Possibile che da qualche giorno tutti gli amministratori regionali compresi i Presidenti e Governatori dichiarano di essere in procinto di tagli e sforbiciate di riduzioni di comandi e di personale, come se ciò fosse utile a ricostruirsi una verginità senza considerare che l’unico atto utile e dignitoso sarebbe solo ed esclusivamente quello della restituzione del mal tolto alla pubblica utilità, perché delle due l’una o questi soldi erano necessari ed allora non possono essere tagliati oppure se vengono tagliati allora c’è l’ammissione che erano mal dati ed allora devono essere restituiti! Come del pari devono essere restituiti tutti quei soldi che hanno preso tutti quei partiti estinti, morti e sepolti. Io al Comune di Napoli, come consigliere comunale, come fondo del gruppo consiliare in quest’anno avrei diritto ad avere circa 1.024 €. per attività politica da rendicontare centesimo per centesimo, quelli del 2011 non li ho neppure spesi, mentre da un anno vado dicendo che il contratto di consultazione che abbiamo con l’ANSA di oltre centomila euro all’anno a disposizione di tutti i consiglieri (che però non si possono collegare contemporaneamente) è assolutamente inconcepibile, come lo è la rassegna stampa che abbiamo appaltato all’esterno e che ci costa altrettanto. Non credo che si debba fare a gara a chi taglia di più ma sono convinto che di sprechi ce ne sono ed ogni uno di noi che incappa in uno di questi ha il dovere di mettere al centro della discussione il problema. Ormai l’indignazione è a livelli stratosferici perché a questi li abbiamo colti con il barattolo della marmellata vuota mentre si stavano leccando ancora le dita….
Angelo Agrippa corriere del mezzogiorno del 26.09.2012
NAPOLI — Un emendamento presentato dai capigruppo consiliari sarà approvato oggi in consiglio regionale per tagliare del 50 per cento i fondi pubblici destinati ai gruppi politici; del 50 per cento i fondi per l’assunzione degli assistenti (i cosiddetti portaborse); del 25 per cento gli stanziamenti per le prestazioni giornalistiche e una drastica diminuzione dei ‘‘comandati”, vale a dire dei 94 dipendenti provenienti da altre strutture pubbliche, ma pagati profumatamente, attraverso il salario accessorio, dagli uffici del Centro direzionale. Infine, sarà varata pure una norma di principio per stabilire che d’ora in poi qualunque attribuzione finanziaria destinata al consiglio regionale campano dovrà risultare la meno onerosa tra quelle contemplate dai bilanci di ogni assemblea regionale d’Italia. Paolo Romano, presidente pidiellino del consiglio regionale campano, è di ritorno dalla riunione nella quale il segretario nazionale del partito, Angelino Alfano, ha chiesto misure concrete di contenimento dei costi della politica.
Romano, perché solo ora avete deciso di tagliare della metà i fondi per i gruppi consiliari e per gli assistenti?
«È ingeneroso dire, dopo due anni di lavoro per ridurre le spese eccessive, che soltanto ora ci siamo accorti della necessità di contenere i costi. Continuiamo il percorso intrapreso, consapevoli pure che il clima provocato dalle recenti vicende del Lazio richieda una risposta immediata e responsabile da parte della classe politica. Ma il nostro impegno è dimostrato da tempo: a luglio scorso abbiamo varato la legge Campania zero, cancellando i gruppi costituiti da un solo consigliere; riducendo le indennità del 30 per cento; abolendo tutte le auto blu, tranne quelle del presidente della giunta e del presidente del consiglio; e non abbiamo speso un euro di consulenze».
Ciò che viene fuori oggi, dopo lo scandalo del Lazio, è che si tagliano spese ma poi si tenta di compensare le riduzioni con altre dotazioni, riferite, magari, ad altre voci.
«Le assicuro che non è così. Non ci saranno compensazioni alle riduzioni di spesa, né occulte, né alternative. Anzi, le anticipo che oltre ai tagli contenuti nell’emendamento, procederemo ad altre revisioni di spesa entro l’anno».
Quali?
«Stiamo valutando ogni aspetto del bilancio. Probabilmente, c’è ancora altro da tagliare nei servizi. Pochi giorni fa abbiamo rescisso il contratto di locazione di alcuni locali del Centro direzionale che ci consentiranno un ulteriore risparmio di oltre un milione di euro: risparmieremo sul servizio di guardiania, sulla squadra di pulizie».
Vi sono altri locali in affitto che possono essere tagliati?
«Stiamo verificando nel dettaglio».
Per statuto, nel consiglio regionale campano è possibile costituire un gruppo politico con almeno due consiglieri, sempreché sia collegato a una rappresentanza dello stesso partito in sede nazionale o europea. Ma l’Udeur non ha rappresentanza organizzata nel parlamento nazionale e in Europa: Mastella fu eletto a Bruxelles con il Pdl.
«Sì, ma come indipendente. Poi, mi sembra abbia aderito al Ppe. Comunque, a verificare la congruità della costituzione del gruppo Udeur in consiglio regionale ci ha pensato la struttura di supporto all’ufficio di presidenza».
Tutto regolare?
«Credo proprio di sì».
Lei ha annunciato che saranno drasticamente tagliati i cosiddetti «comandati» che, oggi, sono 94 e pesano sul bilancio del consiglio. Mentre con i distaccati si arriva a 187 unità. Quante posizioni di comando revocherete?
«Credo che ridurremo i ‘‘comandati” fino ad arrivare a sole 20, 25 posizioni. Ma si sappia che non siamo contrari all’istituto della mobilità, bensì siamo costretti a queste sforbiciate perché non riusciamo a sostenere i costi. Già nel 2010 ci ritrovammo con 250 ‘‘comandati” e il primo sfoltimento ci ha consentito di fare un significativo passo in avanti in direzione della riduzione dei costi».
Quale criterio seguirete per revocare gli incarichi?
«Ogni gruppo consiliare esaminerà le proprie esigenze: chi, per esempio, presenta tre comandati, ne rimarrà con uno solo».
Romano, a quanto ammonta la dotazione del suo ufficio per le spese di rappresentanza?
«Quarantanovemila euro l’anno. Tutto certificato».
Mai organizzate cene nel suo sontuoso appartamento di rappresentanza?
«No, mai. Lo utilizzo raramente e esclusivamente per occasioni di rappresentanza. E poi, non c’è nulla di sontuoso: è un ufficio, né più, né meno».