Su Repubblica Napoli del 22 agosto scorso un Appello (clikka) alla società civile che ha deciso di impegnarsi per la città, scritto a sei mani da Morgera, Ricciardi e Salomone, dell’associazione jonathan onlus affinché, non si dimentichino gli ultimi ed in particolare i minori più sfortunati, che in assoluto, rappresentano una parte debole di cui, forse ci si dimentica perché non elettori. Un appello, soprattutto, alla concretezza in un settore che non può soffrire ritardi. Un appello che la “società civile” deve far proprio con immediatezza e che, come cittadino napoletano, sento il dovere di accogliere facendo, tra l’altro, tesoro dell’esperienza che ho avuto modo di maturare nei cinque anni (2011-2016), in cui ho svolto l’incarico di Consigliere Comunale. Ebbene, in quest’ultima esperienza più volte mi sono imbattuto nelle pressanti e giustificate proteste degli esponenti di questo delicato settore, all’epoca, giunti addirittura ad occupare il piazzale di Piazza Municipio con presidio diurno e notturno. Nel mio studio fui instradato da un dipendente comunale, Mario Vilone, e, grazie a lui ebbi modo di approfondire le tematiche amministrative che generavano il malcontento, legato al fatto che il Comune di Napoli, non saldava i suoi debiti, per milioni di euro, verso case famiglia ed associazioni affidatarie di minori, purtroppo, sfortunati col risultato che gli “ultimi” finivano per essere di fatto abbandonati. Indignato, nell’estate del 2013, intervenni più volte in Consiglio Comunale evidenziando i motivi di tale “impasse” che si faceva finta di ignorare. Bambini e ragazzini, sfortunati, allontanati dalle proprie famiglie con provvedimento del Tribunale per i Minorenni, “affidati” al Comune che, per il tramite dei servizi sociali, provvedeva a collocarli presso le associazioni e le case famiglia, in condizione “protetta”. Operazione che, ovviamente, veniva – e viene – finanziata con fondi vincolati previsti dalla legge 28.08.1997, n. 285 e dalla legge 28.12.2000, n. 385. Ebbene, dovetti fare uno sforzo per capire il motivo per cui, fondi vincolati stanziati dal Ministero extrabilancio comunale non giungevano a destinazione se non dopo anni (circa 3).. Capii che c’era qualcosa che non andava nella gestione di questi fondi vincolati che venivano usati come “elasticità di cassa” in luogo dell’anticipazione di tesoreria, come mi spiegò l’assessore al bilancio. Il risultato di tale “disguido” era evidente: le case famiglia finivano per essere strangolate dalle banche con operatori sociali ed educatori per lunghi mesi senza stipendio. Ebbi modo di conoscere un mondo assolutamente valido e motivato, soprattutto di giovani che si prendevano cura di bambini e ragazzini divenendo il loro punto di riferimento. Un mondo di giovani professionalmente preparati distrutto dalla incapacità amministrativa, finanziaria e contabile dell’amministrazione comunale, sulla quale intervenni molte volte andando a rispolverare il regolamento di contabilità del comune che finiva per essere di fatto disapplicato. Un sistema interno che non funzionava con operatori sociali che lamentavano il mancato inserimento del loro credito nell’elenco cronologico dei pagamenti, per inefficienza dei servizi da cui dipendeva il “completamento” della pratica. Capii che il pagamento per rispettare il principio di neutralità e di imparzialità sancito dall’art. 2 del citato regolamento di contabilità comunale non poteva dipendere dall’efficienza dei servizi o da “raccomandazione” di cui si percepiva il sospetto e che mi indignava. Proposi anche una soluzione ma non sono al corrente se oggi sia stata adottata o meno. Oggi sono convinto che il bene più prezioso della società civile, a cui si rivolgono Morgera, Ricciardi e Salomone, è la indipendenza e l’apporto di professionalità e competenza che dovranno confluire in un ragionamento politico congiunto ed essere da stimolo per i partiti e movimenti che dir si voglia.
Avv. Gennaro Esposito
Comitato Vivibilità Cittadina
Per Napoli Civile