Occorre una Economia di Guerra

Sul web gira un filmato molto convincente di un consulente bancario sugli aiuti di Stato alle piccole e medie imprese. In buona sostanza 400 miliardi stanziati dal Governo che in realtà non sono stanziati, ma solo “garantiti” alle banche. I tanto sbandierati 25.000,00€. da erogare alle imprese, entro il 25% del loro fatturato, che non sono altro che un prestito alle imprese delle banche, alle quali deve essere restituito poiché, in mancanza di restituzione nei termini, vi provvederà lo Stato. Nella mia esperienza di 25 anni forense, non ho mai incontrato alcuna impresa che non abbia avuto una esposizione debitoria, piccola o grande che fosse, verso il sistema bancario. L’intralcio è facile da capire. Se una impresa, avendo fatturato nel 2018, 100.000,00€., ha diritto e chiede tutti e 25.000,00€. di prestito, la Banca, per ammetterlo gli chiederà di estinguere la sua esposizione debitoria, di modo che, se ha per esempio 20.000,00€. di debito con la stessa Banca, il finanziamento verrà concretamente erogato per la sola residua parte di 5.000,00€., di modo che sarà solo la banca ad aver effettivamente beneficiato della trasformazione del suo credito da chirografario in garantito dallo Stato, mentre all’impresa resteranno liquidi in tasca solo 5.000,00€. ma ne dovrà restituire sempre 25.000,00 e, come detto, se non li restituirà subentrerà lo Stato non senza conseguenze però per l’impresa medesima.

Sotto altra prospettiva, quella delle Banche, va detto che queste, per avere i soldi da prestare dovranno farseli prestare a loro volta dalla BCE, ma, quest’ultima, per erogarli chiederà alle Banche stesse di garantire il prestito con titoli soldi, quindi, Bund Tedeschi, che tra l’altro hanno un rendimento negativo. Paradossalmente si assiste, inermi, ad una fuga di liquidità dall’Italia verso la Germania che, anche in questa circostanza, ci guadagna. Senza giri di parole la Germania, quello che non è riuscita a fare nel ’39 con la seconda guerra mondiale, lo sta facendo con l’economia con l’aggiunta che l’Europa si è indebolita, perché ne è uscita l’UK che poteva fare fronte comune con Italiani e Francesi.

Non so cosa bisogna fare, ma queste riflessioni ci devono far capire che in Italia occorre una Economia di Guerra che rilanci innanzitutto il SUD Italia che, rispetto al NORD ha margini di miglioramento di gran lunga superiori. Se parte il SUD parte tutta l’Italia che forse è potrà competere alla pari con la Germania, diversamente, ci dovremo accontentare di diventare una colonia tedesca…

CORONAVIRUS ed Emergenza Normativa

Da operatore del diritto sento il dovere di segnalare che lo stramaledettissimo COVID 19, oltre ad aver determinato l’emergenza sanitaria nel Paese, sta anche determinando un vero e proprio Tsunami normativo a tutti i livelli istituzionali, con discipline Nazionali, Regionali e Comunali che, inconsapevolmente, si accavallano. Settori che vengono trattati in provvedimenti di centinaia di articoli, con rinvii ed emendamenti che vengono sfornati di giorno in giorno, prima ancora di essere approvati. Versioni che noi “poveri” operatori del diritto cerchiamo di studiare, inutilmente, perché poi subiscono cambiamenti in corso d’opera intrecciandosi in grovigli di rinvii ed emendamenti. Ad oggi, infatti, nel settore della Giustizia, non si riesce ancora a capire come si terranno le udienza nei Tribunali, nelle Corti di Appello ed in Cassazione, ovvero in quale “etere” si celebrerà l’incontro tra Magistrato, Avvocati e Cittadini, con una produzione normativa sul tema che è tutto fuorché semplificata. Questa riflessione mi è stata indotta, non solo da un senso di latente avvilimento che rinvengo nella categoria dei colleghi Avvocati che commentano nei vari gruppi chat, ma anche in quella dei commercialisti e degli operatori economici che, in vario modo, sono stati colpiti dal lockdown. Ebbene, a fronte di un vero e proprio “Vietnam normativo”, forse non è un caso che, ad oggi, nonostante le migliaia di pagine scritte e commentate dai giornali, tra articoli e codicilli di vario genere e natura, ancora nulla di concreto, sia giunto alle famiglie ed alle imprese, benché si discuta di manovre di emergenza con diverse centinaia di milioni di euro appostate in bilancio. Ebbene, devo dire che la cosa mi ha vieppiù colpito e, in un certo senso mortificato, come cittadino ed avvocato, quando ho ascoltato un noto commentatore della politica italiana, americano, il quale, ospite in un noto salotto televisivo, ha osservato che mentre negli Stati Uniti la produzione normativa dell’emergenza si riduce a circa otto pagine, in Italia, invece, la disciplina dello stesso fenomeno ha già totalizzato migliaia di pagine in codici, articoli e codicilli. Evidentemente il Paese deve aver smarrito il prezioso insegnamento di Piero Calamandrei che, nella scrittura della Costituzione, avvisava il Parlamento affinché “Le leggi siano poche, semplici, chiare: affinché nessuno, per capirle, abbia bisogno di nessuno

Gennaro Esposito

Avvocato del Libero Foro di Napoli

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