Il Parlamento deformato

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Un articolo apparso oggi (18.05.2013) su La Repubblica Nazionale da condividere in pieno, è assurdo che non si metta immediatamente mano alla riforma del porcellum. Ogni giorno che passa è un giorno perso ed i cittadini questo ormai l’hanno capito, continuando così questa gente verrà seppellita dagli eventi.
di GIANLUIGI PELLEGRINO
OGNI giorno che resta in vita il Porcellum è un giorno rubato alla democrazia. Ora è scolpito anche in una decisione della Corte suprema di Cassazione emessa in nome del popolo italiano. Ma gli alti giudici, nel provvedimento anticipato ieri da Liana Milella, hanno detto persino di più. L’attuale Parlamento è deformato nella sua composizione da una norma che nelle ultime elezioni ha dato i suoi frutti più velenosi. Il Pd e Sel non solo hanno avuto alla Camera un premio di maggioranza abnorme, ottenendo il 55 per cento dei seggi pur bocciati da più di due italiani su tre, ma poi si sono anche separati sciogliendo quella coalizione che avevapermesso di accedere al premio.
Con Sel che è andata all’opposizione non condividendo un governo che forse è di necessità, ma certamente è in frontale contrasto con il voto chiesto agli elettori. Berlusconi dovrebbe lamentarsene se avesse minimamente a cuore non solo la democrazia ma anche il suo stesso partito. Ma lui pensa solo a se stesso e il Porcellum resta il sistema più funzionale alla sua strategia di breve, medio e lungo periodo anche per il salvacondotto che potrebbe ottenere nella prossima legislatura.
I giudici inoltre non limitano la censura al premio di maggioranza, ma sottolineano come si esponga all’incostituzionalità anche la parte più intollerabile per il senso comune, le liste bloccate. E condannano espressamente la modifica del sistema per collegio previsto nel Mattarellum che invece garantisce il rispetto della Costituzione: elezione dei parlamentari “libera” e “diretta” da parte dei cittadini.
La Cassazione evidenzia ancora (con un specifico passaggio della motivazione) che un parlamento così deturpato nella sua composizione rischia di delegittimare anche la scelta delle autorità di garanzia che hanno funzioni e durata ben più ampie delle legislatura. La Corte ovviamente non cita condotte e circostanze ma il riferimento esplicito è alla elezione del Presidente della Repubblica, dei componenti della Consulta, del Csm e delle autorità indipendenti. Il Parlamento ha compiti troppo alti per poter continuare a convivere con vizi così clamorosi nella sua composizione, rifiutandosi pure di emendarli.
A questo punto non c’è più spazio per infingimenti e nemmeno per pezze a colori come quelle che ha da ultimo ipotizzato il governo dopo il ritiro in abbazia: e cioè limitare l’intervento urgente ad una minimale manutenzione del Porcellum inserendo semplicemente una soglia per il premio di maggioranza. Rinviando il resto a future riforme tutte di là da venire.
Sarebbe un grave arretramento persino rispetto agli impegni assunti da Letta nel suo discorso di insediamento. E oggi sarebbe una pecetta del tutto insufficiente anche a superare le obiezioni sollevate dalla Cassazione. Resteremmo clamorosamente esposti ad una censura della Consulta senza precedenti. Rinviare poi sarebbe insieme miopee in contrasto con specifiche direttive europee. Miope perché abrogare oggi il Porcellum darebbe al governo la legittimazione necessaria per poter fare quanto di difficile e utile serve, prima di tornare al voto. Al contrario sarebbe esiziale cedere alla tentazione di traccheggiare per tirare a campare.
Il Consiglio d’Europa del resto ha invitato espressamente a non cambiare le leggi elettorali troppo a ridosso del voto: rinviare ci esporrebbe così ad un’ulteriore censura comunitaria.
Per questo anche al Pd è chiesto qualcosa di più. Non basta proporre disegni di legge e poi farsi scudo del niet di Berlusconi, come avvenuto sullo scempio della concussione che inrealtà andava bene a tutti. Deve pretendere, il Pd, che il governo ripristini subito il Mattarellum anche con decreto legge e con tanto di voto di fiducia. Subito, con la stessa forza con cui Berlusconi ha preteso l’intervento sull’Imu. Altrimenti i democratici facciano sul punto blocco con i grillini senza se e senza ma.
Non è una delle cose da fare. Ma la precondizione di agibilità democratica del paese e di credibilità minima di forze politiche che vogliano dimostrare di avere a cuore, almeno un po’, l’interesse nazionale. E, a ben vedere, anche la loro stessa sopravvivenza.

La politica delle pecore in parlamento

imagesListe fatte all’occorrenza della campagna elettorale con gente che non si conosce e che non ha alcuna formazione né amministrativa né politica e che spesso non ha manco l’idea di cosa si andrà a fare in parlamento. I partiti si ricordano dei cittadini e dell’elettorato attivo solo al momento delle elezioni. Nessun partito, nonostante tutti i milioni che hanno in cassa (sui soldi ai partiti clikka), ha mai seriamente pensato di mettere in piedi una vera e propria scuola di formazione politica/amministrativa ed il motivo credo sia chiaro! I partiti se avviassero corsi di formazione poi si troverebbero dei giovani che in grado di scalzare quelli che stanno davanti. Come al solito tenere nell’ignoranza il popolo serve a governarlo ad uso e consumo di questo o quel gruppo di potere. In Germania, ricordo sempre, un ministro per aver copiato una tesi di dottorato è stato cacciato perché alle sue spalle immagino ci siano tanti altri giovani e meno giovani pronti a prenderne il posto dell’indegno, giovani che scalpitano per mettersi alla prova e per rendere al paese il loro servizio. Ai tanti candidati al parlamento, vecchi e nuovi, mi verrebbe da chiedergli cosa sanno dell’autodichia, cosa sanno di come funzionano le camere, cosa sanno del bicameralismo perfetto, se hanno mai letto una legge e se ci hanno mai capito qualcosa con i tanti rinvii in essa convenuta, cosa sanno della legge finanziaria e del bilancio dello stato, cosa sanno dell’architettura costituzionale del nostro paese …. La verità è che si preferisce l’ignoranza perché così il pastore potrà governare le pecore nei recinti delle assemblee elettive, dicendo loro vota si o vota no, solo che spesso manco il pastore è in grado di capire, perché si debba votare si o perché si debba votare no, perché i si ed i no nascono dai grumi di potere; dai quei poteri forti che tutti dichiarano di voler abbattere ma che poi foraggiano i partiti. La cosa che mi lascia poi perplesso e che spesso le pecore vogliono rimanere pecore, perché quando pure spieghi a queste simpatiche bestiole, nei minimi dettagli il perché si dovrebbe, per l’interesse pubblico, votare diversamente da quello che il “pastore inconsapevole” suggerisce, le pecore anziché ringraziarti per aver aperto loro gli occhi, si incazzano e spesso sono pecore incazzate ed avvilite perché dovranno votare mordendosi la coscienza (se sensibili, ma questo non accade spesso), di dover fare un torto ai cittadini. Ovviamente mi scuso con le pecore che poverine nel gregge fanno il loro mestiere, ma alle pecore purtroppo è aggrappato il nostro destino e sopratutto quello dei nostri figli … Questo post lo dedico a tutte le pecore del mondo delle assemblee elettive …

Se non vogliamo le pecore allora occorre partecipare alla Scuola di politica e di amministrazione (clikka)

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