La truffa sanitaria dei parlamentari

400px-Parlamento_Italiano_Giuramento_di_Giovanni_LeoneSulla questione già ebbi modo di spendere parole di indignazione quando venne fuori la storia che i parlamentari si facevano pagare le visite mediche per decine di milioni di euro, per loro e per i loro familiari (sanità dei parlamentari un punto da programma elettorale clikka). Oggi su repubblica compare una notizia, a dir poco allucinante, perché questi sembrerebbe che si sarebbero addirittura fatti fare delle ricevute e fatture per spese sanitarie false per portare a casa qualche altro spicciolo (rispetto a quanto guadagnano) da aggiungere alla loro lauta indennità. La Procura di Napoli, infatti, ha aperto una indagine sul caso, ipotizzando la truffa, attraverso l’emissione di fatture false da parte di uno studio laboratorio medico, della provincia di napoli, che avrebbe svolto il compito di società “cartiera” emettendo fatture per prestazioni sanitarie in favore di parlamentari per fargli ottenere il rimborso per spese inesistenti. Il parlamentare che sembrerebbe essere indagato ha dichiarato che le prestazioni erogate sono vere e non false, senza capire che già questo privilegio per i normali cittadini è odioso. Giusto ieri ho pagato un ticket di 103,00 €. per visita cardiologica ed elettrocardiogramma ai miei 2 bambini per la pratica sportiva, non capisco perché questi debbano avere questo privilegio guadagnando indennità di gran lunga superiori al reddito medio dei cittadini.
Da Repubblica Napoli di oggi (19.10.2013)
False cure per i rimborsi ai parlamentari
Inchiesta della Procura, ipotesi truffa. Perquisizione a un ex deputato Pdl
DARIO DEL PORTO
L’INCHIESTA condotta dal pm Henry John Woodcock configura una truffa ai danni del Servizio sanitario integrativo dei parlamentari. Il raggiro sarebbe stato perpetrato utilizzando il centro fisioterapico della provincia di Napoli, “Fisiodomus srl” come «cartiera» per l’emissione di fatture e altra certificazione riferita a prestazioni ritenute mai effettuate. Gli altri indagati sono un medico di origine giordana, Alì Rashed Mohmoud, indicato come il dominus del centro, l’amministratore unico della società, Raffaele Iovine, la contitolare Maria Pia Casamassa e Carlo Finizio, dipendente della “Fisiodomus”. Il pm ipotizza i reati di associazione per delinquere finalizzata al falso e alla truffa.
Tutti i protagonisti dell’indagine potranno replicare alle contestazioni nei successivi passaggi del procedimento. La difesa potrà proporre ricorso alRiesame per ottenere la restituzione del materiale eventualmente sequestrato nel corso delle perquisizioni, che nella giornata di ieri si sono estese anche allo studio di un commercialista napoletano, non indagato. Il lavoro degli inquirenti è destinato ad entrare nel vivo proprio in queste ore. E l’inchiesta potrebbe allargarsi ancora. Alla Camera, i magistrati hanno chiesto di acquisire la documentazione riguardante i rimborsi erogati a fronte della certificazione ora all’esame degli investigatori. I carabinieri del Noe hanno inoltre iniziato ad ascoltare i primi testimoni. Gli elementi raccolti dovranno poi essere valutati dal pm Woodcock alla luce di quanto emerso durante la prima fase dell’indagine.
Secondo la ricostruzione della Procura, il centro “Fisiodomus”, indicato come struttura «fantasma», risultata dalle verifiche investigative chiusa da tempo, con i locali offerti in locazione, sarebbe stato utilizzato allo scopo di rilasciare, «in modo assolutamente sistematico», fatture, certificati e attestati riguardanti cure fisioterapiche a favore di parlamentari e loro familiari. Ma queste cure, sospettano i magistrati, non sarebbero mai state effettuate, né presso la sede del centro né presso le abitazioni dei pazienti. La documentazione sarebbe stata emessa con il solo intento di esibirla allo scopo di ottenere i rimborsi, considerati pertanto non dovuti, che sono previsti dal Servizio sanitario integrativo per le competenze dei parlamentari. Negli atti a sostegno delle perquisizioni scattate ieri, la Procura lascia intendere che di questo sistema potrebbero aver beneficiatopiù deputati. Fra questi ci sarebbe Pugliese, eletto alla Camera nel 2008 con le liste del Pdl ma non riconfermato nel 2013, quando si era candidato come capolista per Grande Sud. In serata, dopo un incontro con i suoi legali, l’imprenditore ed esponente politico irpino diffonde una nota con la quale replica alle accuse dicendosi «totalmenteesterrefatto» per la vicenda contestata dalla magistratura napoletana. Sottolinea, Pugliese, di aver «realmente ricevuto presso il centro fisioterapico Fisiodomus, specializzato in terapie riabilitative, assistenza sanitaria e fisioterapica a seguito di gravi infortuni e interventi chirurgici subiti». L’ex deputato aggiunge poi che la vicenda «riguarda rimborsi relativi ad importi irrisori, dell’ammontare di qualche centinaio di euro, così come tra l’altro previsto dal tariffario per l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati». Ai suoi avvocati, Pugliese ha affidato il mandato «al fine di affermare ed acclarare la propria totale estraneità ai fatti».

La Sanità dei Parlamentari: un punto da programma elettorale?

parlamento1Non faccio in tempo a sbollire l’incazzatura per quello che avevo appreso ad aprile 2011 e cioè che i parlamentari per rimborso spese mediche hanno ricevuto circa 10 milioni di euro per loro ed i loro parenti, compresi i conviventi more uxorio (in virtù di un colpo gobbo di Casini), che oggi leggo la notizia relativa alla esistenza di un presidio medico aperto h. 24, presso Palazzo Madama, che già ci costa circa 650.000,00 €. annui, per cui sono state aperte le procedure per 20 assunzioni (5 cardiologi e 5 anestesisti e 10 infermieri). Se si legge la tabella che incollo “questi” non si pagano né il dentista né gli occhiali ed hanno anche a disposizione per 24 h al giorno un intera schiera di medici! Il bello è che siamo in campagna elettorale e non una parola è stata spesa dai leader circa la eliminazione dei privilegi e degli sprechi, né una sola parola è stata spesa per la riduzione delle indennità e dei parlamentari e per la riduzione delle istituzioni elettive regioni o province. Tutti quelli che hanno in un certo qual modo fatto parte di un parlamento, che non è stato neppure in grado di riformare per tempo la legge elettorale, dovrebbero starsene a casa. Mi chiedo se non dobbiamo vergognarci a consentire tutto ciò! Devo confessare, infatti, che da qualche tempo quando incontro un tedesco, un inglese o un francese per non parlare di un americano mi sento un po’ fesso. Mi chiedo come sia possibile che alla maggior parte degli Italiani queste cose non fanno rizzare i peli e contorcere le budella.

Credo profondamente che l’impegno in politica sia il più alto servizio che un cittadino possa rendere al proprio paese, ma in questi termini me ne vergogno e mi vergogno anche di dire agli altri che oggi, nel Comune di Napoli, sono un politico, per paura di essere accomunato agli indegni! Un caro amico oggi mi diceva bravo Gennaro siamo in pochi e quelli che ci sentono parlare ed agire in questo modo  ci dicono che siamo pure co…ni!!

Sui rimborsi per spese mediche La Repubblica dell’11.04.2011

ROMA – Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio. Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.

tabella rimborsi 2010

Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.

Per curare i problemi delle vene varicose (voce “sclerosante”), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all’assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.

A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks. I deputati di Pannella chiedono i dati delle consulenze e degli appalti e contratti vari, e poi li pubblicano online “perché solo così – spiega l’onorevole Rita Bernardini – i conti della Camera sono sottoposti al controllo dell’opinione pubblica. In caso contrario alla Camera si sentono liberi di fare qualsiasi cosa perché tanto non c’è nessuno che li controlla”.

Ma non tutti i numeri sull’assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. “Abbiamo chiesto – dice la Bernardini – quanti e quali importi sono stati spesi nell’ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal ‘fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l’importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare”. Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili? Cosa c’è da nascondere?

Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: “Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell’accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un’attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste”.

Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. “Non ritengo – spiega la deputata Rita Bernardini – che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l’assistenza che hanno tutti i cittadini italiani. Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un’assicurazione privata. Non si capisce perché questa ‘mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori”. “Secondo noi – aggiunge – basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all’anno”.

da libero del 02.01.2013 Il gabinetto medico presso il Senato

Casta senza vergogna. Altre dieci assunzioni last minute per riempire il laboratorio del Senato

Un posto di lavoro di “lusso” a spese dei contribuenti. Medici e infermieri che lavorano al Senato sono dei veri privilegiati. Curare i nostri senatori costa agli italiani 650mila euro all’anno. Ma non basta. C’è bisogno di qualche altro camice bianco per i nostri senatori. Così il presidio dell’Ambulatorio di Palazzo Madama ha avviato la selezioni di dieci nuovi medici, cinque cardiologi e cinque specialisti in anestesia e rianimazione. I requisiti per l’ammissione sono rigidissimi.  Alle selezioni non passa chi si sia laureato con meno di 105/110. E neppure chi non abbia maturato un’esperienza professionale di livello. Cinque anni almeno per i medici e quattro per gli infermieri. L’organico ad oggi conta un medico e quattro infermieri, oltre a 26 camici bianchi pagati a chiamata. Il servizio naturalmente è garantito h24. Precedntemente il presidio medico del Senato era una piccola clinica per i senatori residenti nella Capitale, poi all’improvviso si è allargato. Le porte dell’ambulatorio sono aperte a tutti:deputati, ex parlamentari, dipendenti del Senato e dei gruppi. Quanto costa farsi visitare? Nulla. E’ tutto gratis, pagano gli italiani.

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