Stamane ho partecipato alla commissione permanente mobilità del Comune di Napoli, della quale faccio parte, con all’ordine del giorno il triste (è questo l’aggettivo che mi viene) episodio della mancata uscita degli autobus per la mancanza di gasolio. Erano presenti sia l’assessore, l’amministratore unico Brunetti, nonché il Direttore Tecnico Cicala e la Dott.ssa Bocchetti ed altre figure interne all’ANM, tra cui la responsabile della comunicazione. La situazione, come già sapevo, è affettivamente grave per la condizione finanziaria della partecipata, un credito verso il Comune di circa 270 milione di euro che determina poi a cascata tutta una serie di inadempimenti verso tutti i fornitori. Il problema credo sia stato di cattiva comunicazione in quanto intempestiva, ma l’amministratore unico ha riferito che siccome il rifornimento è ogni due giorni non c’erano in effetti margini per comunicare prima. Io per arrivare preparato in commissione mi sono interrogato qualche dipendete dell’azienda e qualche sindacalista ottenendo delle precise spiegazioni in gran parte coincidenti sul team management che in gran parte, tranne l’amministratore unico, è rimasto lì dove era. I problemi che mi sono stati segnalati sono la formazione dei turni, che vedrebbe delle posizioni di privilegio nonché la creazione di un servizio di manutenzione attraverso l’interpello di autisti disposti a fare i manutentori con servizio diciamo comodo (lunedì-venerdì dalle 07,00 alle 14,00) e non proprio provetti meccanici. Con il mio intervento ho precisato che l’episodio è stato grave tanto che è andato sulle pagine nazionali e che a fronte di tale fatto dovevano esserci per forza delle responsabilità interne all’amministrazione della partecipata, per le quali, ho chiesto che si aprisse una indagine conoscitiva precisando che nel mio modello di amministrazione quando accade un fatto grave deve seguire gioco forza un accertamento delle responsabilità con eventuale irrogazione di sanzione. Ciò, credo vale ancora di più nei momenti di crisi nei quali occorre essere più rigorosi e trasparenti per il rispetto dei cittadini che soffrono il disagio. Mi ha colpito l’effetto della mia richiesta che ha segnato sguardi e perplessità, quasi fossi un marziano. Alla fine l’amministratore Brunetti, vista la mia insistenza, ha dichiarato, credo con un po’ di irritazione, che la colpa era sua. In queste parole in sostanza ho colto una sorta di “un salvi tutti”, ed allora un po’ piccato ho chiesto se per questo si sarebbe ridotto lo stipendio come sanzione! Ancora una volta sguardi di sgomento e perplessità quasi avessi detto una cosa volgare. Non capisco perché quando si parla di soldi in questi casi si passa per marziani e quando, invece, si parla di tagliare il salario accessorio ai dipendenti è tutto normale e c’è la crisi. Ho insistito che mi si chiarissero le questioni che avevo appreso dagli amici dell’A.N.M., ma non ho avuto molta fortuna. Ad un certo punto uscendo dalla commissione ho sentito anche una voce che diceva vabbé questi sentono qualche dipendente e poi credono a tutto quello che gli dicono me ne sono andato per evitare …. provando, confesso, un certo disagio ripensando che il presidente della commissione è, “nella vita normale”, un impiegato (non so di quale livello) della stessa A.N.M., che avrebbe dovuto mettere sotto torchio proprio i suoi diretti superiori, anzi il vertice più alto della azienda della quale egli è dipendente …. disagio è la sensazione che provo anche adesso che lo scrivo … non dubitando affatto, ovviamente, della imparzialità dello stesso presidente. In effetti potremmo dire che nel nostro paese vige la “teoria della relatività della responsabilità” dove Cimoli dopo i disastri che ha combinato in ALITALIA ha anche ricevuto una liquidazione di 5 milioni di euro.