La Sanità dei Parlamentari: un punto da programma elettorale?

parlamento1Non faccio in tempo a sbollire l’incazzatura per quello che avevo appreso ad aprile 2011 e cioè che i parlamentari per rimborso spese mediche hanno ricevuto circa 10 milioni di euro per loro ed i loro parenti, compresi i conviventi more uxorio (in virtù di un colpo gobbo di Casini), che oggi leggo la notizia relativa alla esistenza di un presidio medico aperto h. 24, presso Palazzo Madama, che già ci costa circa 650.000,00 €. annui, per cui sono state aperte le procedure per 20 assunzioni (5 cardiologi e 5 anestesisti e 10 infermieri). Se si legge la tabella che incollo “questi” non si pagano né il dentista né gli occhiali ed hanno anche a disposizione per 24 h al giorno un intera schiera di medici! Il bello è che siamo in campagna elettorale e non una parola è stata spesa dai leader circa la eliminazione dei privilegi e degli sprechi, né una sola parola è stata spesa per la riduzione delle indennità e dei parlamentari e per la riduzione delle istituzioni elettive regioni o province. Tutti quelli che hanno in un certo qual modo fatto parte di un parlamento, che non è stato neppure in grado di riformare per tempo la legge elettorale, dovrebbero starsene a casa. Mi chiedo se non dobbiamo vergognarci a consentire tutto ciò! Devo confessare, infatti, che da qualche tempo quando incontro un tedesco, un inglese o un francese per non parlare di un americano mi sento un po’ fesso. Mi chiedo come sia possibile che alla maggior parte degli Italiani queste cose non fanno rizzare i peli e contorcere le budella.

Credo profondamente che l’impegno in politica sia il più alto servizio che un cittadino possa rendere al proprio paese, ma in questi termini me ne vergogno e mi vergogno anche di dire agli altri che oggi, nel Comune di Napoli, sono un politico, per paura di essere accomunato agli indegni! Un caro amico oggi mi diceva bravo Gennaro siamo in pochi e quelli che ci sentono parlare ed agire in questo modo  ci dicono che siamo pure co…ni!!

Sui rimborsi per spese mediche La Repubblica dell’11.04.2011

ROMA – Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio. Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio.

tabella rimborsi 2010

Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.

Per curare i problemi delle vene varicose (voce “sclerosante”), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all’assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.

A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks. I deputati di Pannella chiedono i dati delle consulenze e degli appalti e contratti vari, e poi li pubblicano online “perché solo così – spiega l’onorevole Rita Bernardini – i conti della Camera sono sottoposti al controllo dell’opinione pubblica. In caso contrario alla Camera si sentono liberi di fare qualsiasi cosa perché tanto non c’è nessuno che li controlla”.

Ma non tutti i numeri sull’assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. “Abbiamo chiesto – dice la Bernardini – quanti e quali importi sono stati spesi nell’ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal ‘fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l’importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare”. Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili? Cosa c’è da nascondere?

Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: “Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell’accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un’attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste”.

Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. “Non ritengo – spiega la deputata Rita Bernardini – che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l’assistenza che hanno tutti i cittadini italiani. Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un’assicurazione privata. Non si capisce perché questa ‘mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori”. “Secondo noi – aggiunge – basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all’anno”.

da libero del 02.01.2013 Il gabinetto medico presso il Senato

Casta senza vergogna. Altre dieci assunzioni last minute per riempire il laboratorio del Senato

Un posto di lavoro di “lusso” a spese dei contribuenti. Medici e infermieri che lavorano al Senato sono dei veri privilegiati. Curare i nostri senatori costa agli italiani 650mila euro all’anno. Ma non basta. C’è bisogno di qualche altro camice bianco per i nostri senatori. Così il presidio dell’Ambulatorio di Palazzo Madama ha avviato la selezioni di dieci nuovi medici, cinque cardiologi e cinque specialisti in anestesia e rianimazione. I requisiti per l’ammissione sono rigidissimi.  Alle selezioni non passa chi si sia laureato con meno di 105/110. E neppure chi non abbia maturato un’esperienza professionale di livello. Cinque anni almeno per i medici e quattro per gli infermieri. L’organico ad oggi conta un medico e quattro infermieri, oltre a 26 camici bianchi pagati a chiamata. Il servizio naturalmente è garantito h24. Precedntemente il presidio medico del Senato era una piccola clinica per i senatori residenti nella Capitale, poi all’improvviso si è allargato. Le porte dell’ambulatorio sono aperte a tutti:deputati, ex parlamentari, dipendenti del Senato e dei gruppi. Quanto costa farsi visitare? Nulla. E’ tutto gratis, pagano gli italiani.

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