Claudio Pollio: Una occasione da non sprecare per lo sport

pollioOvunque vado senti ripetere il solito mantra che lo sport è fondamentale per i risvolti sociali che ha, poi però tra il dire ed il fare ci passa l’incapacità di una classe politica sorda alle istanze del territorio ed incapace di dare una direzione o di mettere a frutto i risultati che già ci sono. Spesso alla incapacità della politica si accompagna anche l’incapacità di federazioni sportive con quadri dirigenti chiusi, riottosi ad ogni cambiamento, autoreferenziali e spesse volte gerontocrizzati. Una contraddizione stridente perché lo sport si nutre di sangue, carne, muscoli e, sopratutto, entusiasmo dei giovani. Una grande responsabilità civica e sociale, perché lo sport è una fucina di cittadini, non solo perché insegna al rispetto delle regole, ma sopratutto perché rende consapevoli che al merito corrisponde sempre un risultato. Un insegnamento fondamentale specialmente in quei quartieri nei quali i ragazzini che vi crescono  si sentono afflitti da un senso di ingiustizia sociale e dalla mortificazione di vivere in uno stato di degrado sociale, dove non c’è alcuna presenza concreta delle istituzioni dove la prepotenza la fa da padrona e dove il messaggio è quello di stimare un modello di vita distorto. In una parola parchi buoi da mungere solo in periodo elettorale. Lo sport fortifica la società crea una barriere all’illegalità e restituisce ai giovani la speranza e la fiducia nelle proprie capacità.

A Napoli nella lotta olimpionica stile libero, uno sport di grande passione e sacrificio, nonostante avessimo avuto la fortuna di avere Claudio Pollio, un ragazzo che nel 1980 da Secondigliano approdò a Mosca salendo sul gradino più alto del podio, siamo stati in grado, istituzioni cittadine e federazioni sportive, di perderci un’occasione per dimostrare ai tanti ragazzini di un quartiere difficile che nella vita si può essere campioni si può uscire per lo meno dal degrado morale. L’amministrazione cittadina e la Federazione Sportiva avrebbero dovuto fare di tutto affinché questo campione, esempio di riscatto sociale, assumesse il ruolo che gli spetta proprio in un quartiere che è famoso ormai nel mondo per gli scissionisti, i di lauro, il “terzo mondo” ed il traffico di droga. Claudio Pollio, spesse volte l’ho detto anche in pubblico, è stato per me l’esempio da seguire, avevo poco più di 12 anni ed ebbi la fortuna di fare i primi allenamenti con lui che aveva appena vinto le olimpiadi. Ebbi immediatamente la percezione che avrei potuto fare anch’io lo stesso, mi sarei potuto affrancare dal degrado civile e sociale che vivevo in un quartiere difficile di Napoli impegnandomi nello sport e questa mia passione poi mi è servita nello studio con risultati assolutamente inaspettati visto da dove ero partito. Oggi sento che il mio dovere ed il dovere di quelli che come me occupano poltrone nelle istituzioni cittadine o in quelle federali è fare in modo che questi esempi abbiano la possibilità di ripetere il miracolo, non è possibile che Claudio Pollio non abbia una palestra nella quale trasmettere i valori e l’esempio vincente che egli stesso rappresenta. Sarebbe un’occasione sprecata che non ci possiamo permetterete a Secondigliano ed in Italia, non solo perché si perde un’occasione di recupero di ragazzini in un quartiere difficile, ma anche perché ormai questo sport soffre una crisi di partecipazione che lo porterà, di questo passo, a scomparire, con un impoverimento della cultura sportiva e con grande responsabilità di enti ed istituzioni anche sportive che sono state incapaci di promuoverlo.

Consiglio la visione di questo video che racconta la storia di Claudio Pollio un grande campione

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E fiction sia! L’oro di Scampia una storia di Sport e Passione

MaddaloniAlla fine c’è un altro progetto  televisivo su Scampia che avrà ad oggetto la storia di Gianni Maddaloni, papà di Pino, oro olimpico a Sidney 2000. La sterile polemica del chi combatte meglio la camorra e la mafia mi sembrerebbe superata e spero che l’attenzione si sposti sui problemi e sulle soluzioni. Oggi come consigliere comunale e presidente della commissione sport, nei confronti di Gianni e degli altri bravi maestri di sport, di vita e di strada che stanno sui territori, provo un senso di inadeguatezza, sentendo il peso della responsabilità per quello che nonostante tutto il mio impegno non riesco a fare per loro, nella consapevolezza del grande lavoro che, invece, queste persone speciali riversano sul territorio. Impegno che conosco profondamente provenendo dallo stesso mondo sportivo e dalla stessa tipologia di quartiere difficile (Marianella). La verità è che nel Comune di Napoli, ma forse in Italia, lo sport non è mai stato preso sul serio! E’, infatti, diffusa l’opinione tra i politici che l’assessorato allo sport sia un assessorato di serie B. Non si comprende, invece, che lo sport è la prima politica sociale perché è insieme prevenzione e cura ! La conferma di questo è nei bilanci comunali dove si appostano 100 milioni di euro per le politiche sociali e poco più di sette milioni di euro per lo sport. Somma assolutamente esigua che a Napoli viene totalmente assorbita dall’idrovora stadio san paolo. Non si riesce, infatti, a far capire, che nello sport è facile verificare il merito e l’efficacia dell’azione sociale, dai risultati sportivi. Il campione, infatti, rappresenta per tutti i suoi compagni di spogliatoio l’esempio da seguire nello sport e nella vita. Io nel 1980 in palestra ho avuto la fortuna di iniziare lo sport della lotta olimpionica stile libero sudando sul tappeto con Claudio Pollio, oro a Mosca 1980, che mi ha fatto percepire immediatamente che era possibile vincere con l’impegno ed il sacrificio e tutta la mia adolescenza che, altrimenti poteva essere difficile, io l’ho trascorsa in palestra. La modalità di approccio della politica tradizionale, invece, è sempre approssimativo e finisce per realizzarsi con contributi a pioggia, se va bene, oppure agli amici degli amici se va male … e devo dire che va sempre male! Sin dall’inizio di questa mia esperienza amministrativa ho elaborato un nuovo regolamento d’uso degli impianti sportivi e per la promozione dello sport (clikka) che giace allo stato al Consiglio per l’acquisizione dei pareri, con il quale ho voluto creare un meccanismo indipendente di assegnazione dei contributi fondato solo ed esclusivamente sul merito sportivo e sganciandolo da ogni forma di discrezionalità politico/amministrativa. Spero di riuscire a vederne l’approvazione, anche se credo che vedrò storcere molti nasi di politici di lungo corso, troppo abituati a fare concessioni e piaceri ai loro amici! Gianni Maddaloni rappresenta un esempio virtuoso di inserimento sociale di valori che spesso salvano la vita di coloro che sono segnati dalla nascita, da una sorta di “maleficio soli”. Ebbene, non riesco a capire come sia possibile che una realtà come quella di Maddaloni possa essere abbandonata dalle istituzioni quando questi lamenta che non riesce a pagare le bollette dell’enel preferendosi finanziare improbabili progetti, quando si potrebbe facilmente verificare sul campo l’azione posta in essere dai risultati ottenuti. In questa battaglia so di avere dalla mia parte, il mondo dello sport, ma ancora di più so di avere dalla mia parte i tanti ragazzini dei quartieri napoletani nei cui occhi mi riconosco. Forza ragazzi insieme si vince!!

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Da La Repubblica del 20.01.2013

Scampia avrà la sua fiction. Ma non si tratta di Gomorra 2, negli ultimi giorni al centro di accese polemiche per il diniego della Municipalità a dare l’ok alle riprese sul territorio, bensì di un’altra produzione. Titolo: “L’oro di Scampia”, che racconterà la storia della famiglia Maddaloni, dagli inizi di papà Giovanni fino alla medaglia d’oro olimpica di Pino nel judo. Già aperti i casting, le riprese inizieranno in primavera nel quartiere teatro della faida di camorra tra clan, mentre la messa in onda è prevista per il prossimo autunno su Rai Uno. Attore protagonista sarà Beppe Fiorello nei panni di Giovanni Maddaloni, padre di Pino e proprietario dello Star Judo Club che permette ogni giorno a centinaia di ragazzi di praticare gratuitamente sport a Scampia. Una storia lunga e tortuosa, dall’apertura della palestra ai giorni nostri, tra problemi burocratici e difficoltà quotidiane. Negli ultimi anni la struttura ha rischiato più volte la chiusura per mancanza di fondi, ma oggi è aperta ai giovani del territorio ed opera anche per i minorenni detenuti nel carcere di Nisida, per i ragazzi delle comunità e i diversamente abili. «Abbiamo anche un campione italiano tra i non vedenti, che s’è messo in testa di arrivare a Rio 2016». È l’ultima scommessa raccontata nel libro di Giovanni Maddaloni, “La mia vita sportiva”, dal quale prende ispirazione la fiction. «Ho conosciuto Beppe Fiorello alcuni mesi fa, s’è fatto raccontare tutto nei dettagli, a partire dai primi passi nel rione San Gaetano, non certo un territorio facile». Una storia da film. «L’intenzione – spiega Maddaloni – è raccontare la storia di un riscatto sociale cercato e trovato nello sport: abbiamo anche un discorso aperto con l’associazione Don Peppino Diana, siamo attivi su tanti fronti ma continuiamo a vivere tra alti e bassi». Nei cassetti della scrivania dello Star Judo Club, ad esempio, c’è una bolletta di ventuno mila euro da pagare. «Nel 2010 dopo alcune scadenze non rispettate l’Eni ci tolse la luce e fummo costretti ad allenarci con le candele accese. Ci aiutò una donna americana, che venuta a conoscenza delle nostre disavventure decise di pagare l’intero importo. Da quel giorno ci è arrivata una sola bolletta, valida per l’ultimo anno e mezzo. Noi questi soldi non li abbiamo, in cassa ci sono 36 euro. Lancio una provocazione: l’Eni ci sponsorizzi e faccia concretamente qualcosa per Scampia». L’idea della fiction è stata accolta con favore dal presidente della Municipalità Angelo Pisani, che soltanto pochi giorni fa negò l’autorizzazione a girare nel quartiere le riprese per la fiction di Sky Gomorra 2. Maddaloni entra a gamba tesa sull’argomento: «Mi piacerebbe incontrare Saviano, sapere da lui che impronta vuole dare alla serie tv. La prima volta con il suo libro ha acceso i riflettori sui nostri problemi, adesso però rischia di darci il colpo di grazia. Abbiamo bisogno di figure positive, di un eroe all’interno della sua storia. Il cast del nostro film sarà composto dai ragazzi della palestra, gli unici attori saranno Fiorello e pochi altri. Insomma, diamo possibilità a questo territorio, non pensiamo soltanto a far notizia». La vita di Giovanni Maddaloni sarà raccontata anche in una breve ricostruzione contenuta nel programma Eroi, in onda in primavera sulle reti Rai, insieme ad altre storie di sport.

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