CORONAVIRUS ed Emergenza Normativa

Da operatore del diritto sento il dovere di segnalare che lo stramaledettissimo COVID 19, oltre ad aver determinato l’emergenza sanitaria nel Paese, sta anche determinando un vero e proprio Tsunami normativo a tutti i livelli istituzionali, con discipline Nazionali, Regionali e Comunali che, inconsapevolmente, si accavallano. Settori che vengono trattati in provvedimenti di centinaia di articoli, con rinvii ed emendamenti che vengono sfornati di giorno in giorno, prima ancora di essere approvati. Versioni che noi “poveri” operatori del diritto cerchiamo di studiare, inutilmente, perché poi subiscono cambiamenti in corso d’opera intrecciandosi in grovigli di rinvii ed emendamenti. Ad oggi, infatti, nel settore della Giustizia, non si riesce ancora a capire come si terranno le udienza nei Tribunali, nelle Corti di Appello ed in Cassazione, ovvero in quale “etere” si celebrerà l’incontro tra Magistrato, Avvocati e Cittadini, con una produzione normativa sul tema che è tutto fuorché semplificata. Questa riflessione mi è stata indotta, non solo da un senso di latente avvilimento che rinvengo nella categoria dei colleghi Avvocati che commentano nei vari gruppi chat, ma anche in quella dei commercialisti e degli operatori economici che, in vario modo, sono stati colpiti dal lockdown. Ebbene, a fronte di un vero e proprio “Vietnam normativo”, forse non è un caso che, ad oggi, nonostante le migliaia di pagine scritte e commentate dai giornali, tra articoli e codicilli di vario genere e natura, ancora nulla di concreto, sia giunto alle famiglie ed alle imprese, benché si discuta di manovre di emergenza con diverse centinaia di milioni di euro appostate in bilancio. Ebbene, devo dire che la cosa mi ha vieppiù colpito e, in un certo senso mortificato, come cittadino ed avvocato, quando ho ascoltato un noto commentatore della politica italiana, americano, il quale, ospite in un noto salotto televisivo, ha osservato che mentre negli Stati Uniti la produzione normativa dell’emergenza si riduce a circa otto pagine, in Italia, invece, la disciplina dello stesso fenomeno ha già totalizzato migliaia di pagine in codici, articoli e codicilli. Evidentemente il Paese deve aver smarrito il prezioso insegnamento di Piero Calamandrei che, nella scrittura della Costituzione, avvisava il Parlamento affinché “Le leggi siano poche, semplici, chiare: affinché nessuno, per capirle, abbia bisogno di nessuno

Gennaro Esposito

Avvocato del Libero Foro di Napoli

Non Buttiamo fra le Braccia della Camorra i Poveri dell’emergenza

Sulla stampa cittadina si analizza un nuovo aspetto dell’emergenza legato alla Camorra. Interviste a Magistrati ed esponeti delle FF.OO. tra cui il Procuratore Antimafia Cafiero de Rao, dai quali apprendiamo come la camorra si stia adattando all’emergenza. Sospensione dell’usura, delle estorsioni e pizzi vari e, con una sorta di welfare criminale, sostegno alimentare con soldi o pacchi a chi, fino al mese scorso, campava alla giornata con un lavoro al nero ed oggi si ritrova licenziato e senza reddito. Un esercito di migliaia di persone di cui lo Stato fino ad oggi non se n’è occupato, tollerando, per la pace sociale, questa forma di sfruttamento del lavoro cd. invisibile a cui si aggiungono i tanti artigiani e piccoli esercenti che oggi non ce la fanno più ad andare avanti. Oggi queste persone in carne ed ossa con le loro famiglie emergono dal mondo dell’invisibile e reclamano un sostegno. Il nostro compito, necessario per la tenuta sociale, è quello di evitare che queste persone cadino tra le braccia della camorra e del malaffare che, una volta passata la tempesta, non tarderà a passare all’incasso. L’appello è alle persone che oggi sono coperte da una maggiore possibilità economica:

Se vogliamo che Napoli non subisca un colpo ferale al tessuto socio/economico dobbiamo darci da fare, dobbiamo arrivare prima della camorra con la solidarietà ed il sostegno. Ognuno compia lo sforzo che è nelle sue possibilità, semmai mettendosi in rete con associazioni o altri cittadini.

Una GOCCIA insieme ad altre GOCCE fa il MARE!

Coronavirus e Prezzi al Consumo

La sorpresa è di stamattina: “Avvocà è aumentato tutto di 60 centesimi. Le arance non arrivano più dalla Sicilia, vanno a peso d’oro. Le mele dal Trentino, neppure. Dalla Spagna e dalla Grecia, non arriva più niente. Nelle campagne non c’è nessuno che raccoglie”. Parole che lasciano perplessi. Scacciato il pensiero della speculazione, che va perseguita e punita, la riflessione va alle tante inchieste giornalistiche sulla filiera dell’agroalimentare e sulla prepotenza delle società di distribuzione che dettano prezzi e condizioni, con quintali di frutta e verdura al macero, perché il prezzo imposto non copre i costi della produzione. La crisi da coronavirus diventa una crisi di sistema del Paese a cui hanno chiuso le frontiere che, stando al mio fruttivendolo, diventano addirittura regionali. Rimpiangiamo la mela annurca di Giugliano in Campania, i cui agricoltori non sono, forse, sufficientemente sostenuti, ma anche la campania felix martoriata dall’inquinamento. All’emergenza sanitaria che si sta fronteggiando con giusti provvedimenti draconiani, si associa quella economica che richiede altrettanti provvedimenti immediati, onde evitare, sia le speculazioni, sia che si blocchino le filiere della distribuzione, lasciando spazio agli speculatori. Alle società di distribuzione che, fino ad oggi, hanno dettato legge e condizioni, va chiesto uno sforzo. Non c’è dubbio che il comparto dell’agroalimentare va messo sotto stretta sorveglianza, onde evitare il peggio. Il Presidente De Luca, con decisione, sta cercando di evitare che vada in crisi il claudicante sistema sanitario campano, che non potrebbe reggere l’onda d’urto, subita da quello Lombardo. Bene i provvedimenti draconiani che richiedono un sacrificio personale ai cittadini che, inizialmente, non hanno dato buona prova di disciplina, ma c’è un sistema produttivo che impatta direttamente sulle famiglie che deve essere tenuto sotto stretta osservazione, creando un’apposita unità di crisi in seno alla regione Campania, al fine di evitare “distorsioni” del mercato che si scaricherebbero sulle fasce più deboli della popolazione. Sindaci, Presidente della Regione e Governo Nazionale, in questo momento, ognuno faccia la sua parte, senza invasioni di campo; i cittadini sapranno rispondere ed avere fiducia, cosicché ne usciremo con un accresciuto e rinnovato senso di comunità e più forti di prima.
Avv. Gennaro Esposito
Presidente Comitato Vivibilità Cittadina

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