i nostri ruoli istituzionali. Sennonché ho avuto la fortuna che il Presidente della Commissione Bilancio prima di me aveva invitato i vertici della Mostra e quindi, armato di buona speranza, scrivevo un’altra lettera all’Amministratore con la quale chiedevo l’invio dei documenti, prima della commissione stessa, affinché io potessi studiare le carte. Manco a dirlo la risposta dell’amministratore anche in questo cosa era interlocutoria riferendomi che in sede di commissione ne avremmo parlato (?). Armato ancor più di buone intenzioni mi sono presentato in commissione ed ho, con rammarico dovuto constatare, che anche in commissione le carte non c’erano. Con tono piccato ho fatto rilevare la cosa all’amministratore ed al Presidente della Commissione. Ad ogni buon conto ho sostenuto che nella vicenda per una scelta sbagliata dall’amministratore è mancato il controllo pubblico nella gestione del problema avendo in sostanza scelto la Mostra di far fare tutto al Tribunale Fallimentare di Napoli. Ho anche spiegato che le funzioni del Tribunale fallimentare sono quelle di tutelare prevalentemente i creditori, mentre quello della Mostra, è quello di tutelare l’interesse pubblico essendo la stessa partecipata da enti pubblici! Inoltre ho precisato che un contratto con canone più che dimezzato avrebbe forse richiesto un approfondimento e che le carte in ogni caso dovevano essere fornite ai consiglieri comunali in ragione delle loro prerogative di legge e di regolamento. Devo dire che la risposta dell’amministratore mi ha fatto cadere le braccia, egli ha sostenuto, infatti, che gli atti sarebbero, secondo lui, riservati e che la Mostra non avrebbe potuto far niente  nella vicenda perché il Tribunale Fallimentare precluderebbe ogni attività del proprietario del bene (sic!). Ho ritenuto, e l’ho anche detto che tale tesi è sbagliata tecnicamente e che mi avrebbero spinto a chieder le dimissione dell’amministratore nel caso si perseverasse in questa direzione. E’ difatti di palmare evidenza che la procedura fallimentare certo non incide così pesantemente sul diritto di proprietà di un terzo che peraltro, come nel caso di specie, prima del fallimento aveva già chiesto il rilascio con procedimento di sfratto per morosità. Inoltre, le procedure per la concessione di un bene pubblico danno maggiori garanzie di quelle adottate in sede di procedura fallimentare. Devo dire che sono anche deluso per le poche notizie che sono uscite il giorno dopo, nonostante fossero presenti un buon numero di giornalisti in commissione, nelle quali sono riportati aspetti assolutamente marginali e non rilevanti e che sono l’effetto e non la causa dello stato dello ZOO, dei Lavoratori e degli animali dei quali ancora oggi leggo sui giornali. Nell’area, credo, sia mancata, ed ancora manca, la mano pubblica di manager capaci di affrontare la situazione! Non capisco perché i beni pubblici, nella maggior parte dei casi, alla fine finiscono sempre per essere svenduti?

Di seguito l’articolo del Corriere del Mezzogiorno del 22.03.

Partono le lettere di licenziamento per i settanta dipendenti Dalla Mostra all’Ippodromo muoiono gli impianti di Fuorigrotta

NAPOLI — «C’è a questo punto il rischio che salti perfino la licenza dello zoo». Andrea Rea, presidente della Mostra d’Oltremare, ha lanciato ieri l’allarme, in occasione della sua audizione in commissione Bilancio del Comune. Parole, quelle di Rea, che hanno pienamente confermato la gravità della situazione in cui versano il giardino zoologico, l’Edenlandia e l’ex cinodromo.

«Alfredo Villa — ha aggiunto il presidente — il proprietario di Clair Lesisure, mi risulta che abbia già chiesto alla curatela fallimentare la restituzione dei 150.000 euro che aveva versato a titolo di caparra per l’acquisizione dell’azienda». E’ notte fonda, dunque, mentre stanno per partire le lettere di licenziamento e si prospetta a breve l’apposizione dei sigilli.

L’offerta del finanziere Villa, l’unica che era pervenuta mesi fa alla curatela, dopo il fallimento della gestione di Cesare Falchero, sfuma adesso, quando pareva che la vicenda fosse chiusa. Ufficialmente, l’imprenditore si è tirato indietro dopo aver saputo che ristorante, uffici, birreria ed altre strutture interne all’Edenlandia sono abusive ed oggetto di ordinanza di demolizione. Va anche detto, però, che la società, nei mesi scorsi, aveva a lungo trattato sui costi di acquisto dell’azienda e sul canone di affitto da versare alla Mostra, proprietaria dei suoli. In ogni caso Villa, già al centro della contestazione del Wwf e del Fai per un maxi progetto di parco giochi in una zona incontaminata del Piemonte, tira ora i remi in barca e con lui sfuma la cordata di napoletani che avrebbe dovuto sostenerlo in questa avventura. Alternative, ad oggi, non ce ne sono. I dipendenti, circa 70, da mesi senza stipendio, protestano, manifestano, ipotizzano di costituire una cooperativa che gestirebbe zoo ed Edenlandia, ma per ora confidano soprattutto nell’accesso alla cassa integrazione straordinaria. Quanto al ruolo della Mostra, ieri Rea in Commissione, replicando alle critiche di alcuni consiglieri comunali che hanno conteatato l’assenza dell’ente nella predisposizione, tempo addietro, dei bandi per zoo ed Edenlandia, ha precisato: «Abbiamo offerto collaborazione, ma non eravamo titolati ad intervenire, essendo in corso una procedura fallimentare». 

Precipita, insomma, la crisi dello zoo, del parco giochi e dell’ex cinodromo di Fuorigrotta, epicentro di una sofferenza che investe complessivamente tutta l’area occidentale. A cominciare, come ha ribadito in commissione Bilancio il presidente Rea, in carica da pochi mesi, dalla stessa Mostra d’Oltremare, che ha 50 dipendenti, diciotto dei quali addetti alla vigilanza. «La situazione è veramente pesante», ha sottolineato il manager. Le cifre sono drammatiche: 13 milioni di perdite di bilancio negli ultimi cinque anni, una esposizione di 5 milioni nei confronti di Unicredit, che ha chiesto già due volte a Rea di sottoscrivere un impegno per il rientro; un saldo negativo tra debiti complessivi e crediti da riscuotere pari a 7 milioni di euro. «Noi siamo una partecipata del Comune, abbiamo come soci anche la Regione e la Provincia — ha detto il presidente — ma non riceviamo un centesimo pubblico, non graviamo sui bilanci. Le opportunità di rilancio sono legate alla capacità di stare sul mercato». Aspettando il piano industriale, ormai quasi pronto, e l’erogazione da parte della Regione dei 40 milioni di fondi europei stanziati per una serie di interventi di ristrutturazione degli edifici e degli spazi della Mostra, si lavora ad alcuni eventi: una rassegna dedicata alla bicicletta, a maggio; un expò della musica, a settembre; giornate dedicate alla dieta mediterranea, a dicembre. Intanto, però, si soffre. Come, del resto, in altri centri nevralgici dell’area occidentale. L’ippodromo di Agnano è in crisi profonda ormai da anni; è in fase di allestimento la gara europea per un affidamento definitivo La piscina Scandone ha appena chiuso per irregolarità riscontrare dalla Asl e resterà inutilizzabile fino alla conclusione di urgenti lavori.

Dello sferisterio, incendiato ormai tanti anni fa, si è persa perfino la memoria. L’annunciata apertura della palestra Virgin è appena slittata a data da destinarsi. Il Palasport è stato abbattuto. Restano le speranze legate alla riutilizzazione dell’ex Collegio Ciano, finalmente abbandonato dalla Nato. Ospiterà gli uffici regionali, ma è sufficientemente vasto perché possa essere adibito anche ad altre funzioni: sociali, sportive, culturali. Potrebbe anche accogliere, dopo il rogo, la nuova Città della Scienza, come auspicano ed hanno chiesto al sindaco de Magistris le Assise di Bagnoli, anche nella prospettiva di un futuro recupero della linea di costa di Coroglio. Quest’ultima da destinare, se mai saranno effettuate la bonifica dei fondali e la rimozione della colmata, ad una grande spiaggia pubblica. 

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