Lettera aperta al M5S: Se non ora Quando?

imagesEcco l’appello che leggo su La Repubblica di Oggi (9.3.2013) e sul web, di Remo Bodei, Roberta De Monticelli, Tomaso Montanari, Antonio Padoa-Schioppa, Salvatore Settis, Barbara Spinelli

Un patto per cambiare: se non ora quando? 
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Caro Beppe Grillo, cari amici del Movimento 5 Stelle,

Una grande occasione si apre, con la vostra vittoria alle elezioni, di cambiare dalle fondamenta il sistema politico in Italia e anche in Europa. Ma si apre ora, qui e subito. E si apre in questa democrazia, dove è sperabile che nessuna formazione raggiunga, da sola, il 100% dei voti. Nessuno di noi può avere la certezza che l’occasione si ripresenti nel futuro. Non potete aspettare di divenire ancora più forti (magari un partito movimento unico) di quel che già siete, perché gli italiani che vi hanno votato vi hanno anche chiamato: esigono alcuni risultati molto concreti, nell’immediato, che concernano lo Stato di diritto e l’economia e l’Europa.

Sappiamo che è difficile dare la fiducia a candidati premier e a governi che includono partiti che da quasi vent’anni hanno detto parole che non hanno mantenuto, consentito a politiche che non hanno restaurato ma disfatto la democrazia, accettato un’Europa interamente concentrata su un’austerità che – lo ricorda il Nobel Joseph Stiglitz – di fatto «è stata una strategia anti-crescita», distruttiva dell’Unione e dell’ideale che la fonda.

Ma dire no a un governo che facesse propri alcuni punti fondamentali della vostra battaglia sarebbe a nostro avviso una forma di suicidio: gli orizzonti che avete aperto si chiuderebbero, non sappiamo per quanto tempo. Le speranze pure. Non otterremmo quelle misure di estrema urgenza che solo con una maggioranza che vi includa diventano possibili.

Tra queste: una legge sul conflitto di interesse che impedisca a presenti e futuri padroni della televisione, della stampa o delle banche di entrare in politica; una legge elettorale maggioritaria con doppio turno alla francese; il dimezzamento dei parlamentari il più presto possibile e dei loro compensi subito; una Camera delle autonomie al posto del Senato, composta di rappresentanti delle regioni e dei comuni; la riduzione al minimo dei rimborsi statali ai partiti; una legge anti-corruzione e antievasione che riformi in senso restrittivo, anche aumentando le pene, la disciplina delle prescrizioni, bloccandole ad esempio al rinvio a giudizio; nuovi reati come autoriciclaggio, collusione mafiosa, e ripristino del falso in bilancio; ineleggibilità per condannati fin dal primo grado, che colpisca corruttori e corrotti e vieti loro l’ingresso in politica; un’operazione di pulizia nelle regioni dove impera la mafia (Lombardia compresa); una confisca dei beni di provenienza non chiara; una tutela rigorosa del paesaggio e limiti netti alla cementificazione; un’abolizione delle province non parziale ma totale; diritti civili non negoziati con la Chiesa; riconsiderazione radicale dei costi e benefici delle opere pubbliche più contestate come la Tav.

E vista l’emergenza povertà e la fuga dei cervelli: più fondi a scuola pubblica e a ricerca, reddito di cittadinanza, Non per ultimo: un bilancio europeo per la crescita e per gli investimenti su territorio, energia, ricerca, gestito da un governo europeo sotto il controllo del Parlamento europeo (non il bilancio ignominiosamente decurtato dagli avvocati dell’austerità nel vertice europeo del 7-8 febbraio).

Non sappiamo quale possa essere la via che vi permetta di dire sì a questi punti di programma consentendo la formazione del nuovo governo che decida di attuarli, e al tempo stesso di non contraddire la vostra vocazione. Nella giunta parlamentare si può fin da subito dar seguito alla richiesta di ineleggibilità di Berlusconi, firmata da ormai duecentomila persone: la fiducia può essere condizionata alla volontà effettiva di darvi seguito.

Quel che sappiamo, è che per la prima volta nei paesi industrializzati e in Europa, un movimento di indignati entra in Parlamento, che un’Azione Popolare diventa possibile. Oggi ha inizio una vostra marcia attraverso le istituzioni, che cambieranno solo se voi non fuggirete in attesa di giorni migliori, o peggiori. Se ci aiuterete a liberarci ora, subito, dell’era Berlusconi: un imprenditore che secondo la legge non avrebbe nemmeno dovuto metter piede in Parlamento e tanto meno a Palazzo Chigi.

Avete detto: «Lo Stato siamo noi». Avete svegliato in Italia una cittadinanza che vuole essere attiva e contare, non più delegando ai partiti tradizionali le proprie aspirazioni. Vale per voi, per noi tutti, la parola con cui questa cittadinanza attiva si è alzata e ha cominciato a camminare, nell’era Berlusconi: «Se non ora, quando?».

 

6 risposte a "Lettera aperta al M5S: Se non ora Quando?"

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  1. la via potrebbe essere quella di definire molto meglio gli otto punti articolandoli in modo tale che dalle semplici “buone intenzioni”, tutte poi da concretizzare in pratica, si passi , subito , a proposte di legge serie articolate nei minimi dettagli in modo tale da offrire all’opinione pubblica tutta la seria convinzione che questa volta non ci vorranno i famosi venti anni ma solo pochi giorni. Se non si offre questa concretezza credo vi siano pochi spazi per poter ottenere il consenso dal movimento cinque stelle e si offra ,in caso di successive elezioni, la scusa di non aver dato segnali concreti di cambiamento.

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  2. Non ho parole… Continuate a non capire. Eppure è semplice. Se si dovesse tornare alle elezioni, votate M5S, oppure prendetevi la responsabilità di questo sfascio. Tutto qui. Non so cosa vi risponderebbe Grillo, a me sale il sangue alla testa. Nella vostra lettera leggo solo un’altra, ulteriore delega.

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  3. il governo si deve fare,I cittadini non possono aspettare. Grillo può solo chiedere di definire nel concreto ciò che bisogna fare. Il non rispondere alle attese dei cittadini potrebbe essere un boomerang e perdere una occasione storica

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  4. Aldo Balassi
    A tutti coloro che amano il nostro Paese
    Appello a Beppe Grillo M5S: “DA SOLI NON SI PUO’!”
    Il 12 dicembre alle ore 16,30 a Roma Teatro Eliseo è stato presentato e lanciato il “Movimento Arancione”.
    Il movimento nasce dall’esigenza di costruire un’alternativa politica seria con tutti coloro che da anni contestano la malapolitica e la “casta” che l’ha determinata.
    Il tentativo è quello di mettere insieme donne e uomini che ognuno, per la propria esperienza personale, hanno capito che il sistema politico/istituzionale dev’essere completamente riformato se si vuole uscire fuori dal baratro in cui è caduto il Paese.
    L’appello è indirizzato anche a tutti i movimenti che da anni si battono per il rispetto della giustizia, della legalità e della democrazia.
    In questi anni è nato un altro movimento che ha coagulato la contestazione e l’allontanamento dei cittadini dalla politica, il M5S, che con leader Beppe Grillo, rappresenta una nuova forza politica che, diversa dalle altre per la forma partito, vuole determinare il cambiamento con moltissime idee e proposte che sono anche degli altri movimenti e di diversi riformisti che si sono distinti in questi anni.
    Il momento storico che stiamo attraversando è il più difficile dal dopoguerra a oggi, la malapolitica ha determinato il debito pubblico fra i più alti del mondo, l’infiltrazione della masso/mafia all’interno delle istituzioni, e soprattutto nella politica, ha fatto degenerare l’azione politica stessa, consentendo ai poteri forti economici/finanziari senza scrupoli, di condizionare lo sviluppo economico dell’intera Europa, principalmente a carico dei Paesi più deboli come Grecia, Portogallo, Italia e Spagna che oggi vedono l’aumento della disoccupazione e della povertà aumentare in modo vertiginoso, e soprattutto il disagio sociale e la perdita dei diritti civili
    Alla luce di tutto ciò, riteniamo che non si possa più soprassedere, bisogna attivarsi da subito, per cambiare rotta. Da soli non si può! E’ necessario unirsi per raggiungere un quorum tale da garantire la governabilità del Paese. Non si può quindi essere egoisti e coltivare ognuno il proprio orticello, è necessario che le forze nuove e la politica progressista si uniscano per determinare una coalizione in grado di avere una forte maggioranza nel Parlamento, al fine di attuare immediatamente le riforme necessarie per il rilancio dell’economia e del lavoro.
    I nodi fondamentali, che tutti coloro che vogliono il bene comune, debbono sciogliere, sono:
    • Riforma della legge elettorale (proporzionale con alto sbarramento, mandato max due anni);
    • Abolizione del finanziamento ai partiti o rimborso sulle reali spese documentate;
    • Abolizione del finanziamento ai giornali di partito;
    • Introduzione del conflitto d’interessi, reintroduzione del falso in bilancio;
    • Riforma della giustizia, processi max due anni;
    • Aumento delle pene per evasione fiscale e crimini amministrativi;
    • Riforma dello Stato, costituzione del Senato delle regioni, dimezzamento dei parlamentari, eliminazione del titolo di Onorevole;
    • Statalizzazione della Banca d’Italia, costituzione di una banca d’investimenti pubblica (Cassa depositi e prestiti). Agevolazioni alle PMI;
    • Eliminazione degli enti locali (Regioni e Provincie) trasferimento delle funzioni rispettivamente ai Comuni capoluoghi di regioni e capoluoghi di provincia;
    • Eliminazione di tutti gli incarichi politici nelle varie realtà amministrative (ASL, Municipalizzate, etc.)
    • Revisione del trattato di Maastricht e Lisbona;
    Se ritenete quest’ appello giusto e risolutore del disastro italiano, divulgatelo.
    Aldo Balassi

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