Ieri (24.11.2014) nel consiglio comunale è stata discussa la delibera n. 966/2013 (clikka) con la quale si impone al Comune di Napoli di pagare la somma di circa 25 milioni di euro (comprensiva di interessi) derivanti da un rapporto contrattuale con la DI.FRA.BI. (della famiglia Di Francia), società che ha gestito la discarica di Pianura di contrada Pisani di cui, immagino, molti di voi hanno sentito parlare. Per me è stata una occasione per aprire una finestra su coloro che devono essere ritenuti responsabili almeno politicamente, ed a prescindere dalle responsabilità penali che si scontrano con il macigno della prescrizione, come è accaduto per il caso ETERNIT.
Una ingiustizia sostanziale che a Napoli è ancora più pesante perché, noi, a coloro che hanno inquinato e dato morte a persone e territorio non solo non li perseguiamo “per prescrizione del reato” ma gli dobbiamo anche dare 25 milioni di euro, facendoli anche continuare a lavorare dietro il paravento di altre società! La cosa devo confessare mi brucia molto e devo dire che durante l’intervento sono stato male, perché ho discusso con i documenti che mi ha fornito Vincenzo Russo un cittadino di Pianura (che ringrazio per il suo impegno) il quale sta pagando con la malattia dei propri cari gli errori commessi da una classe dirigente indegna e che deve essere cancellata dalla memoria del popolo italiano!
Ebbene, la prescrizione del reato di disastro ambientale è 12 anni e decorre dalla data di chiusura della discarica, avvenuta nel 1996!!
Oggi leggo la cronaca politica dei giornali e nessuno fa i nomi e cognomi di coloro che spesso vengono ospitati sulle stesse pagine dei quotidiani come saggi e maestri. Sento, pertanto, il dovere di ricostruire in minima parte i fatti:
Verbale della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei Rifiuti del 7 ottobre 1997 (clikka), desecretato solo il 30.10.2013. Il presidente era Massimo Scalia (Verde Ambientalista gruppo misto) nonché altri 64 parlamentari, rappresentanti di tutti i partiti della XIII legislatura (clikka) che avevano ed hanno avuto accesso al citato verbale del 7 ottobre 1997 (clikka), nel quale da pagina 15 in poi, potrete leggere le dichiarazioni di Carmine Schiavone, sulla discarica di pianura, che ho letto in aula, e dalle quali si evince che i Di Francia, con la collusione del clan, hanno sotterrato milioni e milioni di rifiuti e fanghi tossici ivi compreso quelli dell’Acna di Cengio.
Presidente della Regione e Sindaco di napoli dell’epoca rispettivamente Antonio Rastrelli ed Antonio Bassolino, al netto dei commissari ai rifiuti che si sono succeduti.
Ebbene, dal 1996 in poi, tutte queste persone devono essere considerate i responsabili politici (e forse non solo politici) di questo disastro perché oltre a non aver denunciato ciò che è stato appreso con l’audizione di Carmine Schiavone il 07.10.1997, non hanno neppure attivato i controlli su una attività che, per la quantità di materiale interrato, è molto probabile che sia stata fatta sotto gli occhi di tutti!
Eppure lo stato del disastro ormai è ben chiaro poiché abbondano le relazioni ufficiali (clikka) e nessuno prende le sia pur minime precauzioni. Basti pensare che Ennio Italico Armando Noviello, primo ricercatore dell’Istituto di metodologie chimiche del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e consulente della procura di Napoli (che ha archiviato l’indagine essendo prescritto il reato di disastro), ha chiaramente affermato che “a causa della grande quantità di idrocarburi dispersi e della cattiva qualità dell’ossigeno, in alcune zone di Pianura è praticamente impossibile respirare. Alcuni rilievi sono stati effettuati all’esterno della discarica entro un raggio di 1500 metri. I valori di tutti i parametri sono risultati disomogenei e diversamente alterati e quasi sempre di gran lunga, fino a mille volte superiori, ai valori limite consentiti.” Il documento, inoltre, afferma che in alcune zone il livello di inquinamento era talmente alto che la qualità dell’ossigeno non era compatibile con la vita umana.
Allo stato non ci resta che sperare, ancora una volta, nella magistratura penale affinché, come per l’amara esperienza del caso Eternit, si svegli qualche Procura della Repubblica ed abbia il coraggio di configurare il reato di omicidio plurimo aggravato per le morti che sono addebitabili all’inquinamento affinché si dia un po’ di giustizia al popolo Napoletano.
Senza considerare che il caso della discarica di Pianura è unico poiché la discarica è stata impiantata in un sito archeologico(clikka) con una evidente compromissione del nostro patrimonio culturale.
Che dire, a Napoli noi non ci facciamo mancare nulla. Intanto l’ultima barriera a questa palese ingiustizia l’hanno frapposta il Sindaco Luigi De Magistris, il Vicesindaco Tommaso Sodano ed il Consiglio Comunale, ritardando il pagamento di quanto richiesto, nella speranza che qualche procura si svegli e proceda con un sequestro conservativo visto che i responsabili, tra società in liquidazioni e scatole cinesi, sarebbe difficile perseguirli sotto il profilo economico.
La riflessione che faccio è che sono troppi i casi di ingiustizia che devono farci capire che il reato di disastro ambientale deve essere riformulato prevedendo una prescrizione più lunga e facendola decorrere dall’avvenuto disinquinamento. Il territorio e la natura, sono beni preziosi e di rilevanza primaria, che devono essere difesi ad ogni costo ed ormai abbiamo capito che non è possibile che im-prenditori fasulli e senza scrupoli facciano utili lasciando i disastri alla comunità.
Il mio intervento in Consiglio Comunale al 02:14:47
Da una intervista de il Corriere del mezzogiorno intervista a Vincenzo Russo (clikka)