La sorpresa è di stamattina: “Avvocà è aumentato tutto di 60 centesimi. Le arance non arrivano più dalla Sicilia, vanno a peso d’oro. Le mele dal Trentino, neppure. Dalla Spagna e dalla Grecia, non arriva più niente. Nelle campagne non c’è nessuno che raccoglie”. Parole che lasciano perplessi. Scacciato il pensiero della speculazione, che va perseguita e punita, la riflessione va alle tante inchieste giornalistiche sulla filiera dell’agroalimentare e sulla prepotenza delle società di distribuzione che dettano prezzi e condizioni, con quintali di frutta e verdura al macero, perché il prezzo imposto non copre i costi della produzione. La crisi da coronavirus diventa una crisi di sistema del Paese a cui hanno chiuso le frontiere che, stando al mio fruttivendolo, diventano addirittura regionali. Rimpiangiamo la mela annurca di Giugliano in Campania, i cui agricoltori non sono, forse, sufficientemente sostenuti, ma anche la campania felix martoriata dall’inquinamento. All’emergenza sanitaria che si sta fronteggiando con giusti provvedimenti draconiani, si associa quella economica che richiede altrettanti provvedimenti immediati, onde evitare, sia le speculazioni, sia che si blocchino le filiere della distribuzione, lasciando spazio agli speculatori. Alle società di distribuzione che, fino ad oggi, hanno dettato legge e condizioni, va chiesto uno sforzo. Non c’è dubbio che il comparto dell’agroalimentare va messo sotto stretta sorveglianza, onde evitare il peggio. Il Presidente De Luca, con decisione, sta cercando di evitare che vada in crisi il claudicante sistema sanitario campano, che non potrebbe reggere l’onda d’urto, subita da quello Lombardo. Bene i provvedimenti draconiani che richiedono un sacrificio personale ai cittadini che, inizialmente, non hanno dato buona prova di disciplina, ma c’è un sistema produttivo che impatta direttamente sulle famiglie che deve essere tenuto sotto stretta osservazione, creando un’apposita unità di crisi in seno alla regione Campania, al fine di evitare “distorsioni” del mercato che si scaricherebbero sulle fasce più deboli della popolazione. Sindaci, Presidente della Regione e Governo Nazionale, in questo momento, ognuno faccia la sua parte, senza invasioni di campo; i cittadini sapranno rispondere ed avere fiducia, cosicché ne usciremo con un accresciuto e rinnovato senso di comunità e più forti di prima.
Avv. Gennaro Esposito
Presidente Comitato Vivibilità Cittadina